Con lo stato di cattività in cui stiamo vivendo in questo periodo di pandemia, gli accadimenti collettivi che segnalano lo scandire del tempo rimangono sfocati sullo sfondo. Del passaggio del Carnevale ci accorgiamo per i pochi coriandoli che restano sui marciapiedi che attraversiamo un po' di corsa quando scendiamo a fare la spesa. Del passaggio di San Valentino ci siamo accorti soprattutto dalle offerte che ci sono arrivate per mail nei giorni precedenti il fatidico 14 febbraio, o per qualche post celebrativo o dissacrante che è brillato brevemente sulle nostre pagine social.
Eppure su cosa avrebbe significato la straordinaria occorrenza di essere costretti tra le proprie mure domestiche a causa del Covid in termini di tenuta di coppia e vita sessuale se ne è parlato molto, con esiti tutt’altro che chiari.
Dal punto di vista mediatico, abbiamo recentemente assistito ad uno sdoganamento del concetto di narcisismo dalle relazioni amorose alle relazioni di potere. Senza troppe sottigliezze e bypassando con furbizia altrettanto mediatica il veto professionale di attribuire diagnosi al di fuori dell’assetto clinico in cui le persone coinvolte interagiscono direttamente, il narcisismo maligno (cioè quella forma di narcisismo più incistata e meno curabile clinicamente) è il disturbo che è stato diagnosticato da più parti a Donald Trump.
Sì, si è notato un aumento dell’attività di sexting on line, si è dato l’allarme per i rischi connessi alla violenza domestica, ma soprattutto, fuori dalla necessità di tramutare in numeri certi come la pandemia abbia influito sui comportamenti intimi delle persone, si è riflettuto a maglia larga sulla qualità delle relazioni che abitano il nostro tempo.
Una narrazione che precede l’emergenza Covid e che è stata forse soltanto resa più cristallina da essa, è la progressiva reticenza con cui gli adolescenti si affacciano all’eros. Le relazioni romantiche e l’intimità sessuale sono affrontate con molta meno disinvoltura che nel recente passato. Lontanissimi dal canovaccio “sesso, droga e rock and roll”, ma anche lontani dai percorsi di autocoscienza che nei tardi anni ‘60 sono stati un paradigma di agire politico che indicava nei corpi accesi dal desiderio un cardine inalienabile dell’essere individui sociali, i giovanissimi sembrano evaporare in un’eterea e paralizzante incertezza rispetto alle implicazioni affettive dei legami amorosi. Di questa inibizione, il contesto sociale è specchio necessario: se gli adolescenti ritirano la propria libido dal mondo, dobbiamo riflettere su cosa il mondo offra agli adolescenti in termini di sicurezza, continuità, fiducia.
Se un adolescente decide di non uscire più dalla sua camera, come nel fenomeno che ha trovato la sua definizione nel termine hikikomori, o se percepisce che l’intimità affettiva e sessuale possa essere un’esperienza troppo intrusiva rispetto ai confini del sé, è fondamentale interrogarsi su quale tipo di immaginario la società - a partire dalla società nucleare dei legami familiari fino a quella più estesa dell’offerta di mondo - costelli in chi al mondo si sta affacciando. E ci troveremo facilmente a osservare un immaginario che richiede prestazioni efficienti e grandi aspettative, in cambio di confuse risorse da offrire. Il mondo sembra montare in una accelerazione infinita, i contorni degli assetti del vivere sono sempre più fluidi e frammentati ed è difficile chiedere a chi sta formando il proprio equipaggiamento per affrontare la corsa di essere pronto a saltare sulla giostra.
Quello che può succedere allora è che si allestisca velocemente un abito per uscire, ma con il sospetto che dietro quell’immagine confezionata i frammenti non siano ancora composti in un senso di sé stabile e resistente. Con questa disposizione può non essere difficile inventarsi un personaggio social, ma è senz’altro difficile aprirsi ad una relazione intima in cui bisogna restare nudi ed esposti all’altro.
Quando poi a quella intimità si accede, più frequentemente che negli ultimi decenni in quella scelta ci si radica. La relazione di coppia monogamica ed esclusiva sta così avendo una nuova fioritura. Le moderne alleanze si stringono più intorno al cosiddetto ‘compassionate love’ che all’amore passionale: ci si sceglie perché si è arrivati a fidarsi dell’altro, si investe su un tipo di rapporto dove è fondamentale la confidenza e la comprensione reciproca, e che a volte sembra assomigliare più ad un’amicizia speciale che alla destinazione del desiderio libidico descritto dalla psicoanalisi.
