Il Festival del cinema europeo, chiusosi il 10 gennaio e titolato per l’occasione ‘Festival sotto l’albero’, ha organizzato un incontro online per riflettere sulle possibilità del 2021 per il cinema e le sale, in presenza di addetti ai lavori da ogni parte del settore. Ospite illustre Carlo Verdone, che ha commentato: “Gli autori devono portare avanti il lavoro ed essere pronti appena tutto sarà in ripresa, con le serie, con i film. Non temo che il pubblico dimentichi la sala, perché c’è ancora voglia di aggregazione e di stare insieme. E’ un rituale e il cinema manca a tutti, anche a chi va poche volte all’anno. Questo momento non durerà in eterno. Certo, con l’arrivo del Covid ci sono tensioni e un clima costante di totale pericolo, e questo potrebbe togliere scioltezza e leggerezza agli attori, che per la commedia può essere un problema. Se tutti ci comportiamo bene non c’è motivo di avere paura. Anche se ho un film che non può uscire, e aspetteremo che si possa farlo uscire in sala, sono andato avanti con la scrittura, anche con la serie televisiva autobiografica Vita da Carlo, poi ci sarà un altro film di cui sto scrivendo un soggetto. Ma il cinema in sala non lo abbandonerò mai, è il mio lavoro e la mia sfida. Serve ancora uno sforzo ma alla fine ce la faremo".
La kermesse ha raccolto e reso visibili online i film vincitori e il meglio dei cortometraggi delle trascorse edizioni. Tra gli altri relatori, Alberto La Monica, Direttore del Festival del Cinema Europeo, Laura Delli Colli, Presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani, Francesca Cima, Presidente Sezione Produttori Cinematografici ANICA, Luigi Lonigro, Presidente Sezione Distributori Cinematografici ANICA, Mario Lorini, Presidente Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici, Stefano Francia di Celle, Direttore Torino Film Festival, Chiara Omero, Presidente Associazione Festival di Cinema Italiani.
Cima e Delli Colli hanno sottolineato come nel 2019 in realtà vi fosse stato un aumento del pubblico in sala. Segnali di speranza: “Come produttori vogliamo affermare che cinema e serie devono convivere: la buona serialità vive del continuo scambio creativo artistico e di maestranze che provengono dal cinema. I due linguaggi differenti si uniscono, si mescolano”, ha spiegato Cima.
Tra gli argomenti clou il ruolo dello Stato a livello di sostegni e quello degli esercenti, dato che i presidi chiusi sono oltre 1300. Secondo Lorini, che conferma fortemente quanto le sale anzi in quanto luogo di aggregazione si ripopoleranno senza problemi, l’idea di dare una nuova natura agli esercenti: L’obiettivo è preservare tutte le sale: bisogna analizzare i casi, comprendere gli interventi opportuni per sostenerli cercando i fondi disponibili che siano regionali, europei. Bisogna vagliare tutte le possibilità e le opportunità per difendere questi luoghi, guardando anche alla polifunzionalità: una natura che può dare respiro a questi luoghi che sono prima di tutto luoghi pubblici e fanno parte del nostro quotidiano. L’esercente deve essere il primo a valorizzare il momento dell’uscita di un film".
Buona la scoperta per i festival che hanno scelto la forma ibrida o quella online.
Secondo Omero è proprio da questa scoperta che bisognerà ripartire: “Questo pubblico dovrà essere valorizzato e avere l’opportunità di continuare a seguire i festival. La tecnologia che all’inizio si temeva ha dato una seconda vita soprattutto ai piccoli festival, creando una rete di contatti in realtà ancora più vicina”. Il settore, insomma, è ancora vivo e pronto a ripartire appena possibile.
Quattro fra le principali organizzazioni umanitarie e sanitarie internazionali - UNICEF, OMS, IFRC e MSF - hanno annunciato oggi la creazione di una riserva globale di vaccini contro l'Ebola per assicurare una risposta alle epidemie.
