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giovedì, 16 Maggio, 2024

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Maternità in Italia: Save the Children, Italia a rischio futuro

In occasione della Festa della Mamma, Save the Children riporta nel suo comunicato alcuni dati contenuti nell’8° edizione del rapporto “Le Equilibriste” di Save the Children nella quale mostrano la situazione della maternità in Italia.

Come ogni anno, lo studio include anche l’Indice delle Madri, elaborato dall’ISTAT per Save the Children, una classifica delle Regioni italiane stilata in base alle condizioni più o meno favorevoli per le mamme.

Quest’anno l’Indice delle madri per regione è il risultato di una analisi basata su 7 dimensioni: demografia, lavoro, servizi, salute, rappresentanza, violenza, soddisfazione soggettiva, per un totale di 14 indicatori da diverse fonti del sistema statistico nazionale.

È la Provincia Autonoma di Bolzano a guidare questa particolarissima classifica dei territori amici delle madri, seguita da Emilia Romagna e Valle D’Aosta, mentre le condizioni più sfavorevoli per le mamme si registrano in Basilicata, preceduta appena in fondo alla classifica da Sicilia e Campania.

Il 2022 è stato l’anno che ha registrato il minimo storico di nascite -1,9% per 392.598 registrazioni all’anagrafe, diminuzione che ha accompagnato la popolazione negli ultimi anni. Le donne hanno meno figli o non ne hanno affatto. Inoltre, cresce sempre di più l’età media per avere figli: circa 32 anni, una delle più alte in Europa.

La situazione attuale è frutto di numerose concause come la situazione socio economica, infatti il 12,1% delle famiglie con minori nel nostro Paese (762 mila famiglie) sono in condizione di povertà assoluta, e una coppia con figli su 4 è a rischio povertà, altro dato rilevante è la presenza costante di un gap di genere fortissimo: nonostante ci sia stata una leggera decrescita, nel 2022 il divario lavorativo tra uomini e donne si è attestato al 17,5%, ma è ben più ampio in presenza di bambini, come per esempio nella fascia di età tra i 25 e i 30 anni, il tasso di occupazione delle mamme si ferma al 63%, contro il 90,4% di quello dei papà, percentuali che calano nel caso ci siano due figli invece che uno.

Emerge anche dai dati raccolti dall’INL sulle dimissioni: nel 2021, “delle 52.436 convalide totali, 37.662 (il 71,8%) si riferiscono a donne (madri) e 14.774 (28,2%) a uomini (padri)”. Per le donne il motivo delle dimissioni è per il 65,5% legato a difficoltà di conciliazione tra lavoro e attività di cura, motivazione che per gli uomini costituisce solo il 3%.

Sappiamo che dove le donne lavorano di più nascono anche più bambini, con un legame tra maggiore fecondità e posizione lavorativa stabile di entrambi i partner. Tuttavia, la condizione lavorativa delle donne, e in particolare delle madri, nel nostro Paese è ancora ampiamente caratterizzata da instabilità e precarietà, a cui si aggiungono la carenza strutturale di servizi per l’infanzia, a partire dalla rete di asili nido sul territorio, e la mancanza di politiche per la promozione dell’equità nel carico di cura familiare. I provvedimenti approvati negli ultimi anni, pur andando nella giusta direzione, non sono che timidi passi sul fronte del sostegno alla genitorialità. Non possiamo permetterci di perdere l’occasione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza per costruire finalmente una rete capillare di servizi per la prima infanzia ed è altrettanto necessario andare con più forza verso un congedo di paternità paritario rispetto a quello delle madri. L’Italia è un paese a rischio futuro, e se è vero che il trend di denatalità non può essere invertito velocemente, è ancor più vero che è quanto mai urgente invertire il trend delle politiche a sostegno della genitorialità per non perdere altro tempo prezioso.” ha dichiarato Antonella Inverno, Responsabile Politiche Infanzia e Adolescenza di Save the Children Italia.

“In Italia si parla molto della crisi delle nascite ma si dedica poca attenzione alle condizioni concrete di vita delle mamme, le “equilibriste” sulle quali grava la quasi totalità del lavoro di cura. Per sostenere la genitorialità occorre intervenire in modo integrato su più livelli. Occorre potenziare il sostegno economico alle famiglie con minori, a partire da tutte quelle che vivono in condizioni di difficoltà, considerando che la nascita di un bambino rappresenta in Italia uno dei principali fattori di impoverimento. Allo stesso tempo, in un Paese dove il numero dei giovani fuori dai percorsi di formazione, studio e lavoro raggiunge una delle percentuali più alte in Europa, è indispensabile garantire ai più giovani l’autonomia abitativa e condizioni lavorative dignitose. I pochi bambini che nascono oggi dovrebbero poi vedere assicurato l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia così come alle cure pediatriche. Eppure sappiamo che questi diritti fondamentali non sono assicurati in tutto il Paese dove permangono, come dimostra l’Indice regionale, gravissime disuguaglianze territoriali. Accanto ad una solida rete di welfare che accompagni i primi mille giorni di vita di un bambino è necessario un deciso impegno per assicurare alle donne – e in particolare alle mamme – la possibilità di sviluppare il proprio percorso lavorativo, riequilibrando i carichi di cura e trasformando un mondo del lavoro ancora oggi in molti casi ostile. Questo significa sanzionare ogni forma di discriminazione legata alla maternità, incentivare il family audit, promuovere l’applicazione piena della legge sulla parità di retribuzione e rendere effettivi tutti gli interventi sulla parità di genere a partire da quelli previsti nel PNRR” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Un breve video con testimonianze e grafiche sui dati con sottotitoli è disponibile al link: https://vimeo.com/823732307/4282598934

Un breve video con testimonianze e grafiche sui dati senza sottotitoli è disponibile al link: https://vimeo.com/821980413/db348eec57?share=copy

La versione integrale del rapporto “Le Equilibriste” è disponibile qui: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-equilibriste-la-maternita-in-italia-2023

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