L’evento in programma su Zoom sabato 13 marzo alle 9.30 è organizzato dall’Associazione Fondatori per una nuova Cultura del Volontariato AVO Torino, Associazione Volontari Ospedalieri, segnala il seguente evento dal titolo “Futuro dell'associazionismo socio-sanitario in Italia” per sabato 13 marzo 2021 ore 9:30 organizzato dall’Associazione Fondatori per una nuova cultura del volontariato (AFCV).
L’incontro ha lo scopo di favorire laggregazione e la creazione di reti tra le diverse Associazioni di Volontariato attive nel settore socio-sanitario e di raccogliere le diverse esperienze che queste Associazioni hanno messo, mettono e metteranno in atto, con particolare attenzione ai cambiamenti dovuti al COVID e ai diversi scenari e tipologie di fragilità su cui il volontariato socio-sanitario deve e/o dovrà porre particolare impegno e attenzione in futuro.
L’evento è rivolto alle associazioni di volontariato, ai volontari, ma anche a tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell'associazionismo socio-sanitario, specie in questo periodo di pandemia, e che per questo vogliono elaborare possibili soluzioni alle criticità emerse prendendo spunto dalle risorse attivate con creatività nella realizzazione di nuovi progetti di aiuto e solidarietà sociale.
Per partecipare collegarsi al seguente link:
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Programma dell’evento
Ore 9.30 - 12-30
Saluti: Clotilde Camera, presidente AFCV; Alessandra Locatelli, Assessore alla Famiglia
Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità Regione Lombardia.
Interventi primo gruppo associazioni
Luciano Gualzetti - Direttore Caritas Ambrosiana
Angelo Grungo - Rappresentante del coordinamento delle Associazioni di Vigevano e della Lomellina
Barbara Gonella - Presidente AISLA Firenze
Giovanni Ferrero - CPD, Consulta per le persone in difficoltà, Torino
Il Centro Servizio per il Volontariato nel suo impegno al servizio del Terzo Settore ha più volte avuto occasione di constatare l’opportunità di una campagna di vaccinazione per i Volontari e oggi in merito ha anche inviato lettera con richiesta ufficiale alla Regione Piemonte all’indirizzo di Luigi Genesio Icardi, Assessore alla Sanità.
Una campagna di vaccinazione per i Volontari integrerebbe infatti quanto già avviene per coloro che sono impegnati nelle attività di primo soccorso e trasporto di indigenti, in particolare per quanto riguarda alcuni ambiti nevralgici come il Volontariato Socio-Assistenziale, Sanitario e di Protezione Civile. L’esigenza è stata poi espressa nelle settimane scorse anche da molte associazioni accreditate al Centro Servizi che così ha scelto di farsi carico della richiesta con le autorità competenti.
Il presidente del Centro Servizi per il Volontariato Gerardo Gatto commenta: “Durante tutto il periodo dell’emergenza sanitaria, e tuttora nella maggior parte dei casi, i Volontari hanno proseguito la propria attività, laddove fosse possibile, o hanno identificato altre opportunità per mettersi a disposizione delle persone in difficoltà, ponendosi di fatto, ancora una volta, in prima linea nel contrasto alla pandemia, ma esponendosi, al contempo, ad una probabilità maggiore di contrarre il virus, nonostante tutti i protocolli messi in atto puntualmente dagli Enti del Terzo Settore”.
Gatto spiega però anche perché una campagna di vaccinazione dedicata ai Volontari diventerebbe un’occasione per tutti: “Si avrebbe a disposizione, per le necessità connesse con il contrasto alla pandemia e per la campagna vaccinale, un gran numero di cittadini tradizionalmente disponibili a dedicarsi ad attività sociali e già adusi a donare una parte del proprio tempo. L’attivazione di una campagna a livello regionale permetterebbe infatti di organizzare un intervento organico e omogeneo sul territorio, superando eventuali iniziative locali, di cui alcune già attuate e poi magari subito interrotte nel territorio della Provincia di Torino, ambito di elezione di questo Centro Servizi”.
Pierbattista Pizzaballa, 55 anni, patriarca latino di Gerusalemme, ha commentato con Repubblica l'arrivo di papa Francesco (5-8 marzo) in Iraq, soffermandosi sulla situazione mediorientale dopo l'elezione di Biden negli Stati Uniti: «La tragedia dell'Isis ha coinvolto pesantemente i due Paesi (Iraq e Siria, ndr). La Siria, forse, è in una situazione ancora più grave dell'Iraq. Il Papa visiterà le terre e le chiese distrutte dell'Isis, che ha lasciato dietro di sé macerie fisiche e umane enormi. Visitando quei luoghi ancora solo parzialmente ricostruiti, manderà un messaggio di fiducia anche ai siriani, le cui ferite sono ancora aperte e dolorose».
