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venerdì, 19 Aprile, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Addio a un grande artista, addio a Gianluigi Capriotti

1992, grazie all’impegno del direttore del dipartimento dell’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, professor Stefano Rolando, nell’autunno di 29 anni fa,viene lanciata la campagna di informazione sulla condizione delle persone disabili in Italia attraverso una pubblicazione (che verrà ristampata anche nel 1993) intitolata “manuale di informazione sul handicap”. 
La produzione e il coordinamento è dell’agenzia paneuropa “nonna” del nostro  portale Angelipress.com e al testo, realizzato  da esperti del settore sotto la spinta dell’allora ministro degli affari sociali l’indimenticabile Rosa Russo Iervolino (primo ministro del nostro Paese a ricoprire questa carica)

La particolarità di questa pubblicazione, che lavorava su temi essenziali: la prevenzione dell’handicap, la normativa, l’integrazione, il lavoro, la salute, la riabilitazione, il diritto allo studio, alla comunicazione, le barriere architettoniche, le vacanze, l’accessibilità in tutte le situazioni della vita quotidiana era arricchita, valorizzata e assumeva un impatto veramente determinante grazie ai disegni di Gianluigi Capriotti.

copertina

Selezioniamo alcune di queste immagini ancora molto molto valide e che siamo certi piaceranno ai nostri navigatori. 

Gianluigi Capriotti ci ha lasciato il 10 febbraio scorso  ed è questo il nostro modo per salutarlo. Non bastano infatti  poche parole per raccontare il suo ricchissimo curriculum di grande artista e di grande comunicatore, vogliamo ricordare di lui questo bellissimo manuale e   l’esposizione “van dog” allorquando scelse  di interpretare l’opera del pittore attraverso l’animale più vicino all’uomo, il cane

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Aggiungiamo quindi a questo ricordo  la lettera a Teo, cane di Vincent, sulla pittura e l’immaginifica di “van gogh -van dog”.

risposta (scritta da Gianluigi) dello stesso cane! vogliamo aggiungere un ultimo pensiero, Gianluigi, il nostro Gianluigi, non è stato solo un grande artista ma prima di tutto un uomo buono e generoso ed è per questo motivo che la sua morte ci getta davvero nella costernazione.  

Il nostro marchio (eccolo) era stato disegnato da lui ed ancora oggi rimane importantissimo il suo contributo per il nostro percorso. 

 

 

 

 

Molte cose sono cambiate, molte migliorate, molte sono rimaste le stesse e potrebbero finalmente diventa più inclusive! nel ricordo di Gianluigi continueremo a combattere per un’effettiva integrazione di tutte le persone diversamente abili. 

Ciao Gianluigi, che la terra ti sia lieve

 

Lettera di a Theo, cane di Vincent.

Caro Van Dog

Ho varcato anch’io la soglia della palazzina Azzurra mosso da quel misterioso istinto che mi faceva annusare i colori. Le confesso che è stata proprio una festa vedere i suoi quadri vedere come pittoricamente un immagine possa moltiplicare e trasformarsi all’infinito, baciata da un’idea canina. L’importante è lo stile, azzeccare il tono, indovinare il punto di fuga; quel punto che è il cuore dell’armonia in cui tutte le linee  si raccolgono.

Ha scelto proprio delle belle facce di cani, delle espressioni che non tradiscono il senso della vita, dei musi che riflettono sentimenti che la memoria potrà macerare, ma non cancellare . Il  mio maestro in gioventù  diceva Noi siamo pellegrini, la nostra vita è un lungo cammino, un viaggio dalla terra al cielo”. Non so se mai avrò un posto nel cielo, in verità non riesco nemmeno ad immaginare il cielo che gli umani inseguono oltre gli occhi, sta di fatto comunque che l’idea di pellegrinaggio di viaggio non mi dispiace anche se io l’arricchirei con una sfumatura che porta verso vagabondare , quel girare senza meta. Spero che abbia conosciuto tutti i cani ha dipinto, perché ognuno di loro sembra rimandare ad una storia, ad un attimo rubato al tempo. Il mio maestro sapeva dar forma a certe frasi:

“Come talvolta diciamo che nel colore cerchiamo la vita così il vero disegno consiste nel modellare con il colore”. Ho ritrovato qualcosa del mio maestro nei suoi quadri per questo le scrivo, ma non la parodia che balla a prima vista e nemmeno la precisione con cui ripercorre i sentieri  tracciati dai suoi colori. Mi riferisco piuttosto allo sguardo  (se li ricorda ai suoi autoritratti?), non so perché ma c’è qualcosa in lei che mi riporta il suo sguardo, quel suo modo di scavare la vita con gli occhi. Avrei voluto conoscerla ma forse è stato meglio così. Sappia che i suoi quadri mi hanno regalato emozioni che renderanno meno sbandato il mio scodinzolare futuro …

Il cane di Van Gogh

Caro Theo,

Mauve una volta mi disse: Troverai te stesso se ti metterai a dipingere,  se penetrerai nell’arte più profondamente di quanto tu non abbia fatto finora.

Questo lo disse due anni fa. Ultimamente ho pensato spesso a queste parole.

Ho trovato me stesso. Sono quel cane.

Quest’idea può parerti piuttosto esagerata – la realtà può essere meno netta nei suoi contrasti, meno  crudamente drammatica, ma credo che il profilo generico della situazione sia vero, in fondo. Quel cane da pastore arruffato che cercai di descriverti nella mia lettera di ieri è il mio vero carattere e la vita di quella bestia  è la mia vita.

Questo ti può sembrare esagerato ma non mi ricredo. Senza fare personalismi, solo per fare uno studio di carattere imparziale come se non stessi parlando di te e me , per fare un’analisi voglio farti notare una volta ancora come stavano le cose l’estate scorsa. Vedo due fratelli che se ne vanno a passeggio per L’Aia. Uno di loro dice “Devo mantenere una certa posizione, non penso diventare pittore

L’altro dice  “st diventando come un cane sento che il futuro mi renderà ancora più brutto e rozzo, la povertà sicura sarà il mio destino, però sarò pittore”

L’altro – povero e pittore.

E vedo quei due stessi fratelli negli anni passati quando avevano appena fatto il loro ingresso nel mondo dei quadri, quando appena avevano iniziato a leggere così via.  Il problema è come andranno a finire le cose  si separeranno per sempre o seguiranno per sempre lo stesso cammino?

TI dico, ho scelto con piena coscienza la vita del cane, resterò un cane, sarò povero, sarò pittore, voglio restare un essere umano andando in mezzo alla natura.  A parer mio l’uomo che si allontana dalla natura, la cui testa è sempre colma di idee sul conservare questo e quest’altro , anche se con ciò si allontana tanto dalla natura da non poter far a meno di riconoscerlo. Si arriva al punto di no saper più distinguere il nero dal bianco e si diventa proprio l’opposto  di quanto ritiene che uno sia e di quanto si pensa si essere.

Sinceramente tuo Vincent.

 

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