Siamo abituati a pensare alla lettura come a un momento intimo, di raccoglimento quasi religioso, di distacco da tutto e tutti per immergerci nelle pagine di un romanzo o di un saggio.
Eppure leggere è anche un gesto sociale, fortemente improntato alla condivisione: da quando ci lasciamo consigliare un libro da un familiare, da un amico o dalla critica fino a quando finiamo col parlarne con tutti, consigliarlo o sconsigliarlo a nostra volta, darlo in prestito o regalarlo.
Ci sono poi i circoli di lettura: fisici e virtuali, generalisti o dedicati a un singolo genere, luoghi in cui leggere insieme significa dedicare un’attenzione moltiplicata all’opera, mettere in comune le percezioni e le sue sfumature, personali e condizionate da tutte le altre letture della nostra vita.
Come si costruisce e come si porta avanti un gruppo di lettori? Può rappresentare uno strumento di promozione per il libro italiano nel mondo?
Lo chiederemo nel webinar del 18 febbraio alle 15:00 (ora italiana) a Maria Teresa Carbone, giornalista, autrice, operatrice culturale, e Maria Cristina Zerbino, referente del Bibliopoint e coordinatrice del circolo dei lettori del Liceo Montale di Roma.
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- Gli incontri precedenti sono ancora disponibili qui:
“Stra-leggere: la lettura aumentata e la promozione del libro italiano”
"Il coraggio è scovare quel raggio di sole quando il cielo è interamente coperto dalle nuvole. E’ una luce che ti fa trovare la strada per andare avanti". E’ quanto scrivono due mamme.
Annullare la distanza di oltre 250 chilometri attraverso la scrittura. Condividere il dolore senza fine come la perdita di un figlio, “conoscersi” scrivendosi lettere e mail, raccontandosi le emozioni, la meraviglia delle piccole cose come il fiore che spunta nel giardino, le paure e la voglia di riprendere per mano la vita.
E’ nato da una storia vera, "Il filo sottile del coraggio" (Maria Pacini Fazzi Editore) curato dalla giornalista fiorentina Gaia Simonetti. E’ un diario che raccoglie lo scambio epistolare di due madri, Camilla Tommasi e Giovanna Carboni, durante la quarantena da Cerreto Guidi, in provincia di Firenze dove abita Giovanna a Montemerlo, in provincia di Padova, paese di Camilla, poco distante da Vo'.
Il libro, che si può trovare su Amazon, è stato depositato in questi giorni presso l'Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano (AR). Dal 1984 Pieve Santo Stefano, quasi al confine tra Toscana, Umbria e Romagna, mostra un cartello giallo sotto quello della toponomastica ufficiale con scritto: "Città del diario". La località, infatti, ospita infatti nella sede del municipio, un archivio pubblico, che raccoglie scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, l’esistenza di tutti e la storia d’Italia. Ci sono diari, epistolari, memorie autobiografiche.
“Il nostro diario che ha preso forma nel periodo della quarantena- concludono le due mamme- entra a far parte della storia di tutti noi e del Paese. Nell’inchiostro abbiamo messo il cuore, ma anche la speranza. Non mancano i tempi verbali al futuro. Le nostre lettere sono ripartenza. Per noi è stato così, anche nella vita. Con le nostre lettere vogliamo tendere la mano ad altre mamme e papà”.
Il progetto si propone di contrastare la povertà educativa minorile e la dispersione scolastica tramite lo sport, il teatro e il doposcuola
Tre strumenti per sviluppare la capacità di stare insieme, per una crescita consapevole e per rafforzare le competenze educative. Saranno realizzati corsi di espressività teatrale a scuola in stretto coordinamento con i docenti; corsi di karate e danza, che si terranno nella palestra appositamente ristrutturata presso una scuola di Scampia, precedentemente abbandonata e vandalizzata a causa di una faida di camorra e ora pienamente recuperata; doposcuola quotidiano che accoglierà 80 bambini e ragazzi del quartiere con forti carenze educative e culturali.
Qui maggiori informazioni https://www.