Ci si prepara, insomma, a passare una vita insieme, come nella generazione dei nonni, ma con un’intenzione più accesa e consapevole di quel tempo e con una parità tra i partner che sta diventando sempre più solida. sia sul piano dei comportamenti che su quello dei desideri.
E la consapevolezza sembra essere la parola chiave anche per chi, in controtendenza, sceglie di vivere relazioni amorose non esclusive. andatre a guardare l'approfondimento di Festival Psicologia sul poliamore.
Martedì 23 febbraio alle ore 21 si terrà l'evento in streaming "Fratelli tutti: fraternità e amicizia sociale" con il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, Marco Aime, docente di antropologia culturale all'Università di Genova e Maurizio Landini, segretario generale CGIL.
Sarà possibile seguire la serata utilizzando i mezzi che la tecnica attuale ci mette a disposizione: l’evento sarà trasmesso on-line in diretta streaming e potrà essere rivisto successivamente in qualsiasi ora di qualsiasi giorno. Sarà sufficiente avere una televisione "smart", andare su youtube e cercare "Centro San Domenico"; oppure avere un computer o un telefonino connesso con internet e scrivere "Centro San Domenico Youtube" sulla barra di Google.
Su Intimità un articolo a cura di Grazia Garalndo parla di O anche no con un pezzo dal titolo "Convivere con la disbailità". Nell'articolo si parla della condizione di svantaggio come non sempre percepita come catastrofe, mettendo in evidenza coloro che hanno imparato a misurarsi con le sfide senza perdere il sorriso, usando le capacità che possiede. Un insegnamento importante per chi è più fortunato. Riportiamo di seguito uno stralcio dell'articolo nel quale viene intervistata Paola Severini Melograni: «A differenza delle persone normodotate, i disabili conoscono esattamente il confine con i propri limiti, coa che li rende pienamente consapevoli di quello che si possono aspettare dalla vita e capaci di goderselo al meglio. Per questo hanno una visione del mondo più equilibrata».
La Lega Pro fa gli auguri a Parole O_Stili, che compie 4 anni. Con l'Associazione guidata da Rosy Russo ha, infatti, condiviso varie tappe legate alla comunicazione nel calcio con attenzione all'uso delle parole.
Nascerà un nuovo progetto: uno webinar #LoSportCheMiPiace, che diventa un momento formativo online dedicato ai club della Lega Pro e ai settori giovanili.
Il tema sarà la comunicazione non ostile in ambito sportivo: partendo dal Manifesto della comunicazione non ostile, sottoscritto dalla Lega Pro e dalle sue società, si parlerà in particolare dei giovani e dello sport, portando esempi e suggerimenti su come usare i 10 principi di Parole O_Stili.
Ieri sera al Tg1 abbiamo ascoltato il commosso ricordo di Claudio Sorrentino scomparso ieri a Roma causa del Covid a soli 73 anni.
Abbiamo condiviso con lui battaglie importanti alla fine degli Anni ‘80, nel momento peggiore della diffusione delle tossicodipendenze nel nostro Paese.
Claudio è stato fondatore e promotore di "droga che fare?" la Onlus che si occupava della prevenzione delle tossicodipendenze in quegli anni ed è stato anche determinante per la costruzione dell'attuale settore sociale della Rai.
Purtroppo da tutti i media è stato ricordato come grande voce dei protagonisti mondiali del cinema, ma la vocazione di Claudio era proprio quella sociale e l'aveva realizzata anche attraverso la sua generosità nel doppiare gratuitamente il film che noi di Angelipress portammo in Italia "Lo scafandro e la farfalla" realizzato sulla storia di Jean Dominique Bauby e che raccontava la vicenda umana del direttore di Elle France, il collega Bauby, affetto dalla Locked in Syndrome. Da quel film documentario di enorme impatto dove Claudio dava voce ai pensieri di Jean Dominique e il nostro direttore Paola Severini dava voce alla logopedista, soltanto 10 anni dopo il regista Julian Schnabel ne fece un film di fiction, ma l'impatto e la forza del vero Jean Dominique doppiato da Claudio Sorrentino fu molto più coinvolgente del film di fiction.
