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giovedì, 28 Marzo, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Alcune distanze salvano, altre uniscono. Bambinisenzasbarre Onlus accoglie i figli dei detenuti anche nell’emergenza sanitaria

Il Telefono Giallo è il servizio di consulenza a distanza di Bambinisenzasbarre per i bambini figli di  genitori detenuti e le loro famiglie, perché siano sostenuti in questo periodo in cui non possono  incontrarsi. 

 

In Italia sono 100mila i bambini che hanno la mamma o il papà in carcere: 100mila figli che corrono un alto rischio di interrompere il legame affettivo con il proprio genitore e di essere  quindi maggiormente coinvolti in fenomeni di abbandono scolastico, disoccupazione, disagio sociale  e illegalità. Si stima che, senza un’adeguata tutela di questa relazione, il 30% dei figli di detenuti sia  a rischio di diventare detenuto a sua volta (Federazione dei Relais Enfants Parents, Parigi). 

Negli ultimi mesi la pandemia di Covid-19 ha reso più forte ed evidente il distacco dovuto  alla detenzione: dall’inizio dell’emergenza sanitaria, infatti, bambini e ragazzi non sono più potuti  entrare in carcere per far visita alla madre o al padre. 

Per questo Bambinisenzasbarre Onlus, che dal 2002 si impegna per tutelare il diritto dei figli  dei detenuti al mantenimento del rapporto con il genitore, ha potenziato il Telefono Giallo, la linea  di supporto dedicata ai familiari di coloro che si trovano in carcere. Da sempre attivo per gli adulti, ora lo è anche per i bambini figli dei detenuti, e rappresenta quindi un prezioso strumento a  disposizione dell’intera famiglia in questo momento di disorientamento causato dalla sospensione  dei colloqui in presenza. Per sostenere il servizio, l’associazione lancia una campagna di raccolta  fondi, alla quale è possibile contribuire con una donazione tramite il sito  

attivati.bambinisenzasbarre.org

La linea telefonica è attiva dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 al numero 392 9581328; è  inoltre sempre possibile scrivere all’indirizzo mail telefonogiallo@bambinisenzasbarre.org. 

“È una possibilità per i familiari di non sentirsi soli e di ragionare insieme a specialisti sulle  risposte da dare alle difficili domande che ogni giorno i figli pongono e per i bambini, spesso già  emarginati e vittime di pregiudizi a causa della loro situazione, di costruire una comunità virtuale  con scambio di bisogni e consigli” afferma Lia Sacerdote, la presidente e responsabile scientifica  dell’Associazione. Grazie al Telefono Giallo Bambinisenzasbarre può continuare, a distanza e nel  rispetto delle limitazioni imposte dalla pandemia, il lavoro di accoglienza, ascolto, interazione ed  attenzione che svolge solitamente negli Spazi Gialli: luoghi pensati per aiutare i bambini che  entrano negli istituti penitenziari ad affrontare con maggiore consapevolezza la difficile esperienza  del carcere e della detenzione di un genitore.

Chiamando la linea telefonica, infatti, i più piccoli possono raccontare paure, dubbi,  emozioni e bisogni, ricevere consigli, confrontare la loro esperienza con quella degli altri figli di  detenuti

La linea telefonica continua inoltre a offrire ascolto, assistenza, informazioni pratiche e sostegno piscologico anche ai familiari adulti, supportandoli nel trovare le risposte più adatte alle  difficili domande che ogni giorno i figli pongono sulla separazione dal genitore, e che in questo  momento di emergenza sanitaria è ancora più delicato affrontare. Fornisce inoltre consulenza a  operatori sociali, penitenziari e del Terzo Settore sui temi della tutela e del mantenimento della  relazione figli-genitori detenuti. 

Il Telefono Giallo e gli Spazi Gialli si inseriscono nel “Sistema Giallo”, l’intervento olistico che  declina il “carcere alla prova dei bambini” e che ha trovato la sua formalizzazione nella Carta dei  diritti dei figli di genitori detenuti. La Carta, unica in Europa, applicata nelle carceri italiane, firmata il  21 marzo 2014 dal Ministro della Giustizia, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e per l’adolescenza e  da Bambinisenzasbarre e rinnovata a novembre 2018, è stata accolta come riferimento guida per la  Raccomandazione dei 47 Paesi del Consiglio d’Europa nell’aprile del 2018.

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