Lo sforzo per la costituzione di tale scorta è stato guidato dall'International Coordinating Group (ICG) on Vaccine Provision, che comprende l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l'UNICEF, la Federazione Internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC) e Medici senza Frontiere (MSF), con il sostegno finanziario di Gavi, l’Alleanza per i Vaccini.
La riserva permetterà ai Paesi, con il sostegno delle organizzazioni umanitarie, di contenere le future epidemie di Ebola, garantendo tempestivamente i vaccini per le popolazioni a rischio durante le epidemie.
Il vaccino iniettabile monodose per l'Ebola (rVSV∆G-ZEBOV-GP, vivo) è prodotto da Merck, Sharp & Dohme (MSD) Corp. e sviluppato con il sostegno finanziario del governo statunitense. L'Agenzia Europea per i Medicinali ha autorizzato il vaccino contro l’Ebola nel novembre 2019, e il vaccino è ora prequalificato dall'OMS, e autorizzato dalla Food and Drug Administration statunitense e da otto paesi africani.
Prima di ottenere la licenza, il vaccino è stato somministrato a più di 350.000 persone in Guinea e nei focolai di Ebola del 2018-2020 nella Repubblica Democratica del Congo in base a un protocollo per "uso compassionevole".
Il vaccino, raccomandato dallo Strategic Advisory Group of Experts (SAGE) per le vaccinazioni per l'uso nei focolai di Ebola, come parte di una più ampia serie di strumenti di risposta ai focolai di Ebola, protegge dalle specie di ebolavirus dello Zaire più comunemente conosciute per causare focolai.
"La pandemia da COVID-19 ci ricorda l'incredibile potere dei vaccini di salvare vite umane da virus mortali", ha dichiarato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell'OMS.
"I vaccini contro l'Ebola hanno reso prevenibile una delle malattie più temute sulla terra. Questa nuova riserva è un eccellente esempio di solidarietà, scienza e cooperazione tra le organizzazioni internazionali e il settore privato per salvare vite umane".
L'UNICEF gestisce la scorta per conto dell'ICG che, come per le scorte di vaccini contro il colera, la meningite e la febbre gialla, sarà l'organo decisionale per la sua assegnazione e il suo rilascio.
Le scorte sono stoccate in Svizzera e pronte per essere spedite nei Paesi per interventi di emergenza.
La decisione di assegnazione del vaccino sarà presa entro 48 ore dal ricevimento di una richiesta da parte di un Paese; i vaccini saranno messi a disposizione dal produttore insieme a un imballaggio che mantiene una catena ultrafredda per la spedizione nei Paesi entro 48 ore dalla decisione. L’obiettivo del tempo di consegna complessivo dal magazzino ai paesi è di sette giorni.
"Siamo orgogliosi di far parte di questo sforzo senza precedenti per contribuire a mettere rapidamente sotto controllo i potenziali focolai di Ebola", ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell'UNICEF.
"Sappiamo che quando si tratta di epidemie, la preparazione è fondamentale. Questa riserva di vaccino contro l'Ebola è un risultato notevole, che ci permetterà di consegnare i vaccini a chi ne ha bisogno il più rapidamente possibile".
Poiché le epidemie di Ebola sono relativamente rare e imprevedibili, non esiste un mercato naturale per il vaccino. I vaccini sono garantiti solo attraverso la costituzione delle scorte e sono disponibili in quantità limitate.
Il vaccino contro l’Ebola è riservato alla risposta alle epidemie per proteggere le persone a più alto rischio di contrarre l'Ebola - compresi gli operatori sanitari e i lavoratori in prima linea.
"Questa è una pietra miliare importante. Solo nell'ultimo decennio abbiamo visto l'Ebola devastare le comunità dell'Africa occidentale e centrale, colpendo sempre più duramente i più poveri e i più vulnerabili", ha dichiarato il Segretario generale dell'IFRC, Jagan Chapagain.
"Attraverso ogni epidemia, i nostri volontari hanno rischiato la vita per salvare vite umane. Con questa scorta, spero che l'impatto di questa terribile malattia si riduca drasticamente".