Claudio Sorrentino era anche un uomo divertente e spiritoso che riusciva a trovare sempre la strada per parlare di impegno e di diritti fondamentali, attraverso la sua empatia e la sua generosità
Il Covid ci ha portato via una voce ma certamente in Rai e nel cinema italiano rimarrà fortissima la sua presenza e la sua professionalità.
Nei prossimi giorni vi faremo sentire la voce di Claudio ne “lo Scafandro e la Farfalla”. Un abbraccio attraverso il suo ricordo a tutti i doppiatori italiani che perdono il loro former Presidente e che ci hanno fatto e ci fanno sognare.
La redazione di Angelipress
IL CAIRO – Sono 12,4 milioni, una cifra record, equivalente a circa il 60 per cento della popolazione, i siriani che vivono nell’insicurezza alimentare, secondo i nuovi ed allarmanti dati dell’agenzia ONU World Food Programme (WFP). In poco più di un anno, 4,5 milioni di persone si sono aggiunte a quanti soffrono di insicurezza alimentare.
La crisi economica, la perdita di posti di lavoro dovuta alla pandemia di COVID-19 e il forte aumento dei prezzi dei generi alimentari stanno peggiorando la situazione già difficile dei siriani logorati da dieci anni di conflitto che li ha visti costretti ad abbandonare le proprie case.
“La situazione non è mai stata così grave. Dopo dieci anni di conflitto, le famiglie siriane hanno dato fondo ai loro risparmi mentre devono affrontare una crisi economica che peggiora di giorno in giorno”, ha detto Sean O’Brien, Rappresentante e Direttore WFP in Siria.
I generi alimentari di base necessari a nutrire una famiglia per un mese – pane, riso, lenticchie, olio e zucchero – ora costano almeno 120.000 sterline siriane (equivalenti a 234 dollari), molto di più di un salario medio.
“Deve essere motivo di allarme che un semplice pasto sia al di là delle possibilità delle famiglie in Siria, e questi nuovi dati mostrano come l’assistenza umanitaria faccia la differenza tra avere cibo in tavola e andare a dormire affamati. Il sostegno salvavita non è mai stato così fondamentale”, ha spiegato O’Brien.
La Verifica della Sicurezza Alimentare e dei Mezzi di Sussistenza 2020, condotta dal WFP e dai suoi partner stima, inoltre, in 1,3 milioni di persone il numero di quanti soffrono di grave insicurezza alimentare – che significa non poter sopravvivere senza assistenza alimentare: si tratta di un raddoppio rispetto allo scorso anno, a cui se ne potrebbero aggiungere altri 1,8 milioni senza un intervento urgente.
Nell’ultimo anno i prezzi del cibo sono schizzati alle stelle in Siria. I prezzi dei beni di base sono aumentati del 236 per cento mentre crollava il valore della sterlina siriana. In media, il prezzo del carburante è aumentato da 1.000 sterline siriane del gennaio 2020 a 5.000 sterline siriane del gennaio di quest’anno.
I genitori raccontano di dover prendere decisioni disperate per sopravvivere, mangiando quantità ridotte di cibo per poter sfamare i propri bambini, indebitandosi e vendendo beni e bestiame per avere un pò di reddito. Inoltre, quasi il 50 per cento della popolazione siriana riporta di aver perso una o più fonti di reddito a causa della recessione economica e della pandemia di COVID-19.
Il WFP fornisce ogni mese assistenza alimentare salvavita a quasi 5 milioni di siriani tra i più vulnerabili. Per molti di loro, si tratta dell’unico cibo che hanno a disposizione ogni mese.
Il WFP ha bisogno di ulteriori 375,3 milioni di dollari fino a luglio 2021 per assicurare la continuazione dell’assistenza in Siria.