Sette giorni per rispondere a un bisogno crescente. Aumentano le richieste da parte dei 56 enti convenzionati, che rispondono alle esigenze di 22.460 assistiti: c’è bisogno di 105.192 farmaci
Banco Farmaceutico invita i cittadini ad andare nelle farmacie aderenti (264 a Torino) per donare uno o più medicinali per chi ha bisogno. Anche quest’anno, la GRF - Giornata di Raccolta del Farmaco, si farà. La #GRF21 durerà una settimana, da martedì 9 a lunedì 15 febbraio. Nelle oltre 5.000 farmacie che aderiscono in tutta Italia (riconoscibili perché espongono la locandina dell’iniziativa, l’elenco è consultabile sul sito www.bancofarmaceutico.org), sarà chiesto ai cittadini di donare uno o più medicinali da banco per i bisognosi. I farmaci raccolti (541.175 nel 2020, pari a 4.072.346 euro) saranno consegnati a oltre 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura delle persone indigenti, offrendo loro, gratuitamente, cure e medicinali.
L’11 febbraio del 1996 ci ha lasciati Amelia Rosselli. Poetessa, ha fatto parte della "generazione degli anni trenta", insieme ad alcuni dei più conosciuti nomi della letteratura italiana. Nata a Parigi dall’esule antifascista Carlo Rosselli, si trasferì prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti., per ultimare poi gli studi in Inghilterra e tornare in Italia nel 1946. Lavorò come traduttrice e frequentò gli ambienti letterari romani e gli artisti del Gruppo 63. Nel 1964 uscì la sua prima raccolta in versi. Era povera Amelia Rosselli, e le fu assegnato il vitalizio straordinario previsto dalla legge Bacchelli. Morì suicida per cause connesse a una grave depressione. Nel 25esimo anniversario dalla sua morte, ricordiamo alcune tra le sue poesie più celebri, come Di sollievo in sollievo, Sereno il suolo mi rendeva, Se no è noia, è amore e C’è come un dolore nella stanza. Ricordiamo inoltre che è appena uscito il libro d’esordio di Alice Zanotti, “Tutti gli appuntamenti mancati. Un ritratto immaginario di Amelia Rosselli”, con Bompiani.
Qui la puntata di Un popolo di poeti, intitolata “La solitudine”, a cura di Paola Severini Melograni, in cui si parlò di Amelia Rosselli: https://www.youtube.com/watch?
TUMORE DEL PANCREAS: SCOPERTA DAI RICERCATORI DEL CERMS DELLE MOLINETTE E DELL’UNIVERSITÀ DI TORINO LA CHIAVE DI INGRESSO PER L’INVASIONE DEI LINFOCITI KILLER
In uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Proceedings of the National Academy of Sciences of the USA (1) i ricercatori del Centro di Ricerche in Medicina Sperimentale (CeRMS) della Città della Salute di Torino e del Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino hanno scoperto il modo per permettere ai linfociti killer antitumore di infiltrarsi all’interno del tessuto tumorale per eliminarlo.
Il tumore del pancreas viene a ragione definito il “killer silenzioso”. Il motivo di questo nome deriva dal fatto che non presenta sintomi specifici quando si manifesta, o meglio, quando questi compaiono spesso sono associati ad uno stadio molto avanzato della malattia. La causa potrebbe derivare dal fatto che, fin dalla sua origine il tumore del pancreas è caratterizzato da un intricato insieme di cellule di diversa natura che lo circonda e forma il cosiddetto “microambiente tumorale”. Nel microambiente vengono accesi numerosi programmi genetici e metabolici che forniscono un enorme vantaggio alla crescita del tumore e nello stesso tempo impediscono ai linfociti T killer antitumore di “infiltrarsi” nel tessuto tumorale, confinandoli all’esterno ed impedendo loro di riconoscerlo ed eliminarlo.
Coordinati dai professori Paola Cappello e Francesco Novelli, i ricercatori impegnati in questo studio hanno dimostrato che bloccando l’interleuchina 17A, un importante messaggero della comunicazione tra le cellule del sistema immunitario e tra queste e le cellule circostanti, si modifica “il microambiente” tumorale ed in particolare il comportamento di un tipo di cellule, i fibroblasti. Queste cellule sono particolarmente abbondanti nel tumore del pancreas e sono responsabili della deposizione di un complesso e compatto reticolato di fibre, la cosiddetta “matrice”, che rappresenta il più grosso ostacolo all’ingresso dei linfociti killer antitumore così come la diffusione dei farmaci utilizzati per il trattamento.