A tal proposito, sull'argomento, è bene ricordare un libro di Franco Scaglia uscito per Piemme nel 2002 e vincitore del Premio Campiello: Sullo sfondo di Gerusalemme e di un difficile dialogo tra israeliani e palestinesi, Padre Matteo, notissimo archeologo francescano, si trova coinvolto casualmente in una complessa vicenda che vede protagonisti i servizi segreti israeliani, un ricchissimo uomo d'affari e un gruppo di giovani idealisti. Matteo viene incaricato dal Custode di Terra Santa, convinto fautore dell'idea di trasformare Gerusalemme in una città di pace sotto l'egida delle varie religioni, di vigilare per la riuscita del progetto. In realtà la morte misteriosa di Padre Luca, un altro archeologo francescano, rivela a Matteo che sono in gioco altri interessi e che sono in molti, forse troppi, a interessarsi del collare di Carlino, il cane di padre Luca.
Va ricordato inoltre, collegato a Franco Scaglia, che ad Alicudi, piccola isola delle Eolie, c'è la biblioteca Franco Scaglia (operativa dall'agosto del 2018), aperta anche grazie all'impegno di Angelipress, con oltre 7mila libri, tra cui edizioni rare e preziose, che appartenevano alla collezione del giornalista e scrittore, morto nel 2015, e adesso a disposizione di tutti, come regalo della moglie, l'attrice Mascia Musy, a questo scoglio che conta 70 abitanti d'inverno e 500 turisti d'estate.
Lunedì 8 marzo, alle 18.30, nella chiesa della Resurrezione a Marghera, siamo tutte e tutti invitati a partecipare alla Veglia di preghiera contro la violenza sulle donne, prevista per il 24 novembre 2020 e posticipata per la pandemia. "Questa violenza interroga anche le Chiese e pone un problema alla coscienza cristiana: la violenza contro le donne è un'offesa ad ogni persona che noi riconosciamo creata ad immagine e somiglianza di Dio, un gesto contro Dio stesso ed il suo amore per ogni essere umano": così possiamo leggere nell'"Appello ecumenico contro la violenza sulle donne", sottoscritto da cattolici, protestanti, ortodossi il 9 marzo del 2015. I cristiani in tal modo si impegnano a promuovere iniziative in campo educativo, pastorale e di testimonianza evangelica a favore della dignità della donna e per coinvolgere gli uomini nella riflessione su questo tipo di violenza. Siamo consapevoli che la violenza contro le donne fino alla forma estrema del femminicidio è ormai un'emergenza nazionale: la Veglia di lunedì 8 marzo sia l'occasione per riproporre "una fraternità concreta tra le credenti e i credenti in Cristo, per una comunione che sia sempre meno formale e sempre più sostanziale". Si invita a lasciare un posto vuoto, segnato da un indumento femminile (sciarpa, borsa, scarpe...) di colore rosso, come il sangue delle vittime, collocato in modo da attirare l'attenzione dell'assemblea durante le celebrazioni, accanto ad una scritta in cui viene precisato che avrebbe dovuto essere occupato da una donna che invece è stata vittima di violenza. Questo segno ci accompagnerà nelle nostre chiese durante tutta la Quaresima, per fare riflettere tutte e tutti e spingerci a fare qualcosa anche noi per cambiare.
l'8 marzo ci sarà il flashmob virtuale da noi lanciato con l'hashtag #NoAllaTrattaSiAllaLegalità. Vuole essere un segnale per riportare la legalità nei territori in mano alla mafia nigeriana.
Abbiamo chiesto un sostegno alle 4 ministre Lamorgese (interni), Dadone (per le politiche giovanili), Carfagna (Del Sud) e Bonetti (famiglia e politiche sociali) e abbiamo coinvolto: Dialoghi a Spoleto, CISL, UIL, UNAR, Fondazione Marisa Bellisario, Fondazione con il Sud, Gomitolo Rosa, Associazione sulle Regole, Thalita Kum, Media Duemila, La Casa di Rut Osservatorio Interreligioso sulle violenze contro le donne.
Vi aspettiamo con noi nel flashmob virtuale con un post da condividere su tutte le piattaforme a voi a disposizione (Facebook, instagram, twitter, siti web) usando il nostro hashtag dalle 11 alle 23 dell'8 marzo 2021 .
