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venerdì, 19 Aprile, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Basta under 14 on line, stacchiamo la spina alla violenza in rete

Dopo il dramma di Napoli, Fondazione Carolina rilancia l’appello per la sicurezza digitale: ogni minore che soffre in rete rappresenta la sconfitta delle istituzioni.
I giganti del web fanno gli struzzi, ma devono prendersi le loro responsabilità. 
 
“Internet non è uno strumento, ma un luogo. È ora che le istituzioni e i giganti della Rete capiscano quanto sia importante tutelare i nostri figli, rispettando l’età minima per accedere ai social e attivando misure efficaci di prevenzione e di supporto, adeguato e tempestivo. Questa è l’unica sfida che ci interessa!”. Fondazione Carolina interviene sulla drammatica vicenda di Napoli, con la perdita di un bambino di soli 11 che nelle sue dinamiche sembra ribadire, seppure le circostanze siano da accertare, la portata delle conseguenze di un uso inconsapevole o prematuro delle nuove tecnologie. I folli pericoli delle challenge, soprattutto in Usa, coinvolgono tantissimi minori. La famigerata balena blu, è soltanto una delle sfide macabre cui i nostri ragazzi sono sottoposti ogni giorno, sollecitati da continui stimoli ad alzare l’asticella, a stupire, a diventare virali, a conquistare follower e like. Intanto un’altra comunità viene sconvolta, un’altra famiglia piomba in un baratro senza senso. 
Gli esperti della Onlus, voluta da Paolo Picchio in onore della figlia, prima vittima riconosciuta di cyberbullismo in Italia, da tempo hanno lanciato l’allarme: il benessere digitale dei nostri figli è sempre più a rischio. Lo dicono i dati, “se prima dell’allerta Covid-19 i nostri operatori gestivano mediamente circa 50 segnalazioni al mese, nel periodo tra febbraio e giugno di quest’anno, la richiesta di supporto è quintuplicata, con circa 1000 contatti complessivi. Dai problemi legati alla DAD, al sexting, dalla dipendenza dal web ai gruppi violenti su Telegram, fino alle challenge, sempre più diffuse fra i preadolescenti”. Ivano Zoppi, Segretario Generale di Fondazione Carolina ricorda la complessità del lungo periodo di confinamento, nel quale abbiamo inevitabilmente delegato alla tecnologie tanto, forse troppo del nostro quotidiano.
“Durante il lockdown internet ha avuto il grande merito di garantire la continuità nel mondo del lavoro, della scuola e nella socialità. L’uso suppletivo dei nuovi media – prosegue Zoppi – con il progressivo scemare delle restrizioni, non è terminato”. Siamo tutti metaforicamente attaccati ad un grande cavo lan, con tutti i rischi connessi. “A rischiare di più sono proprio i soggetti che non hanno traccia o memoria del mondo prima di internet e che non possono godere di un percorso di crescita graduale e tutelato. Bambine e bambini di 10, 11, 12 anni – continua l’esperto – che recepiscono ogni giorno informazioni, input e sollecitazioni senza avere né l’esperienza né la nozione né la cognizione di ciò che guardano, condividono, assimilano”.
In questa cultura i significanti superano di gran lunga i significanti, con ripercussioni evidenti nel tessuto sociale. Si tratta di una battaglia culturale da vincere partita dopo partita. “Non esistono scorciatoie all’educazione continua, alla tutela delle vittime e al recupero dei bulli. Così come non si può affidare all’intelligenza artificiale la sicurezza degli utenti. Dobbiamo costruire un nuovo principio di corresponsabilità, a beneficio di tutta la comunità educante”, ricorda Zoppi. In questo senso le nuove collaborazioni con le istituzioni e i cosiddetti colossi del web rappresenta una felice discontinuità. Con il Ministero dell’Istruzione Fondazione Carolina ha firmato un accordo di programma per mettere a disposizione delle scuole la equipe interdisciplinare. Un’unità operativa mobile, costituita da professionisti in ambito educativo, psicologico, legale e comunicativo che opera direttamente sui territori. Importanti anche le partnership con Facebook e YouTube per la segnalazione e l’analisi dei casi di cyberbullismo (TRUSTED FLAGGER).
“Si tratta di un primo passo, ma certamente nella direzione giusta”.

 
(Nota stampa Fondazone Carolina)

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