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venerdì, 29 Marzo, 2024

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Regione Piemonte, 40 milioni di euro in “ristori” a residenze sanitarie assistenziali e centri diurni

Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino: “Molto soddisfatti dell’entità delle risorse stanziate e per il metodo di confronto adottato dalla Regione, teso a
considerare le istanze comuni di persone anziane, con disabilità e con dipendenze”

40 milioni di euro in “ristori” stanziati dalla Regione Piemonte per sostenere residenze sanitarie assistenziali, centri diurni e altre strutture che si occupano di dipendenze e psichiatria: ieri l’Assessore alle Politiche Sociali Chiara Caucino ha presentato il progetto di legge agli operatori del settore, tra cui Anffas Torino.

Gli enti e le associazioni che si occupano delle persone anziane, disabili e in generale fragili hanno dovuto e dovranno sostenere spese più alte del solito per affrontare la gestione dell’emergenza sanitaria e sociale dovuto alla pandemia: tra le voci di spesa principali, ci sono la necessità di maggiore distanziamento e quindi di minore capienza delle strutture, l’implemento del personale medico, infermieristico e assistenziale, l’uso continuo di dispositivi di protezione personale, l’aumento dei costi di trasporto…

“Le risorse sono consistenti – commenta Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino -, in merito alle modalità definite dall’esecutivo regionale e rese note oggi, gli operatori potranno far pervenire eventuali osservazioni, ma noi vogliamo da subito esprimere la nostra soddisfazione, come associazione di famiglie di persone con disabilità, per l’importanza dello stanziamento previsto e soprattutto per il metodo adottato dal Presidente Cirio, dagli assessori Caucino e Icardi e dal Capo di Gabinetto Vignale. Troviamo infatti giusta la scelta di individuale come interlocutore principale il Forum del Terzo Settore, soggetto “orizzontale” di rappresentanza delle istanze che accomunano persone anziane, con disabilità e con dipendenze, le cui esigenze comuni sono sicuramente maggiori rispetto alle eventuali divergenze. Sottolineiamo a proposito – conclude D’Errico – la positività del metodo di confronto franco, laico e sempre indirizzato a prevenire le problematiche e istituire buone prassi di amministrazione”.

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