La storia vera di cinque studiose dalle vite esemplari e di una libertà trovata a migliaia di chilometri da casa
Nei primi anni del Novecento cinque donne coraggiose approdano alla facoltà di Antropologia di Oxford con l’intenzione di studiare le culture primitive. Troppo curiose per accontentarsi dei libri, lasciano l’Inghilterra e vanno all’avventura: tra i popoli rivoltosi dell’Isola di Pasqua, in villaggi sperduti sul Nilo e nel Nuovo Messico, fra i territori inesplorati della Nuova Guinea e in un desolato inverno siberiano le studiose scoprono una libertà inaspettata, senza le mille costrizioni che le donne subiscono nel mondo occidentale, in apparenza così moderno e sviluppato.
E infatti, finiti i loro viaggi di studio, a Londra le aspetta un destino tragico: due di loro vengono bollate come pazze e fatte rinchiudere, una muore suicida a 36 anni e tutte devono lottare il doppio degli uomini per vedere riconosciuta solo la metà del loro valore. Se gli antropologi nei loro viaggi rimangono a tutti gli effetti degli intrusi tra gli indigeni, queste donne, intruse nella società borghese che le voleva solo mogli e madri, trovarono dall’altra parte del globo una terra in cui essere libere.
Frances Larson è antropologa e studiosa di storia della medicina. È stata ricercatrice presso la Durham University e presso il Pitt Rivers Museum di Oxford. Ha scritto diversi saggi culturali e antropologici e per Utet ha pubblicato Teste mozze. Storie di decapitazioni, reliquie, trofei, souvenir e crani illustri (2016, 2020).
Le intruse
storie di donne che volevano scoprire il mondo
400 pp. | € 24