QUA LINK AGLI ARTICOLI DEL 8 MARZO:
L’IMPEGNO DELLA CISL ED IL COORDINAMENTO NAZIONALE DONNE CONTRO LA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI
- GomitoloRosa: L'iniziativa per la giornata internazionale della donna
La Tratta è una grave violazione dei diritti umani ed è un crimine su cui lucrano i trafficanti di esseri umani che realizzano lauti guadagni dalla vendita di donne, uomini, ragazze e ragazzi.
La Tratta rappresenta ancora oggi, purtroppo, un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Sono oltre 40 milioni le vittime. Tra queste, il 72% sono donne, mentre il 23% sono minori. Fra le principali finalità della tratta vi sono lo sfruttamento sessuale (quasi 60%) e il lavoro forzato (34%). In questi ultimi anni il fenomeno della tratta è cambiato anche in Italia, specialmente per quanto riguarda la prostituzione coatta. Sono diminuite le donne nigeriane - i cui sbarchi sono calati drasticamente, ma il cui sfruttamento è diventato ancora più brutale in Libia - e sono aumentate le donne di altre nazionalità. Lo sfruttamento sessuale, inoltre, a causa della pandemia da Covid-19 si è ulteriormente spostato dalla strada all’indoor e online, rendendo le vittime ancora più invisibili e vulnerabili. In Italia, si stima che siano tra le 75.000 e le 120.000 le vittime, di cui il 37% ha un’età compresa tra i 13 e i 17 anni.
Siamo impegnati da anni su questo fronte sensibilizzando la popolazione a tutti i livelli sulle conseguenze gravi di questo fenomeno. Nel 2017, in particolare contro la tratta destinata allo sfruttamento sessuale, ha rilanciato questa sua azione collaborando e aderendo formalmente alla Campagna dell’Associazione Papa Giovanni XXIII “Questo è il mio corpo” contro la prostituzione, impegno che sta portando avanti su tutto il territorio nazionale, organizzando eventi e coinvolgendo personalità del mondo politico e istituzionale per una più efficace azione di contrasto, anche attraverso il contributo diretto alla realizzazione del Piano nazionale Anti tratta.
Per quanto riguarda lo sfruttamento lavorativo, in molte occasioni, la Cisl ha formulato diverse proposte per potenziare l’opera di prevenzione e contrasto, suggerendo tra le altre cose: la riapertura di canali di ingresso regolari programmati in Italia per motivi di lavoro nonché prevedere corridoi umanitari per i richiedenti asilo al fine di arginare alla radice il traffico, lo sfruttamento, la violenza e la tratta degli esseri umani; l’estensione degli effetti della legge sul caporalato in agricoltura anche ad altri comparti come il settore del lavoro di cura, domestico e nel terziario; il monitoraggio degli effetti della L.132/2019 sulle vittime di tratta, l’applicazione dell’art. 18 del T.U. sull’immigrazione; il ripristino degli sgravi contributivi per l’assunzione di vittime di violenza di genere e l’estensione anche a quelle di tratta, nella consapevolezza che le vittime, solo attraverso un percorso di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro, possono raggiungere quella autonomia necessaria a renderle libere.
Insieme all’edilizia, alla pesca e al lavoro domestico e di cura, il settore dove è più diffuso il fenomeno è rappresentato dall’agricoltura, dove molti sono gli uomini, ma dove tantissime sono anche le donne, italiane e straniere, che vivono sulla propria pelle ciò che si rivela essere spesso un “doppio sfruttamento”, lavorativo e sessuale. Parlare di numeri e statistiche in questo caso diventa molto difficile se non addirittura impossibile. Intanto la Cisl, visto e considerato che lo scoglio più grande per la legalità resta in ogni caso la scarsa denuncia da parte delle vittime, ha pensato bene di adoperarsi da qualche anno, attraverso la creazione di un numero verde gratuito, nell’ambito della Campagna della Fai Cisl “SOS Caporalato”, per favorire e raccogliere le richieste di aiuto.
Liliana Ocmin (Responsabile Coordinamento Nazionale Donne)
Il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, risponde alle domande di Fanpage.it sui temi del momento: il neonato governo Draghi e la squadra dei ministri, la proroga – richiesta a gran voce – del blocco dei licenziamenti ma anche la grande occasione rappresentata dal Recovery fund e le riforme collegate. E poi i precari, i giovani, le donne, i migranti e i loro figli.
