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giovedì, 25 Aprile, 2024

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Crip Camp, disabilità rivoluzionarie, il documentario degli Obama

Oscar o non Oscar, Crip Camp, disabilità rivoluzionarie è già entrato nell’olimpo dei documentari da vedere, studiare, condividere. Ci è entrato per un motivo molto semplice: racconta una storia straordinaria in un momento in cui ce n’è un enorme bisogno. La storia è quella di un gruppo di giovani disabili che a partire da Crip Camp, un campo estivo nello Stato di New York, cambiano il mondo diventando i pionieri della lotta per i diritti dei disabili, facendo approvare leggi e abbattendo “il muro della segregazione” che per troppo tempo ha fatto dell’esclusione la norma.

Alla straordinarietà della storia si aggiunge il tempismo perfetto con cui il documentario arriva a noi: nell’anno della pandemia, che per molte persone disabili ha significato tornare indietro nella conquista di quei diritti e quelle libertà che mai nessuna sciagura globale dovrebbe più offuscare. Lo ha espresso chiaramente la FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – nel suo manifesto-denuncia: “gli importanti risultati che erano stati ottenuti sul terreno dell’inclusione lavorativa, sociale, scolastica – in una parola, esistenziale – si stanno via via smantellando, restituendoci un Paese che è diventato meno accessibile, sempre meno accogliente e sempre più egoista”. Oggi più che mai, è tempo di “lottare per difendere i nostri diritti che sono gli stessi di tutti, per costruire una società in cui tutte le persone, nessuna esclusa, siano considerate cittadini, per continuare a rendere bella la nostra vita, come tutti”.

Ecco, vedere e amare Crip Camp significa anche rifiutare tutti i passi indietro che la nostra società ha fatto in questi mesi di pandemia, partendo da una consapevolezza: dove eravamo non era abbastanza. Per realizzare una società davvero inclusiva serve un’energia testarda come quella dei protagonisti di Crip Camp.

Il documentario – codiretto da James LeBrecht e Nicole Newnham, prodotto da Barack e Michelle Obama e distribuito da Netflix – ripercorre le origini del movimento per i diritti dei disabili negli Stati Uniti all’inizio degli anni Settanta. È candidato all’Oscar insieme ad altri eccellenti documentari, tra cui My Octopus Teacher: in attesa di conoscere il vincitore, nella notte tra domenica e lunedì prossimi, ci si lasci il piacere di parlarne un po’.

Camp Jened fu la culla di quel movimento: nato come un centro estivo per disabili all’inizio degli anni Cinquanta, durante i Sessanta diventò un posto strano popolato di hippie, adolescenti e ragazzi con ogni grado di disabilità. Un posto in cui i ragazzi – spiega Larry Allison, direttore del campo – “potessero provare a fare gli adolescenti senza stereotipi ed etichette”: parlare, ridere, organizzare le attività, condividere esperienze, innamorarsi, litigare, fare pace… in una parola, vivere.

 

Continua a leggere su: https://www.huffingtonpost.it/entry/crip-camp-disabilita-rivoluzionarie-oscar_it_607dad7ee4b0deb3d5b7b867

 

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