La razza è un concetto difficile da cogliere, pur non avendo fondamenti biologici produce grossi effetti nei rapporti sociali, professionali e sentimentali. La razza in Italia non si palesa fino a quando tu non sei l’unica persona nera in una stanza di bianchi. E quell’unica persona è Bellamy, Mike, Blessy, David... una moltitudine in parte sommersa, sotterranea. Quell’unica persona è chi si è sentito dire troppe volte che «gli italiani neri non esistono»: lo gridano negli stadi, lo dice certa politica, sembrano confermarlo le serie tv, la letteratura, i media. In un certo senso è persino vero: gli italiani neri non emergono, non si vedono negli ambienti della cultura, nei talk show e nelle liste elettorali. O meglio, in quei luoghi esistono ma solo come oggetto del discorso, quasi mai come soggetto. La loro presenza è ridotta alla riforma della cittadinanza, ai casi di razzismo, all’«immigrazione fuori controllo», ai barconi, all’«integrazione». Con un approccio inedito e un linguaggio fresco e «social», Nadeesha Uyangoda apre in questo libro, che incrocia saggio e memoir, un’onesta conversazione per comprendere meglio la dinamica razziale nel nostro paese.
Il libro sarà disponibile il prossimo 4 marzo
collana : bazar
pagine : 176
prezzo : 15 euro
La Conferenza Episcopale Italiana pubblica un sussidio pastorale in cui fa approfondimenti su alcuni titoli, non cristologici, che indica come storie per vivere la Quaresima attraverso il cinema: tra le opere italiane, Il sindaco del rione Sanità di Mario Martone, Cosa sarà diFrancesco Bruni, Un luogo, una carezza di Marco Marcassoli, poi La sfida delle mogli di Peter Cattaneo, Sorry We Missed You di Ken Loach, La nave sepolta di Simon Stone, e infine l’animazione Disney, con Soul.
I film scandiscono il tempo di Quaresima, dalla I Domenica alle Palme e alla Pasqua, accompagnando il cammino con un passo del Messaggio di Papa Francesco, una parola chiave, l'indicazione di una piaga del presente e, nel contempo, una suggestione teologico-pastorale. Si tratta di racconti tra le "stazioni della croce" nel presente, “un viaggio - spiega il responsabile delle comunicazioni sociali della CEI, Vincenzo Corrado - tra le piaghe per rintracciare le orme luminose: malattia, morte, lutto, solitudine, emarginazione, povertà, assenza di lavoro... Il tutto scelto tra titoli attuali, di recente diffusione, disponibili sulle principali piattaforme in streaming, come pure in home video. Obiettivo del testo è raccontare gli affanni della quotidianità, i nostri affanni, segnati da debolezze, discese e risalite, per ricordare che Cristo è con noi, è vicino alla nostra umanità sofferente, piegata e piagata".
Fonte: Cinecittà News
Si celebra il 18 febbraio la Giornata mondiale della sindrome di Asperger 2021. L’Asperger day è dedicato all’orgoglio e valorizzazione dei soggetti colpiti dalla sindrome rientrante tra i disturbi dello spettro autistico scoperta dal pediatra austriaco Hans Asperger, il cui giorno di nascita coincide con la data di commemorazione. I soggetti colpiti dalla sindrome di Asperger, detti familiarmente “Aspie”, a differenza di quelli colpiti da altre forme di autismo, hanno un quoziente cognitivo uguale o superiore alla media e manifestano il loro disagio soprattutto a livello di interazione e inserimento sociale o di indifferenza emotiva a ciò che li circonda.
Proprio per queste ragioni, la sindrome è difficilmente individuabile ed è spesso diagnosticata tardi nello sviluppo se non addirittura nell’età adulta. Il disturbo, non essendo propriamente una malattia, non è possibile da curare o guarire, si tende piuttosto a fornire alla persona degli strumenti di gestione delle proprie difficoltà attraverso interventi fisioterapeutici e psicologici. (Fonte: style.corriere.it )
Con l’avvio in tutte le regioni delle vaccinazioni anti Covid 19 per i cittadini con più di 80 anni, l’Auser con la sua capillare rete di volontari, si è messa a disposizione fornendo un supporto nella procedura di prenotazione online. I volontari sono a disposizione di tutti quegli anziani soli e in difficoltà che non riescono a fare la prenotazione in autonomia. La rete solidale dell’associazione è anche a disposizione – previa prenotazione- ad accompagnare gli over 80 in auto presso le strutture preposte per effettuare la vaccinazione anti Covid.
“Siamo in campo ora più che mai con i nostri volontari – sottolinea il presidente nazionale Enzo Costa – per venire incontro ai bisogni degli anziani più fragili.