Creare posti di lavoro è il tema centrale, così come il blocco dei licenziamenti. E poi le donne, i giovani, il Mezzogiorno. Maurizio Landini, intervistato da Fanpage.it, spiega cosa pensa del neonato governo Draghi, della squadra dei ministri che ha scelto l'ex presidente della Bce e dei rischi che comporta una maggioranza così ampia. Il Recovery fund è un'occasione unica secondo il segretario nazionale della Cgil, ma bisogna spendere i soldi dell'Europa con criterio e con degli obiettivi ben precisi. E ancora migliorare il reddito di cittadinanza con delle politiche attive valide e promuovere una riforma fiscale che sia progressiva come vuole la Costituzione. L'attenzione che Landini chiede è per i precari, giovani e donne, e per gli ultimi. Il segretario della Cgil ha risposto alle nostre domande.
Il blocco dei licenziamenti è stata la chiave per salvare centinaia di migliaia di posti di lavoro nell’ultimo anno: perché bisogna prorogarlo fino a fine pandemia come chiedete voi e non eliminarlo subito come chiede Confindustria? E soprattutto a chi darà retta Draghi?
Bisogna prolungarlo per un tempo congruo, perché purtroppo la pandemia e l’emergenza non sono ancora concluse. Siamo pronti a discutere, ma senza il blocco dei licenziamenti corriamo il rischio di trovarci di fronte a dati molto pesanti: secondo la Banca d’Italia quello strumento ha salvato dagli 800mila al milione di posti di lavoro. Poi pensiamo che sia il momento di fare finalmente la riforma degli ammortizzatori sociali, i due strumenti devono essere accompagnati: accanto al blocco dei licenziamenti serve ad esempio incentivare l’uso dei contratti di solidarietà, anche sul piano fiscale e contributivo, sia per i lavoratori che per le imprese, che vuol dire redistribuire l’orario senza bisogno di licenziare, oppure incentivare i contratti di espansione, cioè accompagnare quelli che sono vicini alla pensione all’uscita per essere sostituiti da giovani. Bisogna andare verso una riforma universale degli ammortizzatori sociali, in modo che tutte le forme di lavoro e tutti i settori abbiano le stesse tutele e gli stessi diritti.
Temete un cambio di atteggiamento da parte del nuovo governo rispetto al Conte due in chiave liberista o comunque più attenta al sistema produttivo che ai lavoratori? Chi sta pagando e pagherà il prezzo della crisi economica causata dal Covid?
Draghi prima di andare in Parlamento ha fatto una cosa che non era mai stata fatta da nessuno, cioè ha ascoltato le parti sociali. Io mi auguro che ci sia un coinvolgimento e un confronto preventivo su tutte le scelte che devono essere fatte. Noi giudicheremo il governo naturalmente per quello che farà, ma io penso che sia suo interesse coinvolgere le parti sociali e il mondo del lavoro, perché proprio il mondo del lavoro è stato quello più colpito, i giovani, le donne, i migranti, i lavori più precari. Questa pandemia ha fatto emergere chiaramente le disuguaglianze e gli errori che c’erano prima dell'emergenza, quindi non possiamo tornare semplicemente a prima della pandemia, ma dobbiamo cambiare tutto ciò che c’è di sbagliato.
Siete soddisfatti della squadra dei ministri del governo Draghi? La presenza di ministri tecnici in ministeri chiave vi spaventa? Che ne pensa di Giorgetti al Mise?
Noi abbiamo sempre fatto i conti con i governi che il Parlamento vota e con i ministri che ci sono, e fino a prova contraria noi misureremo e giudicheremo i ministri per quello che fanno, non per quello che hanno fatto prima di andare al governo. Vista la situazione politica, noi facciamo riferimento al programma che Draghi ha presentato in Parlamento e su cui ha ottenuto la fiducia: poi giudicheremo i ministri per quello che concretamente faranno. Noi non cambiamo idea, le nostre proposte sono quelle che abbiamo presentato al Conte uno, poi quelle che abbiamo presentato al Conte due, e sono le stesse che presenteremo anche a questo governo.
Il reddito di cittadinanza rischia lo smantellamento con il governo Draghi?
Noi saremmo contrari allo smantellamento, perché l’abbiamo sempre detto: la povertà esiste, è aumentata, e tra l’altro ne ha parlato anche il professor Draghi nel suo intervento. Uno strumento come il reddito di cittadinanza va mantenuto. Poi lo si può migliorare, si può andare a vedere davvero come ha funzionato. Il limite vero, che va cambiato, sono le politiche attive del lavoro legate al reddito di cittadinanza. Non hanno funzionato e non potevano funzionare, perché il lavoro lo crei se fai gli investimenti, non è che semplicemente i centri per l’impiego creano lavoro. Se si prendono ad esempio Francia e Germania, si vede che lì centinaia di migliaia di persone lavorano in luoghi pubblici che governano questi processi, da noi non è così.
