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venerdì, 29 Marzo, 2024

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Cina e Polonia fissano le date della carbon neutrality

I due Stati hanno da poco annunciato quello che sarà il loro progressivo abbandono ai combustibili fossili, definendo delle date precise che porteranno alla carbon neutrality.

La Cina, che si attesta al primo posto al mondo per emissioni di gas serra globali (29%), seppur va ricordato che considerando il calcolo pro-capite scende molto in basso nella speciale classifica, si è detta capace di arrivare ad una totale transizione ecologica entro il 2060. Invece, il picco delle emissioni verrà raggiunto verso il 2030; i dubbi sorgono, dato che quindi si prevede un’espansione in crescita nel settore fossile per altri dieci anni e che trova infatti affermazione nell’apertura di centri industriali del carbone anche durante la pandemia coronavirus. Quindi non interverrà nell’immediato come invece richiede l’Accordo di Parigi. I punti interrogativi restano, come anche un piano dettagliato che dovrà presto rendere pubblico il Presidente Xi Jinping, che al momento si è limitato ad una mera dichiarazione d’intenti; quest’ultimi, però, dovranno essere accompagnati anche da un piano ben strutturato. “L’umanità non può più permettersi di ignorare i ripetuti avvertimenti provenienti dalla natura […] La Cina aumenterà il suo contributo previsto a livello nazionale adottando politiche e misure più vigorose. Chiediamo a tutti i paesi di perseguire uno sviluppo innovativo, coordinato, verde e aperto a tutti”, le dichiarazioni del Presidente. Anche la Polonia non estrarrà più carbone, ma dal 2049, e ad annunciare la decisione è stato lo stesso governo di Varsavia, che riunitosi a Katowice ha firmato l’accordo per la progressiva chiusura delle miniere di carbone. Quasi in linea con le politiche dell’Unione europea, tale provvedimento sarà presentato alla Commissione europea, nonostante manchino ancora dei punti da pattuire: primo fra tutti l’elargizione di fondi per il carbone fino al 2049. Nonostante l’accordo sia ancora da definire nei dettagli, si tratterebbe di una grossa boccata d’ossigeno per l’est Europa, seppur i tempi sembrano essere troppo lunghi, visto che la Polonia è al primo posto in Ue per uso di combustibile fossile che copre un fabbisogno elettrico nazionale pari all’80%. Nello specifico il progetto polacco mira a raggiungere una quota del carbon fossile nella produzione elettrica del 37-56% nel 2030 e dell’11-28% nel decennio successivo. Il restante fabbisogno energetico arriverà dal comparto eolico offshore e nucleare.

“La Polonia sta andando per la sua strada […] Un percorso giusto e giusto per la trasformazione dell’industria mineraria ed energetica […] Ci stiamo muovendo in conformità con le politiche europee di oggi”, ha affermato il viceministro delle Risorse statali Artur Sobon, negoziatore dell’accordo per conto del governo.

https://ourworldindata.org/contributed-most-global-co2

https://www.lifegate.it/cina-emissioni-zero-2060

https://www.gov.pl/web/aktywa-panstwowe/porozumienie-w-sprawie-transformacji-i-przyszlosci-gornictwa-podpisane

https://www.rinnovabili.it/energia/politiche-energetiche/miniere-di-carbone-chiuse-polonia/

A cura di Simone Riga

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