"La creazione di una riserva di vaccino contro l'Ebola nell'ambito dell'ICG è un passo positivo", ha dichiarato la dott.ssa Natalie Roberts, Programme Manager della MSF Foundation. "La vaccinazione è una delle misure più efficaci per rispondere alle epidemie di malattie prevenibili con il vaccino, e l'Ebola non fa eccezione".
"Una scorta di vaccino contro Ebola può aumentare la trasparenza nella gestione delle riserve globali esistenti e il tempestivo dispiegamento del vaccino dove è più necessario, cosa che MSF ha richiesto durante le recenti epidemie nella Repubblica Democratica del Congo".
Sono ora disponibili 6.890 dosi iniziali per la risposta ai focolai, con ulteriori quantità da inserire nelle scorte questo mese e per tutto il 2021 e oltre.
A seconda del tasso di distribuzione del vaccino, potrebbero essere necessari dai 2 ai 3 anni per raggiungere il livello raccomandato dal SAGE di 500.000 dosi per la scorta di emergenza di vaccini contro l’Ebola. L'OMS, l'UNICEF, il Gavi e i produttori di vaccini valutano continuamente le opzioni per aumentare l'offerta di vaccini in caso di aumento della domanda globale.
In piazza Edmond Jacob Safra, davanti al Memoriale della Shoah (nei pressi della Stazione Centrale), è organizzato per domenica 17 gennaio, dalle ore 10 alle 18, un punto di raccolta di materiali e cibo destinati alle persone senza dimora di Milano.
Si raccolgono coperte, giacconi e indumenti caldi come maglioni, pantaloni, sciarpe, cappelli e guanti (nuovi oppure usati ma sempre puliti e in buone condizioni), biancheria e prodotti per l’igiene e la cura del corpo; e ancora alimenti a lunga conservazione (cibo in scatola e non deperibile) e bottiglie d’acqua.
Tutti i cittadini che desiderano partecipare alla raccolta sono invitati a consegnare i loro beni donati - in sacchetti o scatole ben chiuse - al gazebo allestito per l’occasione. Qui, ad accoglierli, ci saranno i volontari delle numerose organizzazioni cittadine che si sono unite in una grande azione di solidarietà creando una rete a sostegno a favore dei senzatetto in vista dell’arrivo del freddo pungente: Casa Comune, City Angels, Comunità Ebraica di Milano, Fondazione Progetto Arca, Mai Solo, Volontariato Federica Sharon Biazzi, Bene Akiva e Hashomer Hatzair.
Nei giorni successivi alla raccolta, le associazioni si occuperanno di distribuire il materiale per metterlo a disposizione delle persone fragili che non hanno una casa e che vivono in strada.
Per info: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.; 392-7484599
Un corso per insegnare l'uso dello smartphone ai 'non nativi digitali', come gli anziani, ma anche per favorire l'alfabetizzazione informatica delle persone con scarsi strumenti culturali e a rischio di esclusione sociale. Si chiama "Anche noi in rete", e lo promuove nelle Marche l'Auser, nell'ambito dell'iniziativa "Riesco Marche, Reti Inclusive e solidali per la Comunità", nato per fronteggiare le diverse difficoltà acuite dalla pandemia.
La progettazione è stata sviluppata da Auser, Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA) e Università degli Studi di Macerata, ed ha formato circa settanta volontari delle cinque province marchigiane sull'utilizzo delle funzioni dello smartphone e delle più comuni app di comunicazione. Manifesti e brochure saranno distribuiti sul territorio per invitare a partecipare alla "scuola di smartphone" e a contattare i volontari che saranno pronti a far scaricare le app in sicurezza, a collegarsi ai servizi della Pubblica Amministrazione, iscriversi al programma Cashback, scansionare i documenti e inviarli velocemente con Tinyscanner, o scaricare Cardiio per misurare la pressione. Il progetto "Anche noi in rete" coinvolge anche studenti di scuole secondarie di secondo grado, all'interno di attività di Alternanza Scuola Lavoro, per aiutare l'apprendimento dei 'non nativi digitali'.
