Alfieri quindi propone: “Si avviino subito accordi con i mezzi di trasporto pubblici e privati per far viaggiare in sicurezza i ragazzi e chi si sposta nello stesso orario. E si avvii in Parlamento, a camere unificate, una collaborazione reale fra scuole statali e paritarie e con la quota capitaria di 5.500 euro, garantendo il diritto di apprendere in distanziamento e sicurezza per tutti gli studenti. E’ sconcertante apprendere che in Italia ci si appresta nella fase 3, a poco meno di un mese dalla ripartenza, alla dad al 100% per le scuole secondarie di secondo grado. Una misura ancor più allarmante in quanto funesto presagio della chiusura della scuola e di un sistema scolastico che da iniquo è divenuto d’élite perché sta trasformando il diritto all’istruzione in un privilegio”.
“In Italia – prosegue l’Alfieri – la Dad è stata scientemente perseguita, cosi come la chiusura della scuola, senza alcuna logica, senza alcuna comprensione degli effetti negativi sia di una didattica a distanza ‘fatta bene’ per un numero insignificante di scuole pubbliche, statali e paritarie, sia dell’abbandono totale degli alunni a se stessi, in particolare nelle Regioni che si sono affrettate a chiudere al 100% (Campania, Puglia). L’allievo di tutte le età, condannato a fissare una telecamera per sei ore al giorno, può solo vomitare, morire di inedia culturale e relazionale. Il cervello è distrutto. Peggio ancora quando il docente abbandona il ragazzo a se stesso con la scusa che ”nessuno lo ha formato” alla didattica a distanza. Risultato: tre mesi di vacanza con stipendio assicurato”.
Articolo di Orizzontescuola.it