Gli over 80 hanno molte difficoltà nell’utilizzare i nuovi strumenti digitali e ci siamo subito attivati per fornire loro un adeguato supporto. Dall’emergenza Covid l’Auser non si è mai fermata e continua ad essere vicina agli anziani fragili con una vasta rete di prossimità. Per questo pensiamo sia giusto garantire ai volontari la precedenza nella vaccinazione come già accade per altre categorie. ”
Si può contattare la sede Auser più vicina consultando l’elenco a questo link del sito: https://www.auser.it/contattaci /
Da Senior Italia FederAnziani, con il contributo di Amplifon, una campagna per la prevenzione delle problematiche uditive
“Conoscere e far conoscere l’ipoacusia”, è questo il nome del progetto che Senior Italia FederAnziani, con il contributo di Amplifon, ha lanciato per informare e sensibilizzare la popolazione anziana sulle patologie dell’udito. Il progetto nasce come sviluppo di quanto emerso fin qui nella Campagna di Prevenzione sulle problematiche uditive per i senior intitolata “Ascoltare per comunicare, comunicare per vivere”, già avviata nei centri sociali per anziani. La campagna ha consentito ai senior che vi hanno partecipato di sottoporsi a screening uditivo, incentivando la prevenzione di eventuali problematiche. Con il progetto “Conoscere e far conoscere l’ipoacusia” Senior Italia FederAnziani intende invece favorire la presa di coscienza delle problematiche uditive e delle diverse opportunità esistenti di risoluzione. A questo scopo si svolgeranno nei prossimi giorni, il 23 febbraio e il 9 marzo, due webinar su tema che consentiranno ai partecipanti di avere informazioni e chiarirsi dubbi sul tema delle problematiche uditive.
A 50 anni il 10% circa della popolazione europea presenta un danno uditivo di entità superiore ai 35 dB, a 70 anni tale incidenza supera il 40%, per aumentare in maniera esponenziale con l’aumentare ulteriore dell’età.
In Italia si stima che circa il 12% della popolazione totale sia affetta da un deficit uditivo e che tale incidenza raggiunga il 40% nei soggetti di età superiore ai 65 anni. L’ipoacusia è quindi età correlata e risulta maggiore tra gli individui di sesso maschile.
In seguito ad una protesizzazione, soprattutto nei soggetti anziani, la ridotta plasticità cerebrale può determinare tempi di recupero decisamente lunghi o non sufficienti: la correzione precoce del deficit uditivo migliorerebbe l’ascolto con un progressivo miglioramento della percezione del parlato e della qualità di vita.
I deficit uditivi possono essere causa di:
- Cadute: si stima che la sofferenza dell’apparato vestibolare, che gestisce l’equilibrio negli esseri umani, sia causa del 50% dei casi di caduta nell’anziano.
- Disfagie: identificato come l’alterazione della deglutizione, è un sintomo molto comune alla compresenza di molteplici malattie. Interessa circa il 40-50% delle persone ricoverate in strutture per anziani.
- Deterioramento senile: Le persone con un calo dell’udito che non viene corretto hanno un rischio aumentato del 24% di avere un decadimento cognitivo. Un grave deficit uditivo è invece in grado di aumentare di ben 5 volte, in maniera indipendente rispetto ad altri fattori, il rischio di sviluppare demenza.
Nel nostro Paese gli apparecchi acustici sono poco utilizzati: si stima che l’età media degli italiani “portatori” di apparecchi acustici sia di 74 anni contro una media europea di 60,5 anni.
Recenti indagini hanno inoltre rivelato che solo il 25% dei pazienti che ha coscienza del problema accetta una protesizzazione, e questo non deve essere collegato alla mancanza di qualità degli apparecchi acustici, bensì al pregiudizio che questo disturbo possa essere risolto in maniera efficace.
Molti soggetti con ipoacusia collegano i disturbi uditivi all’età, giustificandoli con il normale processo di invecchiamento, per altri invece subentra la critica verso l’interlocutore (“si mangia le parole”).
La riluttanza a risolvere il problema attraverso una protesi viene poi filtrato attraverso ragioni di vanità, ristrettezze economiche e condizionamenti sociali.
Gli occhiali da vista, ad esempio, che null’altro sono se non protesi oculari, sono addirittura diventati in molti casi di moda; le protesi per ipoacusia invece, anche se quasi invisibili, sono ancora considerate una prova di disabilità in molti soggetti che dovrebbero portarle.
