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sabato, 27 Luglio, 2024

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Bruno Buozzi, un ricordo a 80 anni dalla morte

Il 4 giugno 2024 ricorrono gli ottant’anni dell’assassinio di Bruno Buozzi (e di altri 13 antifascisti, aderenti in particolare al Partito socialista e al Fronte militare clandestino) da parte delle SS in fuga da Roma, proprio nelle ore in cui gli Alleati facevano il loro ingresso nella Capitale. Come scrive L’Avanti: «Buozzi, come Turati e Matteotti, apparteneva a quel partito che invano cercò una soluzione parlamentare alla crisi determinata dall’avvento del fascismo e in particolare, dal delitto Matteotti, aderì alla secessione aventiniana, dopo avere strenuamente contrastato il tentativo fascista di portarlo a collaborare con il regime, esattamente come aveva fatto anche De Ambris che era su posizioni più rivoluzionarie».

Il pezzo de L’Avanti prosegue così: «Buozzi oltre ad essere stato uno strenuo oppositore del fascismo, in esilio non smise mai di nutrire una grande speranza per il futuro dell’Italia e, proprio nel 1930, quando Mussolini sembrava godere di grande popolarità, lui che avrebbe avuto tutto da guadagnare, in termini personali a rispondere positivamente agli appelli del duce, così scrisse: “L’esperienza fascista, soprattutto in campo operaio, è ingiustizia atroce, un passo all’indietro, la perdita di anni preziosi. Ma nel popolo italiano, sobrio e lavoratore, tenace e paziente, si registra una forza vitale così meravigliosa, una energia così sincera e così sicura che i lavoratori d’Italia, quando si saranno liberati dal fascismo, sapranno recuperare in fretta gli anni perduti. E di questa parentesi umiliante nella sua violenza e nella sua brutalità gli italiani avranno allora avuto un solo beneficio: la ferma convinzione che la libertà è una condizione necessaria per qualsiasi elevazione delle masse, e che in questo consiste il bene supremo; un bene, però, da conquistare e difendere ogni giorno”».

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