Fonte: ANSA
In occasione del Giorno della Memoria, la Fondazione Valenzi promuove per il mese di gennaio un ciclo di incontri in streaming sui temi della Shoah e del razzismo contemporaneo
La Fondazione Valenzi, l’istituzione internazionale dedicata a Maurizio Valenzi, parlamentare italiano ed europeo e sindaco a Napoli dal 1975 al 1983, è attiva in partnership con diverse scuole nel progetto #CriticaMente per guidare i giovani a riflettere in maniera critica e costruttiva su tematiche come la xenofobia, il razzismo e l'antisemitismo e imparare a riconoscere e combattere attraverso percorsi didattici ogni propaganda d'odio, soprattutto sui social media.
Nel mese di gennaio, la Fondazione pubblicherà, il mercoledì e venerdì alle ore 12 sui propri canali social, dei video di approfondimento su temi storici: Lucia Valenzi e un giovane studente, Jacopo Solima, si confronteranno sul tema della Shoah partendo da domande cui spesso si pensa soltanto, come "Chi sono gli ebrei?" o "Perché la Shoah?". L'iniziativa terminerà il 27 gennaio con due appuntamenti speciali: un confronto tra giovani che racconteranno esperienze dirette e riflessioni sul razzismo contemporaneo e a seguire l'incontro tra Lucia Valenzi e Nico Pirozzi, giornalista e ideatore del progetto "Memoriae".
L'iniziativa è stata realizzata con il team di supporto: Antonietta Panico, Jacopo Solima, Gabriella Diozzi.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Torino darà il via all recupero di 135 “gioielli” artistici e architettonici del Piemonte e della Valle d’Aosta che potranno rinascere grazie ai 2,4 milioni di euro di contributi assegnati dalla Fondazione stessa tramite il bando Restauri Cantieri Diffusi.
L’obiettivo del progetto è recuperare beni immobili e mobili (campanili, facciate, pavimentazioni, tele, statue, libri, arredi lignei) sottoposti a tutela, e promuovere la conoscenza e la piena fruizione dei luoghi da parte di fasce sempre più ampie di pubblico. Le risorse della Fondazione CRT renderanno possibile anche il restauro conservativo della facciata lato sud della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dell’altare maggiore della Real Chiesa di San Lorenzo a Torino e della pavimentazione della Sala delle Grottesche del Castello della Manta nel Cuneese. Per fare tutto questo, saranno aperti nei prossimi mesi 135 cantieri che coinvolgeranno oltre 250 imprese medio-piccole del territorio. Salgono così, nel complesso, a oltre 2.700 i beni fatti rinascere da Fondazione CRT, nell’ambito di Restauri Cantieri Diffusi, con un investimento di oltre 45 milioni di euro.
“La tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico nel contesto paesaggistico e ambientale ha un ‘senso contemporaneo’, un legame identitario con la vita della comunità: per i mecenati del XXI secolo come le Fondazioni, salvare la memoria e la bellezza dei luoghi, in linea con i principi stessi della Costituzione, significa lavorare concretamente per il bene comune”, afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia. “Il progetto ’Restauri’ unisce al valore culturale anche quello economico-occupazionale, particolarmente significativo in questo momento di estrema difficoltà per il Paese, restituendo fiducia, speranza e una prospettiva di ripartenza: l’apertura dei cantieri per il recupero delle opere, infatti, creerà nuove opportunità di lavoro sul territorio funzionali alla ripresa, rafforzando la capacità di ’resilienza’ dell’intera comunità”.
“Oggi più che mai, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, si comprende cosa significa non poter fruire della bellezza del patrimonio artistico-culturale e l’importanza di tutelarlo nel tempo”, dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci. “Grazie anche ai meccanismi di detrazione e agevolazione fiscale dell’Art bonus, il contributo di Fondazione CRT per la rinascita della ’grande bellezza’ diffusa a livello locale ma di rilevanza anche nazionale, attiva un doppio circolo virtuoso: ridà fiato a molte imprese nel nord Ovest e mette a disposizione del territorio ulteriori risorse - 730mila euro nell’ultimo anno - concretizzando il ruolo strategico della filantropia per garantire che l’arte sia, al tempo stesso, una ricchezza da valorizzare nel presente, ma anche un’eredità per il futuro”.
