L'editorialista del Corriere della Sera Carlo Verdelli, che ha diretto in passato alcuni tra i più importanti quotidiani e magazine italiani, ha accettato l’invito rivoltogli dalla redazione di Scar de' tenis ed è così per il numero di dicembre-gennaio il “direttore” del magazine venduto dai senzatetto. Il magazine non si trova in edicola ma nelle Caritas, in parrocchia e in strada.
Qui di seguito un piccolo estratto da un racconto del libro di Carlo Verdelli "I sogni belli non si ricordano" (Garzanti), intitolato "La farfalla e il barbone":
"Miracolosamente smise di colpo di piovere e la madre di Scilia di telefonare. Si trovarono davanti all'iper, con un po' di casino all'entrata per via della gente che chiudeva gli ombrelli, una raccolta di firme per qualcosa, un banchetto abusivo di calze e guanti. Nel breve ingorgo, Scilia volò con lo sguardo tra le gambe degli adulti e si posò su un barbone seduto su un gradino, con un sacchetto di plastica sporco tra i piedi e un libro al fianco. Aveva uno strano berrettino in testa, pochi denti, un'età avanzata ma indefinibile e un sorriso mite rivolto chissà dove. Scilia tirò la mano della mamma per mostrarglielo, ma la mamma tiò più forte la sua perché si era aperto un varco e potevano finalmente infilarsi nell'iper. Carrelli, chiasso, chiamate dalle casse. Nello scaffale dei giochi, la farfalla vide il pupazzo di un'ape, pensò al nonno, chiese se poteva prenderlo. Risposta negativa. «Adesso no, che ne hai già tanti». All'obiezione «Ma è una bella ape, il nonno dice che Alì…» ottenne uno spiraglio di promessa. «Il nonno, il nonno… vedremo, magari domani».
All'uscita, il barbone era ancora lì. Scavato come un torsolo, le dita delle mani intrecciate, non chiedeva la carità. Sembrava non chiedere niente di niente, solo bearsi del pochino di sole che nel frattempo era filtrato tra le nuvole e asciugava la sua mercanzia."
Tra i vari contenuti all'interno di questo numero, Verdelli ha intervistato l'arcivescovo di Milano Mario Delpini, che invita a non perdere la speranza e cedere all'individualismo nonostante il momento complesso e l'emergenza sociale. Delpini chiede inoltre di ripensare i modelli economici per realizzare nuove forme di mutualità, di cooperativismo e forme di lavoro più dignitose.
"Ciò favorirà l'occupazione, condizioni diverse di lavoro e di riposo, insomma un tipo di impostazione del lavoro più finalizzato al benessere complessivo della persona e della società, che agli indici del rendimento delle azioni o del capitale investito. Sono passi che dovremmo compiere. Il sistema del lavoro ha bisogno di modelli che funzionino, che consentano un livello di vita dignitoso ma anche la sopravvivenza dell'azienda e la prestazione dei servizi. La politica deve creare quel sistema di relazioni e servizi affinché tutti siano nella condizione di poter esercitare i propri diritti e rispettare i propri doveri".
Oltre 120 artisti e più di 50 realtà aziendali hanno contribuito al fondo per i lavoratori e le maestranze del mondo dello spettacolo, della musica, dell’audiovisivo e degli eventi. Attivo da oggi il bando emergenza per l’assegnazione di contributi a fondo perduto per un valore complessivo di 1.200.000 euro.
Dopo solo un mese dalla sua presentazione, SCENA UNITA- per i lavoratori della musica e dello spettacolo, il Fondo privato ideato e promosso da artisti ed enti privati, apre il bando con i criteri di assegnazione di contributi a fondo perduto sul sito www.scenaunita.org. Arriva così il contributo di artisti e aziende a un settore che è stato tra i più colpiti dalle prescrizioni dovute alla pandemia. Oltre 120 artisti e più di 50 realtà aziendali hanno risposto all’appello di SCENA UNITA portando il Fondo ad avere a disposizione, per il bando emergenza, € 1.200.000 per supportare il mondo dello spettacolo, della musica, dell’audiovisivo e degli eventi, all’interno dei quali sono state individuate le tipologie di lavoratori che si sono rivelate più fragili sotto il punto di vista delle tutele. I fondi raccolti verranno distribuiti secondo criteri di assegnazione dei finanziamenti - consultabili sul sito dell’iniziativa. Un risultato incredibile per questa operazione, che per la prima volta vede così tanti artisti uniti per un comune obiettivo rivolto ai loro stessi settori di appartenenza, rappresentando una vera cerniera tra il mondo dello spettacolo e i suoi innumerevoli attori, e quello aziendale. La restante parte del Fondo già raccolta, sarà dedicata all'erogazione di futuri contributi a fondo perduto per la formazione e il supporto a progetti speciali e verrà estesa anche a quelle categorie non previste in questo bando.