Il Recovery fund è un’occasione economica senza precedenti, con delle regole ben precise da seguire per spendere i soldi. Quali sono le priorità in cui investire?
Tre questioni dovrebbero attraversare tutti i progetti del Recovery plan: il tema per me è creare lavoro e in questo caso ogni progetto deve rispondere di quanto lavoro crea per i giovani, per le donne e nel Mezzogiorno, che sono i tre punti di grandissima sofferenza oggi. Ci sono delle scelte molto precise da fare quando si dice che c’è un problema climatico e che bisogna estendere la tecnologia digitale come diritto. Realizzare i progetti e gli obiettivi che ci dà l’Europa vuol dire superare il fossile: questo significa fare delle scelte di investimento sulle energie rinnovabili. Serve un sistema, serve una politica industriale, serve l’università, serve la formazione delle persone, serve un coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, c’è bisogno di fare sistema. Bisogna investire nella sanità pubblica non solo per fare ospedali, perché il vero problema, che è emerso durante la pandemia, è che in questi anni i tagli hanno distrutto la sanità sul territorio. Se si parla di riforma della pubblica amministrazione è il momento di fare assunzioni, superare la precarietà, introdurre competenze nuove e fare entrare giovani. Noi vogliamo dare il nostro contributo.
Intervista di
di Tommaso Coluzzi per fanpage.it
Al termine dell’odierno incontro tra Italia e Santa Sede nella ricorrenza del novantaduesimo anniversario della firma dei Patti Lateranensi e del trentasettesimo anniversario dell’Accordo di modificazione del Concordato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme alle altre alte cariche dello Stato, il Segretario di Stato vaticano Cardinale Pietro Parolin e gli altri componenti delle delegazioni italiana e vaticana, visiteranno la mostra “Contemporanei a Palazzo Borromeo. Arte e design nell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede”. Questo progetto nasce con l’intento di aggiornare lo stretto legame con l’arte, la cultura e i manufatti che hanno caratterizzato la lunga storia di Palazzo Borromeo e di arricchirne gli interni, il chiostro e i giardini, con opere d’arte di grandi artisti italiani contemporanei, che si aggiungono alle opere di maestri della tradizione. Gli interni, in particolare, sono punteggiati da esempi dell’eccellenza del design italiano degli ultimi settant’anni, capace di inserirsi armoniosamente negli arredi esistenti e di migliorare
allo stesso tempo gli aspetti funzionali di varie sale.
L’iniziativa vuole unire due dimensioni della promozione del nostro Paese: quella culturale, poiché intende dare il senso della forte continuità e del primato della tradizione artistica italiana con le espressioni culturali contemporanee, e quella economica, con l’obiettivo di dare ulteriore visibilità ad artisti e designers – già ampiamente conosciuti a livello internazionale – ed anche a nostre aziende e manifatture straordinarie, nello spirito di contribuire ad accrescere la loro presenza nei mercati esteri e a rappresentare nel mondo il meglio dell’arte e dell’eccellenza italiana. La collezione comprende, distribuite tra il giardino, il chiostro e i saloni del Palazzo, 15 opere d’arte e 10 oggetti concepiti da designersitaliani e prodotti da aziende italiane.
L’arte contemporanea
Mario Ceroli, Uomo con dodecaedro (Discorsi platonici sulla geometria)
Pietro Consagra, Piana n.2 [Archivio Consagra]
Giuseppe Ducrot, Busto di San Carlo Borromeo
Maria Cristina Finucci, modulo dell’installazione HELP The Ocean
Franca Ghitti, Alberi Bosco, [Fondazione Ghitti]
Emilio Isgrò, Occhio Falcon (Paradiso, canto decimottavo)
Massimo Listri, Musei Vaticani XIV Scala Simonetti [Fondazione Listri]
Michelangelo Pistoletto, Autoritratto/Terzo Paradiso
Arnaldo Pomodoro, La colonna del viaggiatore 1965/66 [Fondazione Pomodoro]
Davide Rivalta, Rinoceronte n.2
Il design
Francesco Binfaré, divano Essential, Edra
Achille e Pier Giacomo Castiglioni, lampada Taccia, Flos [Fondazione Castiglioni]
Antonio Citterio, divano Magister, Flexform
Michele De Lucchi, Battista Totem, Caimi Brevetti
Davide Groppi, lampada da terra Origine, Davide Groppi
Vico Magistretti, lampada da tavolo Atollo, Oluce
Angelo Mangiarotti, seduta Clizia, Agapecasa
Andrea Parisio, tavolini Bongo, Meridiani
Gio Ponti, lampade da terra Pirellone, FontanaArte
Ettore Sottsass, lampada da terra Callimaco, Artemide
La mostra, promossa dall’Amb. Pietro Sebastiani e realizzata con il contributo della
Banca del Fucino e del MAECI, è stata curata dall’arch. Cristina Mazzantini e in attesa
di una inaugurazione pubblica nei prossimi mesi potrà essere visitata su prenotazione
in piccoli gruppi anche attraverso il Touring Club nel rispetto delle misure anti Covid-
Sarajevo, 3 marzo 2021. L’Ambasciata d’Italia a Sarajevo è lieta di informare che oggi inizierà il concorso amatoriale "Sanremo mladih BiH", primo concorso di questo genere organizzato a livello dell’intero Paese. Su iniziativa del Primo Liceo di Sarajevo, l’Ambasciata ha organizzato un mini festival che vedrà radunati ancora una volta tutti gli studenti di italiano della Bosnia Erzegovina e i loro coetanei amanti della musica italiana. Tra tante iniziative promosse dall’Ambasciata mirate a promuovere l’incontro, lo scambio e il dialogo alla luce della promozione di lingua e la cultura italiana, quella che si svolgerà da oggi giovedì 4 a domenica 7 marzo avrà come protagonisti diciannove studenti di nove scuole di Sarajevo, Banja Luka, Mostar, Zenica e Visoko, che promuoveranno così la lingua e la cultura italiana.