Il dottorando Gianluca Mucciolo, impegnato nel Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare dell’Università di Torino e primo autore di questo studio, utilizzando un modello animale predestinato a sviluppare il tumore del pancreas e privo della capacità di produrre l’interleuchina 17A, ha osservato che, nonostante la presenza di molti fibroblasti, il microambiente tumorale era molto più “invaso” da linfociti killer antitumore. Grazie ad una collaborazione con un gruppo di ricerca della Czech Academy of Sciences di Praga, diretto dal professor Luca Vannucci, il gruppo torinese ha dimostrato che in assenza dell’interleuchina 17A, la matrice depositata dai fibroblasti era, diversamente dal solito, molto più soffice e lassa, e presentava un’architettura che aveva poco in comune con le vere e proprie “autostrade” che favoriscono l’invasione delle cellule tumorali dei tessuti circostanti.
Per analizzare a fondo il comportamento dei fibroblasti nel tumore del pancreas, la professoressa Cappello è ritornata presso il Campbell Family Institute for Breast Cancer Research a Toronto nel Laboratorio diretto Professor Tak Mak, dove aveva già trascorso alcuni periodi di lavoro, e mediante l’utilizzo di sofisticate tecnologie per lo studio dell’espressione genica a livello di una singola cellula, ha dimostrato come in assenza dell’interleuchina 17A i fibroblasti del tumore del pancreas modificano il loro programma genico per promuovere sia l’accumulo di linfociti T antitumore che l’aumento della loro attività killer.
“Seppure siano necessari ulteriori studi per approfondire il ruolo di questa interleuchina nella risposta anti-tumorale nell’ambito del tumore pancreatico, la grande notizia è che anticorpi anti-interleuchina 17A vengono già utilizzati nella pratica clinica per limitare i danni di alcune malattie autoimmunitarie e quindi potrebbero essere combinati con altre strategie per colpire il tumore del pancreas da più parti e rendere più efficienti i diversi trattamenti” commenta la Prof.ssa Cappello.
Questi dati aggiungono un nuovo mattone per costruire una strategia efficace per la cura del tumore del pancreas. Aggiunge il Prof. Novelli: “Il nostro stesso gruppo ha recentemente sviluppato una terapia basata su vaccinazione a DNA e chemioterapia che nel modello animale ha dimostrato una notevole efficacia nel bloccare la progressione del tumore (2). Questa efficacia potrebbe essere ulteriormente aumentata dalla somministrazione combinata di anticorpi anti-interleuchina 17A, scatenando l’attività antitumore dei linfociti killer”
Dallo studio contestuale del microambiente tumorale e dei meccanismi con cui il sistema immunitario può reagire contro il tumore del pancreas nascono le nuove terapie combinate che ci permettono di “accerchiare” sempre di più questo tumore e di aprire prospettive concrete per la sua cura.
L'autentico cambiamento è nelle nostre mani. A distanza di tre anni dal loro primo incontro, il giovane allievo e il saggio maestro si ritrovano: il giovane non ha esaurito tutte le sue domande sul senso dell’esistenza e la ricerca dell’autentica felicità. Anzi, è ancora più frustrato e insoddisfatto: il suo mestiere di insegnante – e i problemi sempre più complessi che lo tormentano – lo hanno messo a dura prova nell'applicazione quotidiana dei principi appresi dal maestro. Il saggio filosofo ascolta pazientemente lo sfogo, ma poi prende a parlare. Nel corso di un intenso dialogo, lungo un’intera notte, il maestro spiegherà al giovane che il metodo delle lodi e punizioni non serve, perché quello che occorre sviluppare nei ragazzi è la cooperazione, e non la competizione. Quello che occorre insegnare veramente è il rispetto, l’empatia, l’amore disinteressato per l’altro. Solo sentirsi parte integrante di una comunità e dare il proprio contributo all’esistenza degli altri è la via per essere felici. Una via che si percorre imparando ad accettare l’altro per come è e ad amare incondizionatamente, senza aspettarsi nulla in cambio: perché amare davvero è la scelta più ardua e coraggiosa di tute
Lo dicono le 100 donne della Rete RED in occasione di San Valentino. Spesso discriminate perché donne e per la loro sclerosi multipla, vivono in un mondo che non è ospitale, né nel lavoro e nella loro famiglia. Ma si impegnano a crearne uno migliore.
No alla discriminazione. No alla Violenza. Sì al rispetto. Lo chiedono le donne della Rete RED, un gruppo di 100 donne che appartengono ad AISM – Associazione italiana Sclerosi Multipla -, formate dall'Associazione stessa all’ascolto e alla comprensione dei disagi di donne con sclerosi multipla.
I messaggi del loro San Valentino non sono quelli stereotipati e zuccherosi. Sono, semmai, impegno. Impegno a far sì che nessuna donna debba sentirsi minacciata, sottostimata e non rispettata solo perché donna con SM.