Comprendere le motivazioni del forte aumento delle temperature in Artide rispetto al resto del Pianeta, la cosiddetta “amplificazione artica”, indagandone i complessi meccanismi. È l’obiettivo dei progetti ECAPAC e SENTINEL, il primo coordinato da ENEA e il secondo dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), finanziati dal Programma di Ricerche in Artico (PRA). I ricercatori studieranno in particolare il ruolo del ghiaccio marino, delle precipitazioni e i processi chimici del bromo e del mercurio, importanti indicatori della variazione del ghiaccio.
Il progetto ECAPAC si propone di indagare le precipitazioni e i conseguenti effetti sulla copertura di neve e ghiaccio che innescano i complessi meccanismi alla base dell’amplificazione artica. Coordinato dall’ENEA in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e il Lamont-Doherty Earth Observatory del Columbia University Earth Institute, è tra i primi sei progetti finanziati dal PRA 2018/2020.
Nello specifico, dalla base di Thule (76.5°N, 68.8°O; http://www.thuleatmos-it.it) in Groenlandia saranno effettuate misure in situ e di telerilevamento e inoltre, per lo studio delle precipitazioni, verrà installata nuova strumentazione, con un ruolo chiave alle osservazioni da terra, per individuare e ridurre le incertezze dei modelli climatici ma anche per la validazione e la correzione dei dati satellitari.
“L’Artico è un’area fragile, ma assolutamente strategica per monitorare lo stato di salute del nostro Pianeta; per questo è fondamentale garantirne la salvaguardia anche rispetto allo sfruttamento incontrollato delle ingenti risorse presenti”, evidenzia Alcide di Sarra che rappresenta ENEA nel Comitato Scientifico per l’Artico. “Da qui l’importanza di preservare e incrementare i finanziamenti nazionali per i programmi di ricerca in Artide, un potenziamento della cooperazione scientifica internazionale e il libero accesso alle infrastrutture di ricerca disponibili, in linea con gli obiettivi dell'Unione europea”, aggiunge.
“Per una migliore comprensione degli sviluppi in atto, inoltre, metteremo a sistema, con un approccio di ricerca unitario, dati e analisi sviluppati negli anni da ENEA sia in Artide che in Antartide, fra le aree della Terra maggiormente sensibili ai cambiamenti climatici”, sottolinea la responsabile scientifica del progetto, Virginia Ciardini, ricercatrice ENEA del Laboratorio di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima.
Il progetto SENTINEL punta invece a studiare il ruolo del ghiaccio marino nell’amplificazione artica e il suo impatto sull’atmosfera, in particolare sui processi chimici del bromo e del mercurio. Partecipano al progetto per l’Italia, ENEA, Università Ca' Foscari di Venezia e per il Cnr l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Cnr-Isac) e l’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp), quest’ultimo nel ruolo di coordinatore. Di durata triennale, SENTINEL è risultato primo tra i 6 progetti finanziati dal PRA.
Nell’ambito del progetto saranno analizzate due carote di ghiaccio provenienti da due differenti regioni artiche, una nelle isole Svalbard (ghiacciaio Holthedalfonna a 1.150 m di altezza, coordinate 79.15 N, 13.38 E) e l’altra nella parte est del Plateau della Groenlandia (sito EGRIP, 2.660 metri, 75.63 N, 35.99 W). Le informazioni ottenute sulla variabilità dei quantitativi di bromo e mercurio nelle due aree verranno messe a confronto con i dati satellitari sull’estensione del ghiaccio marino e con le misure di accumulo nevoso rilevate “sul campo”. Inoltre, verranno utilizzati modelli di trasporto atmosferico per comprendere le possibili aree di provenienza delle due specie chimiche. Nell’ambito del progetto, ENEA sarà impegnata principalmente nell’identificazione delle aree sorgenti attraverso i modelli di trasporto atmosferico e nel confronto fra i dati di precipitazione nevosa e quelli ottenuti dalle due carote di ghiaccio.
