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giovedì, 25 Aprile, 2024

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Amazzonia, le attività minerarie minano le terre degli indigeni

Il rapporto pubblicato da World Resources Institute (WRI) e dalla Amazon Network of Georeferenced Socio-Environmental Information (RAISG) ha evidenziato come sia estremamente negativo l’impatto delle estrazioni minerarie nelle zone abitate dagli indigeni nella foresta amazzonica; oltre un quinto del loro territorio è invaso da concessioni minerarie e attività d’estrazione illegali.

Quasi 1,5 milioni di indigeni vivono in queste terre e circa 445mila chilometri quadrati di territorio sono sovrastati dalle estrazioni. “Le terre indigene con attività mineraria hanno mostrato un tasso più elevato di perdita di foreste nel periodo di 15 anni, dal 2000 al 2015, rispetto alle terre indigene che non sono direttamente interessate dall’attività mineraria”, ha affermato Peter Veit, direttore dell’iniziativa terra e risorse del WRI. Il tasso di deforestazione è stato più alto laddove erano presenti attività minerarie: Bolivia, Ecuador e Perù tre volte superiore rispetto alle zone dove non ci sono operazioni minerarie; mentre, da una a due volte superiore in Venezuela e Colombia. Oltretutto il rapporto afferma che con l’avvento della pandemia, il conseguente ritiro delle forze armate e la crescita del prezzo dell’oro, le attività d’estrazione illegali sono aumentate. “Sotto la protezione della pandemia COVID-19 è andata peggiorando”, ha detto Michael McGarrell, un rappresentante dell’Associazione popolare amerindia in Guyana. Le comunità indigene non sono contrarie all’estrazione mineraria, che ritengono una risorsa, a patto che questa avvenga responsabilmente preservando la salute dell’ambiente.

https://www.reuters.com/article/us-latam-indigenous/amazon-mining-overlaps-20-of-indigenous-land-worsening-deforestation-report-idUSKBN26S2LE

A cura di Simone Riga

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