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giovedì, 28 Marzo, 2024

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Recovery Plan, Boero di Marevivo: “Il Piano non prende in considerazione gli ecosistemi marini e la loro biodiversità”

A poche ore dall’attesa notizia dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del  Recovery Plan (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), l’Associazione ambientalista Marevivo, che da 35 anni si occupa di tutela del mare e dell’ambiente, pur apprezzando la presenza di fondi per la gestione dei rifiuti raccolti a mare nelle aree portuali, tema molto importante per la salute del mare, deve altresì constatare con rammarico l’assenza di tutela della biodiversità marina, punto centrale per la ripresa sostenibile che il Piano si propone di garantire.

“La sostenibilità si valuta in base al concetto che ogni azione che mira all’aumento del capitale economico non deve compromettere il capitale naturale. Se si distrugge il capitale naturale non ci può essere economia sana e società sana” spiega Ferdinando Boero, professore presso l’Università di Napoli Federico II e vicepresidente di Marevivo.

Il capitale naturale è costituito da biodiversità ed ecosistemi, come sancito in una miriade di convenzioni e trattati, a partire da Rio de Janeiro 1992 (La Convenzione sulla Biodiversità). Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza la parola “biodiversità” appare solo due volte e copre solo parzialmente il significato del concetto, e la parola “ecosistema” non è tanto riferita ai sistemi naturali quanto ai sistemi informatici e dell’innovazione. La logica che prevale è di mero sfruttamento delle risorse naturali, senza alcuna strategia di conoscenza, protezione e gestione del capitale naturale. Questa impostazione è in netto contrasto con gli obiettivi del Green Deal, che non vede soltanto l’adozione di alcune tattiche che tendono a ridurre gli impatti, e che, invece, impone una strategia che dia centralità al capitale naturale, senza il quale tutte le nostre azioni diventano impossibili.

La missione Rivoluzione verde e transizione ecologica non prende in considerazione gli ecosistemi marini e la loro biodiversità. Una mancanza inspiegabile in un paese con 8.500 km di coste, anche alla luce di una ben precisa Missione di Horizon Europe: Healthy Oceans, Seas, Coastal and Inland Waters. La biodiversità viene declinata esclusivamente come aree verdi, e non ci sono misure che prevedano la conoscenza del capitale naturale attraverso mappature, valutazioni qualitative e quantitative, e monitoraggi attraverso sistemi osservativi.

“Queste mancanze non permetteranno di valutare in modo efficace il raggiungimento di criteri di sostenibilità, visto che non viene considerato lo stato di biodiversità ed ecosistemi prima, durante e dopo l’implementazione delle misure proposte. Il concetto di Salute Unica (One Health) non viene affrontato in modo adeguato, con misure che mirino alla buona salute degli ecosistemi come pre-requisito alla salute umana” conclude Boero.

Marevivo richiama il Governo a rispettare le direttive europee e le indicazioni del Green Deal e di Horizon Europe, che danno centralità a biodiversità ed ecosistemi: non è possibile parlare di ripartenza sostenibile senza includere il mare, responsabile del 50% dell’ossigeno che respiriamo e che non può essere ridotti a fanalino di coda. La tutela ambientale deve essere un obiettivo comune, non un mero slogan politico.

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