Articolo: finestresullarte.info
Un terzo della popolazione del Madagascar meridionale faticherà ad avere cibo sufficiente a causa della combinazione di tre anni consecutivi di siccità e della grave recessione dovuta alla pandemia di Covid-19. I tassi di malnutrizione grave continuano a crescere rapidamente e molti bambini sono costretti a chiedere l’elemosina per aiutare le famiglie a nutrirsi. E’ necessaria una azione urgente per evitare una crisi umanitaria.
Con la siccità che continua nel 2021 e l’ultimo raccolto che ha dato pochi frutti, le comunità sono stanche e posseggono poche risorse su cui contare; molti hanno dovuto abbandonare le proprie case in cerca di cibo e di lavoro. Circa 1,35 milioni di persone vivono nell’insicurezza alimentare, il 35 per cento del totale della popolazione della regione. Si tratta di quasi il doppio di quanto registrato nello stesso periodo dello scorso anno.
La pandemia di Covid-19 si è aggiunta alle difficoltà, prosciugando la disponibilità di lavori stagionali su cui molte famiglie dipendevano per la stagione di magra, il cui picco è tra gennaio e aprile.
“Per sopravvivere, le famiglie mangiano i frutti del tamarindo mischiati all’argilla”, spiega Moumini Ouedraogo, Rappresentante del WFP in Madagascar. “Non è possibile avere un altro anno come questo. Senza pioggia e con un magro raccolto, le persone rischiano di morire di fame. Nessuno dovrebbe vivere in queste condizioni”.
I bambini sono i più colpiti dalla crisi alimentare e molti di loro hanno abbandonato la scuola e chiedono cibo in strada. Secondo una verifica del WFP ad Amboasary, nell’ottobre dello scorso anno, tre bambini su quattro non vanno a scuola, il motivo principale rappresentato dal bisogno di aiutare i genitori a trovare cibo.
Nelle tre regioni maggiormente colpite (Androy, Anôsy e Atsimo Andrefana), la prevalenza della Malnutrizione Acuta Globale (GAM) nei bambini al di sotto dei cinque anni è del 10,7 per cento. Si tratta del secondo tasso più alto di tutta l’Africa australe e orientale. Le proiezioni più recenti indicano in oltre 135.000 il numero di bambini che potrebbero soffrire di malnutrizione acuta, inclusi 27.000 di loro in un stato di malnutrizione grave.
Il WFP fornisce al momento assistenza alimentare a quasi mezzo milione di persone che soffrono di grave insicurezza alimentare nei nove distretti più colpiti del sud del paese. In considerazione della rapidità con cui la situazione si aggrava, entro giugno 2021 il WFP prevede di potenziare la sua assistenza per raggiungere circa 900.000 tra le persone più vulnerabili. Tuttavia, l’assistenza alle famiglie in difficoltà sarà necessaria ben oltre l’attuale stagione di magra.
Il WFP ha urgentemente bisogno di 35 milioni di dollari per i programmi di distribuzione di cibo salvavita e contante oltre alle cure per la malnutrizione, inclusi anche l’alimentazione scolastica di emergenza per 150.000 bambini così che possano rimanere a scuola e costruirsi un futuro più sicuro.
Si è spento a Rancio di Lecco all’età di 93 anni l'8 Gennaio. Il suo incontro con Madre Teresa di Calcutta, nel nome di Cristo.
Non era di certo una celebrità. Eppure il mondo della solidarietà in Italia gli deve molto: padre Mario Meda mancato a 93 anni il 9 gennaio scorso nella casa dei missionari anziani a Rancio di Lecco aveva 'inventato' il sostegno a distanza,l’iniziativa di solidarietà che da tanti anni il PIME promuove in favore dei bambini, ma anche dei giovani, dei disabili e dei seminaristi, nelle sue missioni in tutto il mondo.