Gli studenti canteranno, suoneranno e si presenteranno attraverso video clip girati autonomamente, pubblicati sulla pagina Facebook dell’Ambasciata "ItalyinBiH". Una giuria composta da professionisti del settore deciderà i primi tre classificati, e chi otterrà più "like" sulla nostra pagina Facebook dal 4 al 7 marzo riceverà un premio speciale.
Il concorso è lanciato congiuntamente al programma radiofonico Radio Italia, promosso dall'Ambasciata all’inizio della pandemia per superare il vuoto di eventi e ora promosso da 7 stazioni in altrettante citta’ della Bosnia Erzegovina, ed è dedicato al giovane studente del I Ginnasio di Sarajevo Rijad Đulić, scomparso tragicamente la scorsa settimana e di cui onoriamo il ricordo assieme alla famiglia ed ai suoi amici, anche grazie ai suoi compagni di scuola, autori di molte delle canzoni in competizione.
La Comunità ebraica di Pisa in collaborazione con il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah propone un ciclo di lezioni online dedicate alla memoria di Giacomo Augusto Hasdà (1869-1943), rabbino di Pisa deportato e ucciso ad Auschwitz.
Prossimo appuntamento:
Oggi 4 marzo ore 18.30
Rav Gianfranco Di Segni- “C’è vita su Marte? L’ebraismo e la possibilità di vita sugli altri pianeti”.
Chi desidera partecipare può inviare una email di richiesta almeno 24 ore prima dell'evento al seguente indirizzo: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Il 5 marzo si terrà a Roma il convegno “INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ROBOTICA E MACCHINE INTELLIGENTI: RICADUTE ETICHE E SOCIALI” L’Intelligenza Artificiale è una delle tecnologie che sta trasformando la nostra società e molti aspetti della nostra vita quotidiana. Ha già prodotto molti effetti benefici e può essere sorgente di considerevole prosperità economica. Tuttavia, pone problemi riguardanti, in varia misura, l’occupazione, la riservatezza dei dati, la “privacy”, la violazione di valori etici e la fiducia nei risultati. Problematiche simili, con riferimento a problemi occupazionali, di sicurezza e di possibile violazione di valori etici, si pongono anche per quanto riguarda le trasformazioni che avvengono nella società a seguito dello sviluppo, intimamente connesso a quello dell’AI, dei metodi della robotica e dell’automazione della produzione industriale.