«Vogliamo un altro San Valentino: quello che celebra il rispetto e combatte la doppia discriminazione». Dice Gaia, una delle donne attiviste del gruppo.
“Non voglio fare pace con una carezza se poi divento sempre più un giocattolo rotto. Voglio il tuo rispetto” è una delle cinque card che lanciano le donne di RED sui social con l’#sanvalentinoRed, perché essere donne con disabilità implica un maggior impegno nel vedere riconosciute le discriminazioni, le molestie e le violenze subite perché spesso la condizione di disabilità oscura il genere. Le donne con disabilità subiscono una doppia discriminazione che ne condiziona pesantemente le opportunità di partecipazione, autodeterminazione e scelta in vari ambiti della vita.
Gli attivisti della campagna, nata dalla Rete per l'emergenza climatica e ambientale dell'Emilia Romagna e Fridaysforfuture Italia, all'alba della formazione del nuovo governo si mobilitano per chiedere che la ripartenza avvenga in nome di una transizione ecologica realmente sostenibile, per restare sotto alla soglia degli 1,5 gradi di aumento della temperatura media globale.
In questo orizzonte non c'è spazio per la tecnologia di cattura della CO2 (CCS) che ha proposto Eni per Ravenna, si tratta di un progetto molto costoso dai benefici ambientali nulli e addirittura negativi << L’anidride carbonica non verrebbe catturata dall’atmosfera ma dalle centrali elettriche e dalle industrie che la producono. La crisi climatica quindi non viene affatto mitigata ma è solo uno stratagemma per tenere in vita centrali e processi produttivi obsoleti e inquinanti per cui esistono valide alternative, alle quali in questo modo stiamo sottraendo soldi preziosi ritardando la riconversione.>> Inoltre il processo di stoccaggio della CO2 nei pozzi di metano esauriti presenta enormi rischi quali l'aumento dell’attività sismica indotta e la possibilitá di fuoriuscite. Si tratta solo di una strategia per estrarre fino all'ultimo grammo di metano.
Il presidente del consiglio designato Mario Draghi ha promesso la creazione di un ministero per la transizione ecologica. I dettagli non sono ancora noti ma si prevede l’accorpamento dei ministeri di ambiente e sviluppo economico.
<< Scendiamo in piazza per chiedere che la transizione ecologica non venga affidata ad aziende private che seguendo le logiche del profitto ingannano da anni i cittadini con conseguenze devastanti. I fondi europei per la ripartenza rappresentano un'opportunità unica per assicurare un futuro per tutti, chiediamo che non vengano dati a Eni e ai CCS, né ora né mai, e vogliamo assicurarci che il progetto di Ravenna non venga reinserito nella versione definitiva del PNRR. >>
Oltre alle azioni fisiche la giornata prevede anche delle azioni online, come la MemeChallenge e la TweetStorm delle 15:00 i cui dettagli sono riportati nelle pagine social della campagna @noccs_ilfuturononsistocca
In occasione della Giornata Internazionale contro l'uso dei Bambini Soldato che ricorre il 12 febbraio, la Lega Pro ha aderito e concesso il patrocinio ad una campagna di sensibilizzazione, promossa da Mete Onlus della Presidente Giorgia Butera.
Oggi Mete Onlus promuove alle 18 un confronto da remoto sul tema dei diritti dell’infanzia e lo sport a cui partecipa anche il Presidente Ghirelli. Verrà presentato “Peaceful World and Human Rights”, short film realizzato allo stadio Barbera di Palermo.
“La Lega Pro aderisce alla campagna promossa da Mete Onlus- spiega Francesco Ghirelli, Presidente Lega Pro- e si lega a progetti, ad iniziative, a gesti che difendono i diritti dei bambini. Il calcio è uno straordinario ambasciatore di valori e rappresenta il gioco. Ogni bambino ha diritto di giocare. Lo stadio è il luogo delle famiglie, ha una funzione, oltre che sportiva, formativa. E’ luogo di incontro delle generazioni come nelle immagini, pre-Covid, di quando i nonni scesero in campo, nel turno dedicato ai nonni nel campionato di Serie C, con i nipotini.
Il pallone ha il dovere di lanciare un messaggio forte: i bambini devono giocare e saper giocare.”