“Questi studi ci permetteranno di comprendere la relazione tra la drammatica riduzione dell’estensione di ghiaccio marino, documentata nelle ultime quattro decadi, e i processi chimici dell’atmosfera legati al ciclo del bromo e del mercurio”, sottolinea Claudio Scarchilli, ricercatore ENEA del Laboratorio di Osservazioni e misure per l’ambiente e il clima. “Questo ci permetterà di comprendere meglio non solo come il clima stia cambiando, ma anche come questi repentini cambiamenti agiscano sul ciclo chimico di bromo e mercurio, quest’ultimo considerato tossico per l’ecosistema artico”, conclude.
Oltre alle istituzioni italiane collaborano al progetto alcuni fra i più importanti centri internazionali nel campo degli studi climatici, tra cui: Centre for Ice and Climate (CIC) - Niels Bohr Institute, Institute of Physical Chemistry (CSIC), Norwegian Polar Institute (NPI), Institute of Environmental Geosciences (IGE), Villum Research Station (VRS) e Norwegian Institute for Air Research (NILU).
Per continuare a leggere: https://www.enea.it/it/Stampa/news/clima-scienziati-in-artico-per-studiare-ghiaccio-marino-e-precipitazioni
Su HuffPost la lettera a Mario Draghi per istituire una Fondazione per la Creatività Scientifica, di Roberto Antonelli, Carlo Doglioni, Jacopo Meldolesi, Cesare Montecucco, Tullio Pozzan, Maurizio Prato, Giacomo Rizzolatti, Marco Tavani. Ne riportiamo un estratto e inseriamo il link all'articolo completo a fine articolo.
"Indipendente e governata da scienziati per gli scienziati, con fondi pubblici e privati. Una proposta per rispondere al problema del sottofinanziamento della ricerca scientifica italiana".
"I punti di forza e le novità per l’Italia di questa proposta si trovano nella natura pubblico/privata dei fondi con cui dovrà operare e nell’obiettivo di promuovere e potenziare la creatività scientifica italiana, espressa attraverso domande di finanziamento presentate da singoli per poter svolgere progetti di ricerca scientifica di base. Tale iniziativa, se ben organizzata e diretta, farà fare un salto qualitativo e quantitativo alla ricerca scientifica e alla cultura italiana, oltre a generare idee, proposte, modelli, nuovi materiali, farmaci, protocolli terapeutici che si tradurranno in innovazione culturale, industriale, sanitaria e sociale".
Giornate in corsa. Sfrecci in macchina. Controlli l’orologio, ma in realtà è ‘lui’ che ti controlla e detta i tempi. E ancora, corri verso un nuovo giorno o ti affanni per chiuderlo.
Poi arriva il momento in cui decidi che devi soffermarti. Parcheggi. Nascondi l’orologio nella manica del cappotto e ti incammini verso un luogo, che è speciale.
Il vento in faccia non ti ferma. Il cielo grigio, minaccioso, che porta il messaggio di un temporale imminente non è un ostacolo. Non può esserlo.
Ti trovi davanti ad una cella, a Firenze. E’ la replica di quella della sezione B di Robben Island dove fu detenuto Nelson Mandela dal 13 giugno 1964 al 31 marzo 1982. Fu trasferito nella prigione di Pollsmoor e in seguito nella prigione di Victor Verster, dove fu rilasciato l’11 febbraio 1990.
Guardi tra le sbarre. Gli occhi si soffermano sulla coperta ripiegata su se stessa, in un angolo, come se fosse dimenticata.
Ti immagini la sofferenza, ma anche la forza e la tenacia di valori che oltrepassano il tempo. Insegnano. Ti offrono una direzione da seguire. Ogni giorno e ancora di più di questi tempi.
“La memoria e il ricordo vanno alimentati- spiega Massimo Gramigni, Presidente del Nelson Mandela Forum, che è il “custode” di questo posto- perché sono colonne portanti della vita. Le parole di Madiba sono storia, fanno parte del presente e sono slancio per il futuro per le generazioni”.
Il Mandela Forum, in una data simbolo, l’11 febbraio scorso, è diventato uno dei centri per la vaccinazione contro il Covid-19.
Davanti a quella cella, 12 mesi fa esatti, si è ritrovato il mondo dello sport toscano per condividere le frasi di Mandela.
Le immagini scorrono davanti agli occhi. E’ passato un anno, ma sembra il racconto di un’altra epoca.
“Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio “.
Lo affermava Madiba. Ti accorgi che il tempo procede inesorabile, cambia le cose, ma non riesce a scalfire parole che vivono. Dimorano nel cuore.