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venerdì, 19 Aprile, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Ladri di carrozzelle: “Diversi da chi, se siamo figli dello stesso cielo?”

Proponiamo l’articolo uscito su https://www.artefair.it/ dove si racconta un po’ il percorso e gli obbietivi raggiunti dai nostri Ladri di Carrozzelle

Ladri di carrozzelle, la storica band che trova nell’autoironia la forza  di andare avanti nel diventare veri professionisti

Tutto ha inizio nell’estate 1989 in un villaggio turistico, nei pressi di Diamante nel cosentino. Un gruppo di giovani con particolari difficoltà d’agilità motorie, ma molto allegri, positivi, dinamici e soprattutto ironici scoprono di avere una gran passione in comune: l’amore per la musica. Da qui, un sogno, quello di fondare una rock band. Finite le vacanze, nel rientrare a Roma, il sogno inizia a concretizzarsi ed a prendere forma. In breve tempo danno vita al gruppo musicale ‘La banda del buco’ che per svariati motivi durerà solo un paio d’anni.

Ma il sogno è troppo bello, ed è animato da tanto amore per la vita e per la musica, che non può rimanere chiuso in un cassetto. Ed allora è proprio Paolo Falessi uno dei creatori che si rimbocca le maniche, con l’intento e il desiderio di voler ricominciare tutto da capo, e decide di riunire tutti i ragazzi della vecchia band, inserendone anche di nuovi. Tutti insieme e di comune accordo, decisero di formare un gruppo che andasse controcorrente e per tener fede a questo loro intento, iniziarono dal nome. L’idea venne a Piero, il quale, pensando a Paolo Belli, ironizzando disse: “Chiamiamolo ladri di carrozzelle, anche perché delle biciclette che ce ne facciamo?”.

Credo sia stata questa loro grande autoironia a donare al gruppo la forza di non abbattersi, soprattutto nei momenti bui e di massimo sconforto, come può essere soprattutto la perdita di un loro compagno o collaboratore per patologie gravi o pericolose, come la distrofia muscolare. Difatti con il progredire della malattia, purtroppo tante volte sono stati necessari dei nuovi inserimenti, e in seguito gli avvicendamenti sono stati costanti. Proprio per questo non esiste una formazione stabile della band, i musicisti che hanno partecipato al progetto nel corso degli anni sono stati una cinquantina.

La formazione della band cambia continuamente anche a seconda della situazione in cui i “Ladri di carrozzelle” sono impegnati. Va da un minimo di 5 ad un massimo di 15 musicisti, anche in base all’attività a cui è richiesta la loro partecipazione, che principalmente si nutre di concerti, ma ci sono anche convegni e dibattiti nelle scuole, per promuovere riflessioni sulla diversità, sul vivere la disabilità, sulla pace, sulla musica e sul potere della musica.

Diversi, diversi da chi? Il cuore nel petto batte per tutti allo stesso modo. Continuando il sogno, ricordiamo il 1° maggio del 1995, giorno in cui salirono per la prima volta sul palco. L’emozione fu tanta, anche perché la piazza era piena e dopo il primo brano, nel sentire gli applausi e il calore del pubblico, non riuscivano neanche a parlare. La felicità era qualcosa di indescrivibile e di inarrestabile, che non si poteva non vedere nei loro occhi.

Fu il loro coraggio e desiderio di voler diventare dei veri professionisti – racconta Falessi, in una delle sue interviste – che li ha condotti a raggiungere mete che non credevamo mai di poter raggiungere.

Da quella splendida esperienza, non mollarono più. Anzi, credono sempre più in se stessi, producono sette album e sei singoli e partecipano a svariati programmi televisivi come Telethon. Non lavorano solo per sé, ma molto del ricavato dei loro concerti lo donano per la realizzazione di una casa famiglia per chi, con la perdita dei propri familiari, non può autogestirsi.

Una strada sempre in salita, che li ha portati anche a partecipare nel 2017 come ospiti d’onore al Festival di Sanremo con la canzone ‘Stravedo per la vita’. Testo scritto da Paolo Falessi e dedicata a un loro componente – Piero Petrullo – che purtroppo decide di togliersi la vita. “I ladri sono l’espressione di un vasto piano la cui attività principale è quella concertistica, ma si estende e confina in attività collaterali, rientranti in un unico, ambizioso progetto: la diffusione di un’immagine nuova e insolita delle diverse abilità, attraverso la musica.”

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