Il tema scelto per l’edizione di quest’anno è “Oasi e deserti”; un titolo polisemico che rimanda al cambiamento climatico ma anche all’esigenza di creare nuovi spazi di riflessione e di scambio, sottraendoli alla desertificazione indotta dalla rete internet, grazie ad un uso sapiente delle nuove tecnologie.
Il festival avrà dunque un’”oasi” fisica, reale, e varie “piazze” di discussione raggiungibili per tutti – pubblico in presenza e da remoto – attraverso il sito del festival www.festivaletteraturemigranti.it.
E' un festival che fa parte della storia culturale di Palermo, una città che ha scelto la mobilità internazionale come diritto umano inviolabile che si collega alla più ampia mobilità di culture, lingue, espressioni artistiche.
"Oasi e deserti ragiona della rivoluzione digitale come dei cambiamenti climatici, evoca le oasi e gli incontri di un tempo tra voci ed esperienze differenti. E questa pandemia - dice il direttore artistico di FLM Davide Camarrone - rischia di desertificare emotivamente, culturalmente ed anche giuridicamente le nostre comunità. Il nostro festival è uno strumento di riflessione letteraria sul contemporaneo: ragioniamo sul programma per farne un canone, una buona griglia interpretativa. Guardiamo alle migrazioni non come a fenomeni o processi bensì come ad un criterio interpretativo generale del nostro tempo". "Abbiamo fortemente voluto confermare il Festival in questo anno così complicato - aggiunge l'assessore Mario Zito - Sicuramente queste giornate di riflessione ci aiuteranno a guardare la realtà che ci circonda in una prospettiva proiettata verso il futuro".