Quella messa a disposizione da SCENA UNITA è una simbolica tredicesima (un importo a fondo perduto di 1.000 euro) che giunge dopo quasi un anno davvero drammatico per l’intero comparto. Da maggio a oggi, infatti, sono moltissimi gli spazi dedicati alla produzione e alla fruizione di contenuti culturali ancora chiusi, un fermo che rischia di provocare un vero collasso. L’aiuto economico che arriva da SCENA UNITA, oltre a rappresentare un contributo a questa emergenza sociale, prevede anche il sostegno di progettualità e buone idee funzionali alla ripartenza, con allocazioni di fondi dedicati. I criteri di assegnazione dei finanziamenti di questo primo bando sono stati elaborati dai comitati tecnici e scientifici di SCENA UNITA, così composti: Chiara Trabalza ed Emilio Simeone (#ChiamateNoi), Avv. Lucia Maggi (Amministratore unico 42lawfirm srl), Prof. Stefano Baia Curioni (Università Bocconi), Demetrio Chiappa e Fabio Fila (Fondazione Centro Studi DOC), Ugo Bacchella (Presidente Fondazione Fitzcarraldo), Maurizio Roi (Mediacultura e Art-Booking), Avv. Andrea Marco Ricci (Presidente Note Legali), Prof. Fabio Dell'Aversana (Presidente SIEDAS - Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo), Giulio Koelliker e Fenia Galtieri (Squadra Live) con la collaborazione di Giorgia Cardaci (UNITA) nell'identificazione delle maestranze più fragili all'interno del settore dell'Audiovisivo.
Un 'regalo' dedicato al progetto benefico “RestiAMO in contatto”
In più da giovedì 10 Dicembre il tipico dolce natalizio, vero e proprio, è disponibile su ordinazione negli uffici dell'associazione che presta servizio all'Ospedale san
Carlo di Milano, sfornato dallo storico laboratorio Alimentari Naviglio di Cassina de Pecchi. I proventi della campagna sono destinati ai servizi in aiuto alle persone
e alle famiglie in difficoltà per l’emergenza Covid-19. www.amolavitaonlus.it
Quello del caffè sospeso è un'antica tradizione napoletana: consiste nel pagare un caffè senza berlo, lasciando la tazzina in “stand by” per un avventore che non se la può permettere. In occasione del Natale, l’Associazione Oncologica Milanese AMOlavitaOnlus, attiva da quarant’anni all’Ospedale San Carlo Borromeo di Milano, propone il “Panettone Sospeso”: campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi ispirata a questa antica usanza. Per tutto il mese di Dicembre, chi effettuerà all'Associazione una donazione minima di 15 euro - costo medio di un dolce natalizio artigianale – sosterrà il progetto “RestiAMO in contatto” destinato ai pazienti oncologici e alle loro famiglie, per aiutarli ad affrontare le difficoltà crescenti generate non solo dalla malattia, ma anche dall’emergenza Covid-19. Il progetto prevede l’erogazione di servizi gratuiti quali: colloqui di supporto psicologico, distribuzione di kit di protezione individuale con mascherina, guanti e gel igienizzanti, fornitura di tablet/telefoni cellulari con connessione WI-fi al Reparto di Oncologia per consentire ai malati e ai loro cari, di stare più vicini, non solo sentendosi, ma anche
vedendosi. Per contribuire basta collegarsi al sito www.amolavitaonlus.it, scegliere la sezione “Come aiutarci” e selezionare la modalità di donazione più agevole, inserendo nella causale la dicitura: 'Panettone sospeso'.
