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mercoledì, 24 Aprile, 2024

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Festival di Psicologia: Il costo di scegliere

I processi con cui prendiamo le decisioni sono altamente condizionabili. Soprattutto quando riguardano la salute

Nella cornice del Festival della Psicologia parleremo con la dottoressa Teresa Gavaruzzi di come si prendono le scelte relative alla salute quando in gioco c’è la sicurezza personale. Tema che dall’inizio della pandemia ha soltanto cambiato le sue forme di espressione, seguendo i nuclei emergenti che via via si sono imposti all’attenzione del pubblico, ma non ha mai cambiato volume: all’inizio la gestione della pandemia con i comportamenti da adottare (il distanziamento sociale, l’uso della mascherina,…), ora l’adesione al piano vaccinale. In mezzo la paura e l’incredulità per un evento dalla portata enorme, la relazione con le informazioni veicolate dai media, le distorsioni che si ha la tendenza a compiere su temi così rilevanti e urgenti.

Compiere delle scelte in un periodo di emergenza è un processo che può determinare angoscia, rabbia, senso di paralisi. Ma guardato da una prospettiva più ampia il tema della scelta è comunque capitale per l’essere umano.

“La vita si vive nell’incertezza, per quanto ci si sforzi del contrario. Ogni decisione è condannata a essere arbitraria; nessuna sarà esente da rischi e assicurata contro insuccesso e rimpianti tardivi. Per ogni argomento a favore di una scelta si trova un argomento contrario non meno pesante”, ha scritto Zygmut Bauman ne L’arte della vita.

D’altra parte, il termine decidere deriva, così come il termine omicidio, dal latino “tagliar via”. Ogni scelta che compiamo, dalle più comuni e giornaliere alle più decisive, è anche un’operazione di drammatica eliminazione di tutte le alternative che non abbiamo scelto.

In un mondo strutturato come quello in cui stiamo vivendo, le grandi narrazioni consequenziali hanno ceduto il passo alla simultaneità e alla frammentazione delle informazioni: siamo costantemente in ricezione di numerosissimi input che moltiplicano gli oggetti della nostra possibile attenzione e impongono di allenare la nostra capacità di discernimento all’ennesima potenza.

Tutto questo ha un costo. Il sociopsicologo Roy F. Baumeister parla di esaurimento dell’ego, per indicare l’affaticamento della capacità di determinare scelte secondo volontà. Anche se è un processo che avviene perlopiù fuori dalla coscienza, il lavoro mentale che riguarda la pesa delle alternative che abbiamo a disposizione in ogni momento della giornata ha un costo energetico. Per questo in una ricerca si è visto che il collegio di giudici tenuti a valutare le richieste di libertà condizionata per i detenuti delle carceri israeliane tendeva a concedere la libertà nel 70% dei casi valutati nella prima parte della giornata, mentre nel pomeriggio aumentavano i dinieghi. Quando si è più stanchi, si tende a semplificare il processo di scelta e ad andare sul sicuro. Oppure si cerca una gratificazione: motivo per cui gli snack dolci sono messi nei supermercati vicino alle casse, alla fine dei processi di scelta che si sono operati su cosa acquistare tra gli scaffali.

 

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