Era stato infatti proprio padre Meda dalla Birmania, dove era missionario, a lanciare nel 1958 l’idea allora del tutto inedita, di affidare a una famiglia di benefattori lontani l’aiuto di un singolo bambino in un Paese straniero, con una sorta di «adozione» appunto a distanza. Padre Mario – nato a Desio (Mi) nel 1927, ordinato sacerdote dal cardinale Schuster nel 1954 – era arrivato a Kengtung quell'anno, nell'attuale Myanmar. Le prime famiglie coinvolte nel progetto inizialmente furono americane, attraverso il Centro missionario PIME di Detroit.Quando poi nel 1966 – come tutti gli altri missionari del PIME – dovette subire la sorte amara dell’esilio imposto dal governo dei militari a tutti i religiosi stranieri entrati nel Paese dopo l’indipendenza, l’idea del sostegno a distanza andò avanti dal nuovo Centro di animazione missionaria che nel frattempo il PIME aveva aperto a Milano e a cui padre Meda venne inviato.
In forma strutturata partì dunque nel 1969 e fece da apripista in Italia a tanti altri enti e associazioni che ancora oggi adottano questa forma estremamente popolare di aiuto allo sviluppo. In un’epoca in cui non esistevano gli strumenti informatici di oggi per gestire i database, da Milano padre Meda insieme al confratello padre Mauro Mezzadonna (anche lui scomparso due anni fa) arrivarono con le loro schedine cartacee a mettere in relazione anche 17.000 donatori con una bambina o un bambino segnalato dalle missioni del PIME di tutto il mondo. «Adozioni d’amore a distanza» le chiamavano allora. Ed è un impegno per il quale nel 2004 padre Mario Meda fu anche ufficialmente insignito del’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza a MIlano, che gli fu consegnata dall’allora sindaco Gabriele Albertini. E la sua esprienza concreta di fraternità al Centro missionario PIME di via Monterosa continua tuttora.
Vi proponiamo il libro illustrato di Daniele Nicastro "La giornata contro le mafie", Edizione EL.
Su Avvenire un articolo a firma Francesco Riccardi sul libro "Bruno Trentin e l'eclisse della sinistra", di Castelvecchio editore. "Nel profetico sguardo di intellettuale sui tradimenti del pensiero progressista si individuano terreni fecondi di incontro col mondo cattolico", ha scritto Riccardi.
Bruno Trentin ha riempito giorno dopo giorno – dal 1977 al 2006 – il diario della sua vita. I suoi quaderni non sono solo appunti per lavori futuri. Sono per stile e contenuto un’opera a sé e in sé compiuta, all’interno della quale l’autore riporta con cura il resoconto delle proprie vicende politiche, coi suoi dubbi più che con le sue certezze, e insieme le sue letture. Nel giugno 1994 Bruno lascia la direzione della Confederazione. Quelli che vanno dall’uscita dalla Cgil alla morte saranno per lui anni di grande elaborazione politica e culturale, culminata nella sua opera più impegnata dal punto di vista teorico, La città del lavoro, di cui i diari testimoniano le fasi sofferte della stesura. In questo volume, arricchito da una importante appendice documentaria, le parti dei diari ancora inedite che si è deciso di rendere pubbliche hanno come tema principale due filoni importanti di riflessione su Giuseppe Di Vittorio e il concetto di sindacato come soggetto politico, con la sua capacità di autonomia nutrita di progettualità.
Di seguito il link per il podcast di Bruno Trentin con Andrea Ranieri e Ilaria Romeo su Radio rai GR Parlamento:
“La conferma di Mariella Enoc a presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per i prossimi 3 anni è una gran bella notizia. In Mariella ho sempre trovato piena disponibilità ad ascoltare le necessità di bambine, bambini e adolescenti e a dare loro immediate ed efficaci risposte”.
È quanto dichiara in una nota la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa.
“Mariella Enoc ha sempre dimostrato grande disponibilità al tema della solidarietà e dell’assistenza, senza distinzione di razza o censo, proprio come ci insegnano la nostra Carta Costituzionale e la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” – aggiunge Zampa, che conclude: “Buon lavoro, dunque, cara Mariella, in questi tempi molto complessi e con sfide ancora più difficili da affrontare insieme”.
