Riportiamo qui di seguito un estratto dall’articolo pubblicato da Giacomo Galeazzi su Interris, con un excursus da Sturzo alla Liberazione, passando per grandi temi come l’uguaglianza, la liberazione culturale e l’importanza della testimonianza.
Alla Liberazione il cattolico democratico Sergio Mattarella ha dedicato illuminanti riflessioni. Il 25 aprile resta, secondo il Presidente della Repubblica, una data-cardine per il nostro Paese. Un “elemento fondamentale nella storia morale” dell’Italia. “Il Paese è fortemente cambiato, come il contesto internazionale. Non c’è più, fortunatamente, la necessità di riconquistare i valori di libertà, di democrazia, di giustizia sociale, di pace che animarono, nel suo complesso, la Resistenza- afferma il Capo dello Stato-. Oggi c’è la necessità di difendere quei valori. Come è stato fatto contro l’assalto del terrorismo. E come viene fatto contro quello della mafia. La democrazia va sempre, giorno dopo giorno, affermata e realizzata nella vita quotidiana”. Il 25 aprile, aggiunge Sergio Mattarella in un colloquio con Ezio Mauro, fu lo sbocco di un vero e proprio moto di popolo. Quindi la qualifica di “resistenti” accomuna i partigiani, i militari che rifiutarono di arruolarsi nelle brigate nere. E “tutte le donne e gli uomini che, per le ragioni più diverse, rischiarono la vita per nascondere un ebreo. Per aiutare un militare alleato. O sostenere chi combatteva in montagna o nelle città”.