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Sergio Cusani è un nuovo Autorevole Editorialista di Angelipress

Per saperne di più sul nostro nuovo Autorevole Editorialista Sergio Cusani, riportiamo in questo articolo un brevissimo stralcio dal suo colloquio con il giornalista Paolo Colonnello, su La Stampa di oggi, martedì 16 febbraio 2021. Domani Cusani firmerà il suo primo editoriale per Angelipress, mentre da oggi, in esclusiva su RaiPlay va in onda “Ossi di seppia”, con Tangentopoli in primo piano. Una valanga che travolge l’Italia e che si trascina dietro il mondo politico ed economico. Un era burrascosa della storia giudiziaria del nostro Paese, iniziata il 17 febbraio 1992 con l’arresto di Mario Chiesa. È uno scandalo, ed è il tema della sesta puntata di “Ossi di Seppia, il rumore della memoria”. Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio a Milano, viene sorpreso mentre intasca una tangente di 7 milioni di vecchie lire da una ditta di pulizia, per assicurarsi un appalto. Scoppia Tangentopoli. Confessioni dopo confessioni, Chiesa riconoscerà di far parte di un sistema di corruzione che incassa tangenti sugli appalti pubblici, prassi consolidata fra i partiti, messi sotto inchiesta. I magistrati del team Mani Pulite sono acclamati come degli eroi dalla gente comune. Mentre politici abituati ai riflettori si trovano alla gogna. E strumenti come gli arresti domiciliari e il carcere assumono un significato di rivalsa e vendetta contro il sistema. A raccontare questo breve ma intenso periodo storico è Sergio Cusani, imputato simbolo di Mani Pulite, condannato all’epoca a 8 anni di reclusione. Un racconto seriale emozionale e immersivo, rivolto alla Generazione Z e ai Millennials, un antidoto per frenare la perdita della memoria collettiva.

Da La Stampa

“A 29 anni da Mani Pulite parla il finanziere divenuto simbolo di un’epoca. Cusani: «La mia condanna fu un dono. Morto Gardni, toccava a a me pagare. Ciò che ho ricevuto, penso di aver restituito», scontando fino all’ultimo giorno i 6 anni di prigione cui venne condannato. […] Una riflessione che interroga sul ruolo del carcere e sul ruolo della giustizia, in defintiva sul senso della vita. «Il carcere – dice Cusani – è il cadavere degli armadi della società, il suo scheletro, il suo dolore»”.

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