Si intitola Occhio per occhio il libro scritto da Sandro Veronesi e presentato oggi a Roma alla presenza di Fulvio Abbate, Sergio D'Elia, Miriam Mafai, Maria Fida Moro e ovviamente dell'autore.
L'opera, che conduce il lettore dentro quattro storie di vita forse ancor più incredibili della fiction, riguarda storie di grandi o piccoli delitti puniti, tre volte su quattro, con la pena capitale.
Le vicende sono ambientate in Sudan (dei terroristi palestinesi compiono un attentato in un hotel frequentato da europei. Condannati a morte, vengono "salvati" dalla legge musulmana che prevede una somma compensatoria della violenza subita); Taiwan (tre ragazzi rapiscono il figlio di un facoltoso imprenditore. Pur avendo rilasciato l'ostaggio dopo il pagamento del riscatto, i tre, arrestati, vengono condannati a morte, con l'accusa di aver agito contro gli interessi della collettività per l'ingente riscatto. E così vengono giustiziati); Unione Sovietica (un uomo, fermato con un amico sul limitare del bosco in possesso di residuati bellici, viene accusato forse ingiustamente di associazione a delinquere contro la patria e condannato a morte. A un passo dall'esecuzione, il presidente Gorbaciov concede la grazia); California (un uomo viene condannato per l'uccisione di due adolescenti nel corso di una rapina. Dopo 14 anni di rinvii, dinieghi, manifestazioni popolari per la sua grazia, la condanna viene eseguita: camera a gas).
Con questa edizione Bompiani ripropone un saggio del premio Strega Sandro Veronesi sulla pena di morte, uscito per Mondadori nel 1992, che rappresentò uno dei primi, fulgidi esempi di quel reportage narrativo, commistione di documentazione e racconto, allora non ancora tanto in voga tra gli scrittori italiani. Riproposto oggi, quattordici anni dopo, con