“Campi d’ostinato amore” il libro pubblicato nel 2020 dalla casa editrice La Nave di Teseo, scritto da Umberto Piersanti poeta, docente universitario ed editorialista sul nostro portale Angelipress. Un libro dove le sue parole attraversano, il dolore della storia e quello quotidiano si intrecciano, mentre lo sguardo del poeta si posa sulla grazia che, inaspettatamente, deposita il suo germe.
oggi ci fa piacere segnalarvi alcune delle recensione che sono state pubblicate dalla scorsa settimana e che dimostrano che Piersanti è “una delle voci della poesia più importanti del nostro paese”.
L’osservatore Romano : «Campi d’ostinato amore» di Umberto Piersanti. In attesa del risvegliodi Nicola BultriniUmberto Piersanti è una delle voci più importanti della nostra poesia. Che ha un timbro forte, inconfondibile. Non solo per la lunga e profonda esperienza del verso, ma anche e soprattutto perché non si è mai tirato indietro di fronte alla vita. Quella vita la cui potenza ci disorienta, ci spaventa, ci ubriaca. Piersanti si pone al cospetto dell’esistente e lo canta.
La sua poesia sta tutta nel tempo, un grande tempo. Quello della memoria, perché «Il tempo poi dissolve le figure / ad una ad una nel vortice / degli anni rapinate, / contro il vuoto che ghiaccia / sangue e fiato / dentro l’aria le incidi / per l’eterno». Ma quello di Piersanti non è uno scavo nella memoria, perché in realtà le immagini, i colori, gli odori, sono sempre presenti, «Salgono le memorie / fitte alla gola» sospese in un senzatempo. Così è in questo suo ultimo bellissimo libro, Campi d’ostinato amore (Milano, La nave di Teseo, 2020, pagine 176, euro 19) dolcissimo, struggente, ma pure pieno di vita, in cui proprio il tempo è protagonista in quanto scrigno sempre aperto di storie che gli fanno dire «non sopporta la vita / spazi deserti / colma d’erba e foglie / ogni interstizio, / il tempo le dissolve / e le rinnova».
In tutta la sua opera il poeta ci ha abituati all’ascolto di un vissuto corale di figure schiette, autentiche (madri, padri, uomini in armi, fanciulli, ragazze) che stanno vivide nello sguardo, «volti nella mente infissi / (…) e poi così lontani, / lontani e persi, / nell’oscura veglia». Ma «se trovi una foto / è in bianco e nero» e stavolta infatti, Piersanti compie uno scarto deciso e vira diretto verso l’età più verde, «infanzia, eterna epifania», nell’occhio bambino dove tutto è stupore, meraviglia, e si fa mito.
«Una gracile memoria / invochi e preghi», lo sguardo dei bambini come è noto, è sempre molto serio, autentico. Nei loro occhi si fermano i fatti salienti, che non coincidono necessariamente con i macro-eventi, anzi, spesso ne sono il minimo controcanto. Così Piersanti canta le storie di una terra, la sua terra, le Cesane, i boschi, le fonti, i fossi. E gli animali, la serpe nera, gli armenti che si abbeverano, e ancora gli uomini, i partigiani, i soldati, i “neri”. Tutti elementi che si muovono in un orizzonte tangibile, vicinissimo. Questo è possibile anche grazie al tono “fattuale” e insieme eminentemente lirico del testo, in cui convive la rarefazione dell’immagine e la concretissima nominazione dettagliata della natura (Piersanti è da sempre un grande conoscitore del mondo botanico). Anche il verso nella sua forma, prende il tono del narrare infantile.
Per continuare a leggere: https://www.osservatoreromano.va/it/news/2021-01/quo-012/in-attesa-del-risveglio.html
Il Manifesto: Un teatro d’ombre care e necessarieDi Massimo RaffaeliC’è una pianta che, improvvisa come un paradosso fuori stagione, fiorisce a febbraio tra le pietre antiche di Urbino, il ranuncolo giallo denominato favagello: è la griffe elettiva di un poeta tra i nostri maggiori, Umberto Piersanti, nato a Urbino ottanta anni fa proprio di questi giorni e a bordo di una lettiga, come ha molte volte raccontato, che scivolava sulla neve ghiacciata giù per la discesa di via Raffaello.
SE I NOMI DELLE PIANTE, per eredità pascoliana, sono il primo suo segnacolo, va appunto ricordato che la poesia di Piersanti nasce a propria volta sul principio degli anni Sessanta quale espressione lirica e vocazione al canto giusto nel momento di massima indigenza, hic et nunc, di ogni trattamento armonico/melodico per la sopravvenuta irruzione del Gruppo 63. Si potrebbe anzi dire, al riguardo, che con lui soltanto Dario Bellezza fra i coetanei abbia mantenuto un profilo di perfetta alterità rispetto al gusto allora dominante del sabotaggio linguistico-stilistico che talora sconfinava in posizioni di rigetto e di abiura della poesia stessa.