Di seguito il programma dell’evento:
9.00 Saluto della Presidenza dell’Accademia dei Lincei
9.15 Sergio CARRÀ (Linceo, Politecnico di Milano): Apertura dei lavori - Chi ha paura di Ada Lovelace Byron
9.45 Antonio BICCHI (Istituto Italiano di Tecnologia e Università di Pisa): Verso la persona aumentata: tecnologia ed etica delle sinergie bioniche
10.25 Luigia CARLUCCI (Sapienza Università di Roma): Verso un’intelligenza artificiale affidabile e utile 11.05 Maurizio CORBETTA (Università di Padova): Il ruolo dell’attività spontanea nell’architettura funzionale del cervello e nella cognizione
11.45 Riccardo ZECCHINA (Università Bocconi, Milano): I problemi aperti e le potenzialità dell'apprendimento automatico
12.25 Tommaso DORIGO (INFN, Padova): L'intelligenza artificiale per la ricerca in fisica fondamentale: presente e futuro 13.05 Discussione
14.30 Paolo ROCCO (Politecnico di Milano): Collaborazione intelligente tra uomo e robot nella fabbrica del futuro
15.10 Francesca ROSSI (IBM, Usa): Pensiero lento, veloce, ed etico in intelligenza artificiale
15.50 Massimo MORBIDELLI (Linceo, ETH - Politecnico di Milano): Machine learning nelle biotecnologie: produzione di proteine terapeutiche
16.30 Rita CUCCHIARA (Università di Modena e Reggio Emilia): Deep learning nella visione e nel linguaggio 17.10 Giuseppe MASCHIO (Università di Padova): “Early warning detection systems” per l’analisi della diffusione virale
17.50 Discussione e conclusione dei lavori
I lavori si svolgeranno in videoconferenza ZOOM e potranno essere seguiti dal pubblico in streaming. Il link sarà disponibile sul sito dei Lincei la mattina del convegno. Quanti, durante i lavori, intendano intervenire alla discussione potranno inviare le domande con una email alla Segreteria del convegno, che le trasmetterà ai relatori.
Auguri di buon compleanno al poeta e scrittore Umberto Piersanti, per i suoi 80 anni. Piersanti debutta con La breve stagione nel 1967 a 26 anni, nel 94 vince il Premio Nazionale Letterario Pisa e - dopo una serie di altri premi per la poesia - nel 2016 vince il premio Ponte di legno poesia; dirige la rivista di letteratura contemporanea e creatività Pelagos ed è editorialista di Angelipress. Candidato al Nobel per la Letteratura nel 2005, è considerato tra i più grandi poeti italiani contemporanei.
Laura Pausini trionfa con Io sì (Seen), frutto della collaborazione con Diane Warren e Nicolò Agliardi. Il brano è la colonna sonora del film La vita davanti a sé, del regista Edoardo Ponti con (la madre) Sophia Loren, disponibile sulla piattaforma a pagamento Netflix. Si tratta di un adattamento del romanzo omonimo del 1975 scritto dal francese Romain Gary, già portato sul grande schermo con un film nel 1977.
La trama del libro: Il pomeriggio del 3 dicembre del 1980, Romain Gary si recò da Charvet, in place Vendôme a Parigi, e acquistò una vestaglia di seta rossa. Aveva deciso di ammazzarsi con un colpo di pistola alla testa e, per delicatezza verso il prossimo, aveva pensato di indossare una vestaglia di quel colore perché il sangue non si notasse troppo.
Nella sua casa di rue du Bac sistemò tutto con cura, gli oggetti personali, la pistola, la vestaglia. Poi prese un biglietto e vi scrisse: «Nessun rapporto con Jean Seberg. I patiti dei cuori infranti sono pregati di rivolgersi altrove». L'anno prima Jean Seberg, la sua ex moglie, l'attrice americana, l'adolescente triste di Bonjour tristesse, era stata trovata nuda, sbronza e morta dentro una macchina. Aveva 40 anni. Si erano sposati nel 1962, 24 anni lei, il doppio lui. Il colpo di pistola con cui Romain Gary si uccise la notte del 3 dicembre 1980 fece scalpore nella società letteraria parigina, ma non giunse completamente inaspettato. Eroe di guerra, diplomatico, viaggiatore, cineasta, tombeur de femmes, vincitore di un Goncourt, Gary era considerato un sopravvissuto, un romanziere a fine corsa, senza più nulla da dire.
In un’intervista realizzata da La Repubblica, Pierpaolo Bombardieri spiega i fattori necessari sui luoghi di lavoro per fronteggiare la pandemia e proteggere ai lavoratori.
Sì alle vaccinazioni nelle fabbriche e a tutte le iniziative che possano “accelerare le operazioni per tutta la popolazione”. Il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri rivendica anzi una “primogenitura” sindacale della proposta lanciata ieri dalle pagine di Repubblica dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi: “In occasione dell’incontro con il ministro del Lavoro, il 14 febbraio, era stato anzi proprio Casasco, il segretario della Confapi, a proporlo a Orlando”.
Sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori e delle loro famiglie quindi non ci sono divergenze tra sindacati e organizzazioni imprenditoriali?
“Penso che la convergenza su questo progetto dimostri che le parti sociali sono disposte a fare la propria parte nella gestione dell’emergenza, e che sia il momento di metterci seduti intorno a un tavolo con il governo. Ad oggi ancora i vaccini non ci sono, ma prima o poi arriveranno, e a quel punto dobbiamo farci trovare pronti per distribuirli il prima possibile a tutta la popolazione”.