Ecco il progetto Papua Nuova Guinea, flagellata da catastrofi naturali
Le conseguenze del cambiamento climatico in alcuni dei Paesi più ricchi di biodiversità del pianeta, come la Papua Nuova Guinea, sono terribili. Questa terra è costantemente soggetta a catastrofi naturali che mettono a dura prova la vita di intere comunità e villaggi.
I missionari del PIME – attraverso il loro Centro di via Monterosa 81 a Milano - accolgono l'esortazione dell'enciclica di Papa Francesco Laudato Sì a proteggere la casa comune e a cercare un modello di sviluppo sostenibile che non dimentichi i poveri, scegliendo di dedicare il Fondo Paese 2021 alla Papua Nuova Guinea. Dopo l’Amazzonia nel 2019 e la Cina nel 2020, nel 2021 sarà dunque questo Stato indipendente dell'Oceania - che nel 1852 fu anche la prima destinazione in assoluto dei missionari PIME - la regione al centro di un intervento straordinario della Fondazione Pime. Per questo motivo, in occasione del Natale, i missionari invitano i cittadini che hanno a cuore la solidarietà a partecipare all'niziativa con una donazione al link https://donazioni.pimemilano.com/sorellapng
Iniziativa anciata dalla Comunità di Sant'Egidio per regalare, anche quest’anno e nonostante le difficoltà legate alla pandemia, il calore e la gioia del Natale alle persone più fragili.
L’iniziativa, sostenuta da una campagna sms attiva fino al 28 dicembre, consentirà alla Comunità di Sant’Egidio, che tutti i giorni sostiene chi è povero e solo, di offrire pasti caldi e regali a coloro che ne hanno più bisogno, perché non siano lasciati soli proprio in questa festività. Quest’anno più che mai, con lo scoppio della pandemia e la crisi economico-sociale che ha colpito in particolare i più poveri e creato nuove situazioni di bisogno, è fondamentale rafforzare la rete di solidarietà per dare aiuto, coraggio e speranza.
Per far fronte alla nuova emergenza economica la Comunità di Sant’Egidio, da marzo a ottobre 2020, ha incrementato il lavoro delle mense per i poveri, distribuendo oltre 6.000 pasti a settimana. Nelle diverse città italiane in cui è presente, Sant’Egidio ha aperto oltre 50 nuovi centri di distribuzione e donato 150.000 pacchi alimentari per una media di ca. 18.750 pacchi ogni mese (oltre il doppio dello scorso anno durante il quale i pacchi distribuiti mensilmente erano ca. 7.500).
Complessivamente la Comunità ha aiutato chi aveva bisogno oltre due volte e mezzo in più rispetto al 2019.
Istituto Provinciale per l’Infanzia “Santa Maria della Pietà” presenta: Rassegna “Che spettacolo di domenica”. Iniziativa organizzata con il contributo della Regione del Veneto
23, 26 e 27 dicembre, ore 18 diretta facebook
Da 674 anni la Pietà fa parte del patrimonio culturale della città di Venezia, operando con continuità a favore della tutela dei bambini e aggiornando la propria missione con l’evolversi della cultura e della società. «L’Istituto Provinciale per l’Infanzia “Santa Maria della Pietà” è una realtà importante – spiega il Presidente Filippo Battistelli – che da anni è un punto di riferimento nel territorio di Venezia, uno spazio aperto al gioco e ricco di iniziative dedicate ai più piccoli e alle famiglie. Nel periodo natalizio l’Istituto presenta la quarta edizione dell’iniziativa “Che spettacolo di domenica” dedicata ai piccoli ospiti delle strutture residenziali socio – educative e a tutti i bambini e le famiglie di Venezia».
La quarta edizione della rassegna “Che spettacolo di domenica”, organizzata con il contributo della Regione del Veneto e in collaborazione con I.P.A.V. (Istituzioni Pubbliche di Assistenza Veneziane), Venezia dei Bambini, Venezia News, Teatro a l’Avogaria, ha dovuto più volte modificare la sua identità. Ideata inizialmente come spettacoli dal vivo per bambini e famiglie, con l'evolversi della situazione sanitaria e il necessario rispetto del distanziamento sociale si è trasformata in Favolosi Nonni, una mini serie programmata su Facebook con sei puntate di circa 8 minuti l'una in cui sono protagoniste le favole dedicate ai bambini e ai nonni, ideali narratori delle stesse.