Esordiente con una plaquette dal titolo già intonato, La breve stagione (1967), e in capo a un decennio doppiata da un’altra addirittura topica, Il tempo differente (1974), Piersanti ha firmato complessivamente una decina di raccolte fino alla recente Nel folto dei sentieri (marcos y marcos 2015) e a quella che festeggia ora il più rotondo dei suoi compleanni, Campi d’ostinato amore (La nave di Teseo, «i Venti», pp. 159, euro 19), un libro, va subito detto, scritto nei modi che Adorno definiva dello «stile tardo», cioè uno stile capace di asciugare in via definitiva la maniera di un autore attingendo la assoluta essenzialità.
Perciò Campi d’ostinato amore, scandito in sei sezioni di testi databili all’ultimo quinquennio, prima che come una raccolta si configura come una ideale antologia sia pure composta di inediti, perché dentro, pari a un ultimo catalizzatore, c’è tutto quanto l’universo percettivo di Piersanti, il suo mondo tridimensionale e reale, ma parallelamente c’è il riflesso mitico o ideale di quel mondo medesimo, un teatro d’ombre che il tempo ha reso sempre più care e necessarie. Sono versi brevi, frontali, spezzati e di continuo ricomposti entro la misura di un sostanziale endecasillabo, essi non mutano mai eppure sono sempre differenti.
Per continuare a leggere: https://ilmanifesto.it/un-teatro-dombre-care-e-necessarie/
Fondazione Cassa Depositi e Prestiti e Save the Children lanciano il progetto #youthefuture con l’obiettivo di rafforzare le competenze digitali di bambini e adolescenti nel nostro Paese, promuovendo il loro protagonismo e la loro partecipazione attiva nella società. L’iniziativa, avviata nell’ambito della partnership tra la Fondazione - nata per volontà di Cassa Depositi e Prestiti - e l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, coinvolgerà oltre 3.200 studenti in 83 scuole primarie e secondarie in 12 città italiane: Ancona, Avellino, Chieti, Crotone, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Praia a Mare e Scalea (Cosenza), Roma e Velletri (Roma).
Per la Fondazione Cassa Depositi e Prestiti il progetto è il primo passo di un ambizioso programma per combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica, fenomeni drammatici che affliggono il Paese. Per Fondazione CDP investire nel domani significa infatti valorizzare la risorsa più preziosa del Paese, il suo capitale umano. Per questo motivo, Fondazione CDP vuole essere al fianco delle comunità educanti per garantire ai ragazzi le adeguate opportunità e il diritto di essere protagonisti del futuro.
Come più volte evidenziato da Save the Children, la pandemia che stiamo vivendo ha reso ancora più evidenti le profonde disuguaglianze educative che colpiscono ancora troppi bambini e adolescenti nel nostro Paese, soprattutto nelle periferie più svantaggiate delle nostre città. Grazie a questo innovativo progetto, i bambini e i ragazzi possono far sentire la loro voce, esprimendo le proprie opinioni e agendo come fattori attivi del cambiamento, a scuola così come nel resto della società. L’Organizzazione sottolinea, inoltre, la cruciale rilevanza della partnership con Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, grazie alla quale tanti giovani potranno riscoprirsi protagonisti della loro vita e di fare da cassa da risonanza ai diritti e alle istanze dei loro coetanei.
Il progetto viene annunciato alla vigilia della Giornata Mondiale della Radio, che si celebra oggi 13 febbraio, proprio prché utilizza questo strumento di comunicazione per coinvolgere i minori in azioni di partecipazione civica digitale, rendendoli così promotori dei propri diritti e migliorando l’accesso e l’uso consapevole delle nuove tecnologie. Laboratori radiofonici focalizzati sui diritti di bambini e ragazzi, lavoro redazionale, realizzazione e conduzione di dirette radio via web e produzione di podcast: tante le attività in cui saranno coinvolti i minori – in particolare delle scuole secondarie di Avellino, Napoli e Roma - nell’ambito di #youthefuture per raccontare il mondo con gli occhi dei ragazzi. Un modo per dare voce al proprio vissuto, specialmente nel difficile contesto della pandemia, portare all’attenzione degli adulti le loro esigenze più sentite e allo stesso tempo farsi promotori del cambiamento.