I protocolli per la sicurezza nei posti di lavoro stanno funzionando?
“Sono stati accordi molto complicati, ricordo di aver lasciato il tavolo più volte durante le trattative, ma ritengo che alla fine sul tema della sicurezza le parti sociali abbiamo mostrato la capacità di interpretare i bisogni del Paese. Ma rimane aperta la questione dei precari: c’è differenza tra le condizioni di lavoro di una fabbrica con una forte presenza sindacale e quelle dei posti di lavoro dove non c’è sindacato e i lavoratori sono sfruttati. A Bologna abbiamo provveduto noi ai tamponi per i rider. Il problema della sicurezza e della prevenzione per i precari e per chi fa un “lavoretto” va affrontato con il governo”.
Anche la questione della sicurezza di chi lavora in smart working finora non è stata affrontata.
“Lì c’è anche una questione dell’organizzazione del lavoro: perché lo smart working diventi volano dello sviluppo noi pensiamo che possa ragionare in termini di valutazione della produttività sulla base del raggiungimento degli obiettivi, e non più dell’orario di lavoro. E quindi si potrebbe prospettare anche una riduzione dell’orario di lavoro, a parità di retribuzione”.
Come in Spagna, con la riduzione della settimana lavorativa da quattro a cinque giorni?
“No, il criterio deve essere quello del raggiungimento degli obiettivi, con orario variabile, facendo anche a meno di timbrare il cartellino, come già è avvenuto in alcune aziende. E’ una strada perseguibile, ogni settore potrebbe poi declinarla secondo le proprie esigenzecerto non deve diventare una strada perché poi il datore di lavoro riduca i salari”.
La convergenza di vedute con le organizzazioni datoriali si ferma alla sicurezza. Sul blocco ai licenziamenti Confindustria è disposta al massimo ad accettare una proroga selettiva.
“Noi diciamo che in questa situazione, in attesa di definire la riforma degli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, il blocco dei licenziamenti serve a garantire ai lavoratori e alle lavoratrici la tranquillità per attraversare questo periodo pesante. Inoltre gli ammortizzatori straordinari sono sostenuti dal programma Ue Sure, che si è esaurito, si sta discutendo se rifinanziarlo. Noi riteniamo che il governo italiano debba sostenere la scelta di farlo diventare stabile”.
La riforma degli ammortizzatori sociali richiederà del tempo. Quali sono le vostre proposte?
“Noi sosteniamo che sia necessario provvedere a una copertura per tutti i lavoratori, ma non attraverso un ammortizzatore universale, perché la riforma va effettuata alla luce di due principi, quello assicurativo e quello solidaristico, e quindi deve esserci per tutti, compresi gli autonomi iscritti alle casse, un contributo da parte dei settori di provenienza, altrimenti il rischio è che si scarichi tutto sulla fiscalità generale, il che non significa rafforzare il sistema degli ammortizzatori sociali, ma indebolirlo. Poi semmai si può anche pensare a un sistema simile a quello del bonus/malus per le aree in cui non ci sia la capacità di intervenire. Il confronto con il governo deve iniziare subito”.
Anche sulle politiche attive verrà aperto un tavolo. Si parla di riformare il sistema dell’Anpal.
“Penso che tutti oggi partano dal presupposto che sia necessario investire sulle politiche attive, e quindi sulla formazione e riqualificazione, per aiutare chi ha perso il lavoro a trovarne un altro. Ma questo deve anche significare non disperdere quello che si è fatto finora: abbiamo dei professionisti selezionati per gestire le politiche attive, i navigator, che tra l’altro sono anche pochi rispetto al personale che viene impiegato in questi servizi nel resto dell’Europa. Farli andar via sarebbe un grave errore”.
I tavoli da aprire sono diversi. Voi siete stati convocati da Draghi già in sede di consultazione, e da Orlando prima ancora del giuramento. Un segno di attenzione che vi rende fiduciosi nel dialogo con il nuovo governo?
“Io sono cauto, perché in una situazione così drammatica aspetto di verificare quali saranno le effettive politiche economiche e sociali del governo. Abbiamo apprezzato che Draghi ci abbia convocato subito, ma il giudizio è sospeso. Ogni giorno ascoltiamo lavoratori e lavoratrici che hanno perso la speranza nel futuro, per se stessi e per i propri figli, che non riescono a trovare uno sbocco professionale, e quindi non riesco ad essere ottimista. Spero che le teorie di Draghi siano quelle del professor Caffè, e non quelle delle politiche di austerità e del patto di stabilità”.
Articolo Di Rosaria Amato per la Repubblica