Molti si staranno interrogando sul perché gang di giovani scatenati si riversano in massa, nelle strade e nei parchi, per scontrarsi tra loro, senza alcun rispetto per le regole imposte dal lockdown che vietano ogni assembramento. Per scagliarsi con violenza gli uni contro gli altri, in nome dell’appartenenza a clan rivali. Forse, però, osservando le matrici di simili comportamenti, si potrebbe dire che, antropologicamente e simbolicamente, quei giovani stanno “mettendo in scena” quel che fornisce loro il mondo, quale esempio di comportamenti disfunzionali, violenti, trasgressivi.
Prigionieri in casa - come lo sono in tanti, troppi casi,i popoli della terra - in ragione dell’irresponsabilità di chi li governa, quei ragazzi arrabbiati, disperati, delusi dalla ricerca, per loro vana, di guide autorevoli alle quali fare riferimento per accettare ed osservare leggi e regole del cuore e della mente, hanno scelto, nell’incertezza, nel vuoto creato da queste assenze, di regredire a forme primordiali ed irresponsabili di scontro. E di ricercare, proprio nello scontro tra loro, quale sfida, quale prova, quale occasione di “scaricare” le tensioni da cui sono dominati, di uscire allo scoperto col rischio di alimentare i contagi.
Per ammonire, con i loro comportamenti da giovani “replicanti del male”, formati dal web e da criminali serie gomorristiche alla Gangs of London, quelle masse di adulti, altrettanto disperate, furiose, deluse che oggi, sentendosi alla fine delle loro risorse, scendono in piazza, in preda all’angoscia di morte. Angoscia da virus, da paura del futuro, da frustrazione ideologica, economica, consumistica, culturale, sociale, virtuale. E, ancora, per agire una illegale, improduttiva, distruttiva protesta necessaria a combattere i fantasmi delle loro paure, della loro impotenza, del loro disorientamento. E quel tipo di protesta va – la storia ce lo insegna! - alla ricerca di chi può accoglierla, adottandone, come peraltro è avvenuto negli Stati Uniti, un capo o dei capi , capaci di interpretarne la paranoica, narcisistica follia che non tiene in alcun conto il valore di agire legalmente insieme.
Così, l’avvertimento è chiaro per chi, per sapienza e coscienza, si prepara a combattere il Covid-20 del malessere psicologico e del contagio emotivo che non soltanto ne sono alla radice ma che, in un mondo socialmente affetto da una pandemia ben più grave del Covid-19, oggi è alle prese con la responsabile, collettiva, competente, decisione di cambiare definitivamente rotta. Senza arrendersi, prima, agli incontrollati e incontrollabili “portatori di valigette nucleari”.
Prof.ssa Maria Rita Parsi
Vi proponiamo la lettera scritta da Toni Nocchetti al presidente De Luca pubblicata su La Repubblica.
Gentile presidente De Luca, le sarei molto riconoscente se potesse dedicare qualche minuto del suo prezioso tempo a questa breve lettera.
Vorrei parlarle di un uomo di 32 anni, mi perdonerà se non utilizzerò il suo nome ma in queste circostanze proteggere la sua privacy e quella dei suoi genitori è una priorità assoluta.
Giovanni è un disabile cognitivo con una invalidità certificata del 100% che da quando ha finito la scuola è stato accolto in un centro specializzato. Giovanni è anche uno di quei disabili per i quali, nelle sue ordinanze, non era previsto l’obbligo della mascherina considerando le sue condizioni.
Giovanni, come lei può immaginare e come avrebbe fatto probabilmente anche lei, ormai non va più al centro perché la paura che potesse contagiarsi ha prevalso su altre considerazioni per i suoi anziani genitori.
Come Giovanni in Campania, forse questo lo ignora, ci sono almeno altri 35.000 disabili adulti cognitivi gravi che non hanno alcun tipo di assistenza perché vivono in famiglia. A loro chi dovrebbe pensare?
Per loro lei però aveva previsto che potessero girare senza mascherine con un accompagnatore anche nei giorni del più severo lockdown.
Era giusto.
È giusto.