Altro asse portante di #youthefuture è quello della formazione degli studenti ma anche di docenti, dirigenti scolastici e genitori al fine di favorire il benessere scolastico degli alunni, rafforzare le loro motivazioni allo studio e ridurre così il rischio di dispersione scolastica. Tutto ciò attraverso la realizzazione di laboratori partecipativi e momenti di confronto tra studenti e docenti, percorsi di formazione rivolti a presidi e insegnanti su strumenti e metodologie per promuovere la partecipazione in classe e azioni di sostegno alle famiglie per affrontare la crisi attuale e supportare a loro volta il percorso educativo dei propri figli.
Il progetto #youthefuture prevede infine un piano di azioni di volontariato d’impresa messo in campo da Fondazione Cassa Depositi e Prestiti per coinvolgere i propri dipendenti in attività di tutoraggio rivolte agli studenti e workshop formativi sui temi della sostenibilità, dell’innovazione e del digitale.
Questa iniziativa si inserisce in un contesto complicato a causa pandemia di Covid-19, in cui l’uso di Internet e delle nuove tecnologie ha assunto un ruolo più che mai centrale nella vita quotidiana dei bambini e dei ragazzi. Allo stesso tempo, la necessità di cimentarsi con gli strumenti digitali ha portato alla luce le profonde discrepanze nell’accesso alle nuove tecnologie, così come i rischi ad esso connessi. Oggi infatti un minore su otto tra i 6 e i 17 anni (circa 850 mila giovani) non ha un pc o un tablet in casa, circa uno su cinque nelle Regioni del sud. Una situazione che in questi mesi ha avuto gravi ripercussioni sulla possibilità di frequentare le lezioni da casa: durante il lockdown più di un ragazzo su dieci non è riuscito a studiare a distanza, mentre uno su cinque ha potuto farlo solo saltuariamente. Uno studente su quattro ha riscontrato problemi di connessione, mentre per 14 su 100 l’uso del software per la didattica a distanza risultava troppo complesso. Più di un adolescente su tre tra i 14 e i 17 anni non ha alcuna competenza digitale nell’uso della rete e delle nuove tecnologie. In particolare, il 23,9% non sa come cercare informazioni in rete, il 24% non è in grado di usare software informatici, mentre più del 17% non sa come risolvere problemi tecnici.
“Fastweb aiuta i piccoli imprenditori” l’iniziativa lanciata da Fastweb e i suoi dipendenti, in collaborazione con Fondazione Cesvi, con l’obiettivo di sostenere con un aiuto concreto e immediato le micro e piccole attività a rischio fallimento, registra i primi importanti risultati relativi alla raccolta fondi.
Grazie alla mobilitazione del 90% dei dipendenti di Fastweb su un totale di 2.700 persone, sono stati raccolti in poche settimane più di 320.000 euro, un importo raggiunto attraverso il conferimento di Christmas Card aziendali e la donazione di 11.000 ore di lavoro. I fondi raccolti confluiranno all’interno di un Fondo da 1 milione di euro che è stato costituito da Fastweb a favore delle piccole attività commerciali clienti in difficoltà economiche come bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, piccole agenzie di viaggio, negozi di abbigliamento, di calzature e palestre.
Il Fondo Fastweb, verrà amministrato da Cesvi Fondazione Onlus con la consulenza di Confcommercio e sarà utilizzato per supportare, tramite contributi a fondo perduto da 5.000 euro, le piccole attività commerciali clienti Fastweb che si trovano in situazione di fragilità economica.
L’iniziativa, che si inserisce nel più ampio piano di responsabilità sociale lanciato dall’azienda sotto il nome di Nexxt Generation 2025, testimonia il forte impegno che Fastweb intende profondere a supporto della comunità, rispondendo in modo concreto ai bisogni reali delle attività economiche sul territorio.
Confcommercio ha stimato per il 2020 che nella sola città di Milano era a rischio un’attività commerciale su 3, mentre a livello nazionale l'effetto combinato del Covid-19 e del crollo dei consumi erano prossime alla chiusura definitiva oltre 390mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato. Tra i settori più colpiti, nell'ambito del commercio, abbigliamento e calzature (-17,1%) mentre nei servizi le maggiori perdite di imprese si sono registrate, invece, per agenzie di viaggio (-21,7%), bar e ristoranti (-14,4%).