I Favolosi Nonni avrebbero dovuto essere protagonisti in prima persona, ma le attuali circostanze pandemiche hanno indotto l’Istituto Provinciale per l’Infanzia “Santa Maria della Pietà” a immaginare e a costruire un nuovo progetto che diviene un vero e proprio omaggio a loro e alla magia delle favole. Le fiabe, infatti, sopravvissute all’usura del tempo, hanno saputo rigenerarsi continuamente, sono riuscite ad adattarsi a tutte le epoche, regalando alle parole originali significati sempre nuovi, merito delle narrazioni di nonne e nonni che hanno trasformato il fascino senza tempo di queste storie in incredibili avventure per i loro nipoti. Una capacità che si trasmette di generazione in generazione e che non deve in nessun modo andare persa.
«In questo particolare periodo storico – dichiara Simone Venturini, Assessore alla coesione sociale del Comune di Venezia – è importante creare momenti di dialogo, confronto e condivisione tra generazioni, sempre con uno sguardo alle tradizioni del passato che, in questo modo, diventano un patrimonio immateriale da tramandare anche grazie alle nuove tecnologie e i social media».
«Regalare ai bambini in questo momento – conclude Massimo Zuin, Direttore Istituto Provinciale per l’Infanzia “Santa Maria della Pietà” e I.P.A.V. – la possibilità di sognare e di mantenere vivo il legame con i loro nonni diventa per noi prioritario. In questo senso ritrovarci anche virtualmente uniti è per noi comunque una festa a cui invitiamo tutti a partecipare».
Favolosi Nonni sono dunque favole e racconti in scena per bambini e nonni, con un filo rosso che li accomuna: Venezia.
Protagoniste tre voci narranti prestate per un giorno al progetto: un'attrice di lungo corso, Eleonora Fuser, curatrice della rassegna, un professore (anche nonno), Stefano Stipitivich e un giornalista, Fabio Marzari, con la partecipazione straordinaria del cane Ringo, impegnati a raccontare a loro modo favole e filastrocche, non semplici storielle, ma vere e proprie narrazioni in cui la storia leggendaria di Venezia e i grandi classici per bambini si fondono insieme. Ecco allora che la fantasia e l’immaginazione dei piccoli vengono stimolate da elementi magici, animali fantastici, fate, incantesimi e meraviglie intrecciati a racconti di antiche vicende, rievocazioni di leggende, episodi epici.
L'immagine della rassegna è del famoso disegnatore Fabio Vettori.
Appuntamento il 23, 26 e 27 dicembre alle ore 18 in diretta facebook Istituto Pietà di Venezia e poi in streaming su canale youtube di Istituto Pietà di Venezia.
23 DICEMBRE
Lilla e Lolla
(fiaba liberamente tratta da La papera) di Giambattista Basile
Raccontata da Eleonora Fuser
26 DICEMBRE
Messer Casanova e il Gatto con gli Stivali
(fiaba liberamente tratta da Il Gatto con gli Stivali) di M.P. Black*
Raccontata da Fabio Marzari
*Liberamente tratte da Andrea Storti, Fiabe per leoni veneziani, StudioLT2 Edizioni, 2012
27 DICEMBRE
Le tre melarance
(fiaba liberamente tratta da L’amore delle tre melarance) dei Fratelli Grimm
Raccontata da Eleonora Fuser
Le Stelle di Natale, simbolo delle Feste, da oggi a Roma colorano gli ambienti del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS per dare un tocco di ottimismo per il futuro.
La consegna delle 5.500 piante a tutto il personale (medici, infermieri, operatori sanitari, personale tecnico-amministrativo) della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è avvenuta oggi alla presenza del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, e del segretario generale dell’Anpa – l’Associazione Nazionale Pensionati Agricoltori - Angelo Santori, in occasione dello scambio degli auguri ai dipendenti del Policlinico Gemelli, cui hanno preso parte il presidente della Fondazione Gemelli, avvocato Carlo Fratta Pasini e il direttore generale del Gemelli, professor Marco Elefanti.
“Abbiamo scelto questo fiore rosso bellissimo per trasmettere, dal profondo del cuore, un messaggio di vicinanza e di ottimismo a chi sta in prima linea contro il Coronavirus, che ha un forte impatto psicologico ed emotivo. Non riuscivamo a farlo dappertutto – sottolinea il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, Giansanti – e, insieme all’associazione dei nostri pensionati, abbiamo scelto il Policlinico Gemelli, uno dei più importanti ospedali del Lazio e d’Italia impegnati dall’inizio nella lotta contro la pandemia”.