Quello che dovrebbe accadere da domani, ma forse sarebbe stato più giusto dire da oggi o addirittura se vivessimo in un paese normale, da ieri, era prevedere di inserire i tanti Giovanni nelle categorie prioritarie da vaccinare.
È difficile? Si forse lo è perché in Campania i disabili (e gli anziani ) accolti in strutture convenzionate rappresentano il 10% degli “aventi diritto”.
A lei non mancano i mezzi per scoprire che, in Toscana ad esempio, le Rsa sono diffuse ubiquitariamente sul territorio e quindi i suoi ospiti risultano inclusi nel piano vaccinale regionale.
In Campania i tantissimi Giovanni vivono in casa con genitori angosciati legittimamente come lei ma con la non trascurabile differenza della totale non riconoscibilità.
Sono invisibili. Non protestano perché non hanno un sindacato o qualcuno alle spalle ma solo la consapevolezza della loro solitudine. Quando, signor presidente, ha inaugurato la stagione dei vaccini in Campania, dichiarando di voler fare da cavia e di voler dare un esempio a tutti, ero sicuro che avrebbe pensato innanzitutto a quelli come Giovanni che non hanno voce, ai suoi anziani e preoccupati genitori.
Forse lei è ancora in tempo per farlo.
Ho letto che circa 9000 cittadini campani sono stati vaccinati senza rientrare nella categoria degli operatori sanitari.
Se riuscisse a scovarne tre o quattro tra i dipendenti regionali potrebbe chiedere loro di approntare ad horas un elenco dei migliaia di Giovanni che aspetteranno altrimenti invano di essere protetti dal vaccino.
Mi creda, a volte basta poco se si riconoscono le priorità.
E lei avrebbe un ottima occasione per fare una buona azione (amministrativa ).
Al via la sottoscrizione pubblica per rendere pienamente operativa e fruibile da parte dei visitatori la Torre di Palidoro che dal 23 settembre scorso è diventata sede di uno spazio espositivo multimediale e multifunzionale dedicato a Salvo d'Acquisto, l’eroico vicebrigadiere dei Carabinieri Medaglia d’Oro al Valor Militare, che nel 1943 proprio qui trovò la morte per mano delle truppe naziste, offrendo la propria vita al posto di quella di 22 civili.
Tramite “Art Bonus”, strumento del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo per la raccolta fondi attivato dalla Regione Lazio, il donatore potrà sostenere concretamente la realizzazione degli interventi di restauro. Il contributo sarà inoltre detraibile al 65% dalla dichiarazione dei redditi.
Il Museo, frutto del protocollo d'intesa tra le due Istituzioni, presenta il contributo dato dall’Arma dei Carabinieri nel periodo della lotta di Resistenza e Liberazione che si intreccia con gli episodi salienti dalla vita di Salvo D’Acquisto.
La Torre è circondata da un vasto parco, curato dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, dove sono stati piantati o recuperati esemplari appartenenti a specie vegetali tipiche del litorale e allestiti diversi percorsi naturalistici creati per le scolaresche alle quali illustrare le particolarità ambientali del luogo e i tragici eventi storici di cui è stato teatro.
L’immobile, di proprietà della Regione Lazio, è una torre costiera situata nell'omonima località del Comune di Fiumicino, attualmente in gestione al Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri. Alta circa 20 metri e risalente al IX secolo, aveva uno scopo difensivo e di avvistamento delle navi nemiche. Inserito in un contesto di grande pregio naturalistico e paesaggistico, nel cuore della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, a pochi chilometri dalla Riserva Naturale di Macchiatonda e dal Complesso del Castello di Santa Severa, il sito, che nel secondo conflitto mondiale è stato scenario di questo emblematico episodio storico, è oggi diventato non solo un simbolo della memoria, ma anche un luogo di incontro, di cultura civile e ambientale, aperto alla comunità locale e alle scuole. Sono in atto, inoltre, contatti con la sede locale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per definire un calendario di eventi dedicati ai piccoli pazienti quando la normativa sul contenimento dell’emergenza sanitaria in atto lo consentirà.
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