Il meccanismo per accedere al finanziamento da 5.000 euro è molto semplice. Il bando è aperto a tutte le imprese clienti segnalate a Fondazione Cesvi da Fastweb e dai suoi dipendenti (per un numero massimo di tre per ciascun dipendente) e che rientrano nei requisiti previsti dal bando stesso, ovvero: essere clienti di Fastweb al 31 dicembre 2019 e ancora in attività; rientrare nei codici ATECO relativi a Bar, Ristoranti, Gelaterie, Pasticcerie, Piccole agenzie di viaggio, negozi di abbigliamento e calzature, palestre; essere ditte individuali o aziende familiari; essere in grado di dimostrare una diminuzione del fatturato di oltre il 30% in un trimestre del 2020 rispetto al 2019.
Le aziende segnalate verranno contattate da Cesvi. La procedura di assegnazione verrà certificata da un Comitato Tecnico nominato e istituito dalla Fondazione insieme a Fastweb e a rappresentanti di Confcommercio e del mondo accademico.
“Siamo veramente entusiasti della massiccia adesione dei nostri colleghi a questa importante iniziativa di responsabilità sociale che, nel suo piccolo, vuole dare un aiuto immediato e concreto a quelle piccole attività, di cui moltissime a conduzione familiare, che rischiano di non farcela” ha dichiarato Anna Lo Iacono, Senior Manager of Corporate Social Responsibility di Fastweb. “La profonda crisi economica che sta investendo le micro imprese del nostro Paese non poteva lasciarci indifferenti e, insieme a Fondazione Cesvi, abbiamo deciso di impegnarci attivamente per dare il nostro contributo”.
“Il risultato ottenuto in poche settimane testimonia l’alto valore sociale e umano di questa iniziativa che vede Fondazione Cesvi al fianco di un partner attento e socialmente impegnato come Fastweb e i suoi dipendenti che hanno dimostrato passione e attenzione per il prossimo. L’obiettivo che ora ci poniamo come Fondazione, per la gestione del Fondo costituito da Fastweb, è quello di erogare in maniera veloce ed efficiente i contributi a tutte quelle piccole attività che si trovano di fronte alla difficoltà di operare ancora sul mercato e necessitano di supporto immediato per ripartire. Siamo sempre più convinti di quanto sia fondamentale proseguire sulla strada della collaborazione tra imprese e non profit per dare sostegno concreto al nostro Paese” dichiara Gloria Zavatta, Presidente di Fondazione Cesvi.
Lo scorso mercoledì il Consiglio Regionale del Lazio ha definitivamente approvato la Proposta di Legge regionale n.176 "Disposizione in materia di cooperative di comunità".
AGCI Lazio, Confcooperative Lazio e Legacoop Lazio rinnovano i ringraziamenti alla Consigliera e Presidente della Commissione lavoro, Eleonora Mattia, come prima firmataria della PL e alla Regione Lazio tutta, per il grande lavoro di ascolto e concertazione svolto nei mesi passati.
Quella sulle Cooperative di Comunità è una legge che si aspettava da tempo, per concedere una nuova vita ai tanti borghi che negli anni hanno subito fortemente lo spopolamento, aree interne, ma anche zone montane, che sono essenziali alla vita culturale ed economica della Regione e la cui importanza è stata riscoperta specie in tempi di pandemia, che ha visto forti trend di uscita dai grandi centri urbani.
C’è poi tutto il tema delle periferie, specie in una città come Roma, che possono essere ripensate e riqualificate a partire da esperienze territoriali virtuose, messe in rete e adeguatamente supportate.
“Con questa legge la Regione Lazio compie una scelta coraggiosa e di visione, che arriva dopo un anno drammatico in cui molte comunità sono state messe in difficoltà - ha commentato Eleonora Mattia, subito dopo l’approvazione della Legge in Consiglio Regionale - Quando ho presentato la proposta non avrei mai immaginato di vederla approvare in questo contesto, ma ora più che mai sono convinta della necessità di queste disposizioni.”
“L’approvazione di questa Legge testimonia, ancora una volta, che Istituzioni attente e pronte all’ascolto sono in grado di raggiungere grandi risultati anche in periodi drammatici come quello che stiamo vivendo - hanno commentato congiuntamente i Presidenti di AGCI Lazio, Marino Ianni, Confcooperative Lazio, Marco Marcocci, e Legacoop Lazio, Placido Putzolu - Questa legge serviva, proprio ora: adesso abbiamo uno strumento in più per incidere sull’economia reale della Regione, partendo dalle esigenze dei cittadini e supportandoli in una nuova idea di sviluppo che parte dal basso.”