“Ringraziamo Confagricoltura e Anpa per questo dono a tutta la grande comunità del Gemelli. È davvero bello che nel Natale della pandemia queste due importanti organizzazioni abbiano voluto esprimere con il dono delle piante un segno di gratitudine visibile per l’opera quotidiana svolta senza sosta da medici, operatori sanitari, personale tecnico amministrativo contro Covid-19. Ci piace pensare che questa pianta rappresenti anche un segno di speranza e di ripartenza a chiusura di un anno particolarmente difficile” - afferma il presidente della Fondazione Gemelli Fratta Pasini.
L’Euphorbia pulcherrima, questo il nome scientifico della Stella di Natale, è un arbusto tropicale originario del Messico, dove può raggiungere anche i due metri di altezza. E’ uno dei regali di Natale più apprezzati e in Italia viene prodotta in tanti colori, che vanno dal bianco all’arancione, dagli screziati al rosa, ma è sempre il rosso intenso quello che fa piu’ tendenza e tradizione nello stesso tempo
Dagli Spazi Gialli al Telefono Giallo: Bambinisenzasbarre Onlus accoglie i figli dei detenuti anche nell’emergenza sanitaria
Il Telefono Giallo è il servizio di consulenza a distanza per i bambini figli di detenuti e le loro famiglie, perché siano sostenuti in questo periodo in cui non possono incontrarsi
In Italia sono 100mila i bambini che hanno la mamma o il papà in carcere: 100mila figli che corrono un alto rischio di interrompere il legame affettivo con il proprio genitore e di essere quindi maggiormente coinvolti in fenomeni di abbandono scolastico, disoccupazione, disagio sociale e illegalità. Si stima che, senza un’adeguata tutela di questa relazione, il 30% dei figli di detenuti sia a rischio di diventare detenuto a sua volta (Federazione dei Relais Enfants Parents, Parigi).
Negli ultimi mesi la pandemia di Covid-19 ha reso più forte ed evidente il distacco dovuto alla detenzione: dall’inizio dell’emergenza sanitaria, infatti, bambini e ragazzi non sono più potuti entrare in carcere per far visita alla madre o al padre.
Per questo Bambinisenzasbarre Onlus, che dal 2002 si impegna per tutelare il diritto dei figli dei detenuti al mantenimento del rapporto con il genitore, ha potenziato il Telefono Giallo, la linea di supporto dedicata ai familiari di coloro che si trovano in carcere. Da sempre attivo per gli adulti, ora lo è anche per i bambini figli dei detenuti, e rappresenta quindi un prezioso strumento a disposizione dell’intera famiglia in questo momento di disorientamento causato dalla sospensione dei colloqui in presenza. Per sostenere il servizio, l’associazione lancia fino al 2 gennaio 2021 una campagna di raccolta fondi, alla quale è possibile contribuire con una donazione tramite il sito attivati.bambinisenzasbarre.
La linea telefonica è attiva dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 al numero 392 9581328; è inoltre sempre possibile scrivere all’indirizzo mail telefonogiallo@
“È una possibilità per i familiari di non sentirsi soli e di ragionare insieme a specialisti sulle risposte da dare alle difficili domande che ogni giorno i figli pongono; per i bambini, spesso già emarginati e vittime di pregiudizi a causa della loro situazione, di costruire una comunità virtuale con scambio di bisogni e consigli” afferma Lia Sacerdote, presidente e responsabile scientifica di Bambinisenzasbarre onlus.
Grazie al Telefono Giallo Bambinisenzasbarre può continuare, a distanza e nel rispetto delle limitazioni imposte dalla pandemia, il lavoro di accoglienza, ascolto, interazione ed attenzione che svolge solitamente negli Spazi Gialli: luoghi pensati per aiutare i bambini che entrano negli istituti penitenziari ad affrontare con maggiore consapevolezza la difficile esperienza del carcere e della detenzione di un genitore.
Chiamando la linea telefonica, infatti, i più piccoli possono raccontare paure, dubbi, emozioni e bisogni, ricevere consigli, confrontare la loro esperienza con quella degli altri figli di detenuti. Telefono Giallo continua inoltre a offrire ascolto, assistenza, informazioni pratiche e sostegno piscologico anche ai familiari adulti, supportandoli nel trovare le risposte più adatte alle difficili domande che ogni giorno i figli pongono sulla separazione dal genitore, e che in questo momento di emergenza sanitaria è ancora più delicato affrontare. Fornisce inoltre consulenza a operatori sociali, penitenziari e del Terzo Settore sui temi della tutela e del mantenimento della relazione figli-genitori detenuti.
Il Telefono Giallo e gli Spazi Gialli si inseriscono nel “Sistema Giallo”, l’intervento olistico che declina il “carcere alla prova dei bambini” e che ha trovato la sua formalizzazione nella Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti. La Carta, unica in Europa, applicata nelle carceri italiane, firmata il 21 marzo 2014 dal Ministro della Giustizia, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e per l’adolescenza e da Bambinisenzasbarre e rinnovata a novembre 2018, è stata accolta come riferimento guida per la Raccomandazione dei 47 Paesi del Consiglio d’Europa nell’aprile del 2018.
I dolci sono stati consegnati oggi ai bambini e ai ragazzi ricoverati presso le tre sedi con degenza dell’ospedale. Gravina: “Volevamo donare un sorriso per Natale a chi ne ha più bisogno”
Continua la collaborazione tra Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e Federazione Italiana Giuoco Calcio. In occasione delle festività natalizie, infatti, la FIGC – grazie a Bauli, licenziatario ufficiale della Federazione – ha donato 650 pandori e panettoni ai bambini e ai ragazzi ricoverati presso le tre sedi con degenza dell’Ospedale: quella del Gianicolo a Roma, quella di Palidoro e quella di Santa Marinella. I dolci natalizi sono stati consegnati oggi.
L’iniziativa è un nuovo capitolo del rapporto instaurato dalla FIGC con l’Ospedale pediatrico romano nel 2019, in occasione del 150° anniversario del Bambino Gesù, quando la Federazione ha contribuito a sostenere concretamente i progetti di sviluppo dell’Ospedale. Un legame rinsaldato poi in occasione della gara Italia-Grecia disputata a Roma nell’ottobre 2019, quando gli Azzurri hanno fatto visita all’ospedale e ai giovani pazienti in cura e la grande comunità del Bambino Gesù è stata ospite della FIGC allo Stadio Olimpico (oltre 5.000 tra pazienti, familiari, dipendenti e volontari).
«Volevamo donare un sorriso per Natale ai piccoli pazienti dell’ospedale – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – e grazie a Bauli speriamo di aver regalato un momento di dolcezza e spensieratezza a chi ne ha più bisogno. Siamo onorati della collaborazione con l’Ospedale Bambino Gesù, una delle eccellenze in ambito sanitario del nostro Paese che tutto il mondo ci invidia».
«Ringrazio la FIGC per aver dimostrato ancora una volta – sottolinea la presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc – la sua vicinanza all’Ospedale in un momento storico particolare come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia. Un dono come questo ha ancora più significato poiché è rivolto a tutti quei bambini e quei ragazzi che per problemi, spesso anche molto seri, di salute si trovano costretti in Ospedale in un momento che dovrebbe essere soprattutto di felicità».
La FIGC ha recentemente promosso la candidatura dell’ospedale pediatrico al premio ‘UEFA Foundation For Children Award 2020’. Candidatura che è valsa all’Ospedale il riconoscimento per l’impegno a favore dei bambini con un contributo di 50.000 euro destinato a una nuova iniziativa di collaborazione tra FIGC e Bambino Gesù, che ha l’obiettivo di valorizzare il rapporto virtuoso tra sport e salute a beneficio di bambini, adolescenti e famiglie. La FIGC ha inoltre aderito a ‘Yes Mask’, la campagna su Instagram dell’Ospedale Bambino Gesù per promuovere l’uso della mascherina. È così nato ‘Azzurri Mask’, il filtro Instagram targato FIGC e OPBG che ha visto coinvolti i calciatori delle Nazionali maschile e femminile.
Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino: “Molto soddisfatti dell’entità delle risorse stanziate e per il metodo di confronto adottato dalla Regione, teso a
considerare le istanze comuni di persone anziane, con disabilità e con dipendenze”
40 milioni di euro in “ristori” stanziati dalla Regione Piemonte per sostenere residenze sanitarie assistenziali, centri diurni e altre strutture che si occupano di dipendenze e psichiatria: ieri l’Assessore alle Politiche Sociali Chiara Caucino ha presentato il progetto di legge agli operatori del settore, tra cui Anffas Torino.
Gli enti e le associazioni che si occupano delle persone anziane, disabili e in generale fragili hanno dovuto e dovranno sostenere spese più alte del solito per affrontare la gestione dell’emergenza sanitaria e sociale dovuto alla pandemia: tra le voci di spesa principali, ci sono la necessità di maggiore distanziamento e quindi di minore capienza delle strutture, l’implemento del personale medico, infermieristico e assistenziale, l’uso continuo di dispositivi di protezione personale, l’aumento dei costi di trasporto…
“Le risorse sono consistenti - commenta Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino -, in merito alle modalità definite dall'esecutivo regionale e rese note oggi, gli operatori potranno far pervenire eventuali osservazioni, ma noi vogliamo da subito esprimere la nostra soddisfazione, come associazione di famiglie di persone con disabilità, per l’importanza dello stanziamento previsto e soprattutto per il metodo adottato dal Presidente Cirio, dagli assessori Caucino e Icardi e dal Capo di Gabinetto Vignale. Troviamo infatti giusta la scelta di individuale come interlocutore principale il Forum del Terzo Settore, soggetto “orizzontale” di rappresentanza delle istanze che accomunano persone anziane, con disabilità e con dipendenze, le cui esigenze comuni sono sicuramente maggiori rispetto alle eventuali divergenze. Sottolineiamo a proposito - conclude D’Errico - la positività del metodo di confronto franco, laico e sempre indirizzato a prevenire le problematiche e istituire buone prassi di amministrazione”.
Stefano e Stefania sono due genitori di Firenze. A me piace chiamarli "maestri" di coraggio. Li ho conosciuti anni fa in un pomeriggio di gennaio, quando il freddo entra nelle ossa, ma si 'scioglie' col calore di un abbraccio. Li abbracciai e da lì nacque un'amicizia.
Avevo letto della loro storia e della perdita del figlio Lorenzo, che a 17 anni e mezzo, perse la vita a causa di un incidente provocato da un uomo che guidava sotto effetto di alcol e droga.
"La scissione della vita - ha scritto Stefania in una lettera al figlio nel libro "Lettere senza confini" - è stata netta per tutti noi: il prima e il dopo, con te e poi senza di te. Sei tu che hai dovuto interrompere tutti i tuoi sogni. Sei una parte essenziale della nostra vita a cui dobbiamo rinunciare ogni giorno". I sogni si sono spezzati, ma il ricordo è forte e si incolla sul cuore.
Stefano e Stefania hanno dato vita, dieci anni fa, all'Associazione Lorenzo Guarnieri Onlus e hanno percorso l'Italia, varcato la porta di molte scuole, incontrato migliaia di giovani per confronti sulla sicurezza e sulla violenza stradale, collaborando anche con la Polizia Stradale e l'Università Sapienza nel progetto "Chirone", per determinare le linee guida per operatori di Polizia nell'approccio con le famiglie di vittime o il piano DAVID (Piano strategico per la sicurezza stradale a Firenze).
Sfogliando il calendario, ci sono tanti cerchi rossi sulle date che hanno segnato i progetti che la famiglia Guarnieri ha promosso nel tempo e che sono testimonianza tangibile di una battaglia di civiltà, coraggio e speranza, in particolare, per le generazioni future.
I progetti sono confluiti in un libro, "Dieci. I 10 anni dell'Associazione Lorenzi Guarnieri", curato da Caterina Zita, con dieci capitoli nei quali si raccontano, attraverso la voce degli amici e della famiglia, le iniziative per salvare vite umane e l'impegno dedicato al ricordo di Lorenzo.
"Qui, nella tua famiglia stiamo facendo tutti del nostro meglio per meritare la vita che abbiamo - scrive ancora mamma Stefania - per ricambiarti di quanto ci hai dato, per non deluderti."
Gesti, parole, iniziative che nascono dall'amore. "Da quell'amore per lui che ogni giorno ci salva". Conclude Stefania. E accenna un sorriso che neanche la mascherina può nascondere.