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lunedì, 14 Ottobre, 2024

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Traumi maxillo-facciali in aumento

Gli interventi di ricostruzione del volto sono diventati primari a causa degli incidenti legati ad alcune attività quotidiane in casa o sul lavoro. Le cause principali sono incidenti domestici (38%); seguono i traumi sportivi (31%), incidenti stradali (12%) ed episodi di violenza (12%). Nel 60% si tratta di pazienti sotto i 30 anni. È quanto emerge dal 27° Congresso della European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery – EACMFS, in corso a Roma presso il Centro Congressi “La Nuvola” fino al 20 settembre, alla presenza di tremila specialisti di oltre cento Paesi. A guidare i lavori proprio due italiani, il Prof. Manlio Galiè, Presidente EACMFS, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara e docente del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara, e il Prof. Valentino Valentini, Presidente del Comitato Scientifico del Congresso e Professore Ordinario in Chirurgia Maxillo-Facciale presso l’Università La Sapienza e direttore UOC Chirurgia Maxillo-Facciale Policlinico Umberto I di Roma. L’esperienza della chirurgia maxillo-facciale si sta ampliando a fronte di una domanda che si fa sempre più articolata. Anzitutto, i traumi che colpiscono il volto hanno anche un’implicazione psicosociale per il paziente, che necessita di tecniche chirurgiche mini-invasive supportate dalla tecnologia, dalla robotica, dall’intelligenza artificiale. Inoltre, si assiste a una diversificazione del tipo di traumi.

 “A provocare la maggior parte dei traumi maxillo-facciali sono attività considerate semplici e non a rischio – spiega il Prof. Manlio Galiè, Presidente EACMFS e Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara – secondo una casistica di 9.543 interventi rilevati dalla letteratura internazionale, la più grande statistica sulla frequenza dei traumi, il 38% dei casi è legato a incidenti domestici, che coinvolgono soprattutto uomini. Le cause possono essere legate all’uso incosciente di motoseghe o a cadute da una scala o da un’altalena per i bambini. Vi sono poi gli incidenti stradali, dove sono coinvolti molti pazienti giovani e giovanissimi che perdono la sembianza a causa di un incidente – prosegue il Prof. Manlio Galié – quando li incontriamo, talvolta ci mostrano la foto di come erano prima dell’incidente e chiedono di recuperare quell’aspetto. Tra gli interventi dovuti a incidenti stradali, che costituiscono il 12%, si sta diffondendo una nuova tipologia, sempre più diffusa, legata a scooter e monopattini elettrici. Si registrano soprattutto nelle grandi città come Roma e Milano. Quando si cade si tende a sbattere il volto per terra con maggiore frequenza e intensità: questa nuova mobilità ha portato a uno stravolgimento dei traumi da strada che sta cambiando l’eziologia e i tipi di fratture, visto l’impatto violento che subisce il volto. Sono in corso degli studi trasversali per raccogliere i dati sull’incidenza di questi nuovi traumi, ma il riscontro empirico ci consegna già un peso rilevante”.

In ambito sportivo ci sono alcuni casi noti di atleti che utilizzano le mascherine per proteggersi dopo importanti interventi, come il francese Kylian Mbappé agli scorsi europei o Victor Osimhen le ultime stagioni col Napoli. La chirurgia maxillo-facciale ha proprio in chi fa sport il 31% dei casi. “Spesso i traumi dovuti a scontri sportivi si verificano anche a livello giovanile, con fratture del naso, dello zigomo, dell’orbita, della mandibola. – sottolinea il Prof. Manlio Galié – L’agonismo è diventato esasperato e i traumi sportivi aumentano, soprattutto in sport come calcio, basket, ciclismo, sci, in quanto sono previste meno protezioni e ci sono dinamiche che tendono a proiettare il volto in avanti. Per praticare sport bisogna essere allenati e capire quando possa essere opportuno fare un passo indietro”.

Dall’Ucraina invece gli interventi della scuola italiana sui traumi causati dal conflitto. “In questo congresso abbiamo anche una sessione sui traumi da guerra, che sono sempre più frequenti – spiega il Prof. Manlio Galié – Abbiamo potuto raccogliere la testimonianza della professoressa Sylvie Testelin, reduce da una missione in Ucraina nel Superhumans Center di Kiev, un centro costruito per trattare e riabilitare i mutilati di guerra. L’aumento dei conflitti ha causato anche un incremento dei relativi traumi, che sono assai complessi, in quanto, a differenza degli incidenti stradali o sportivi, provocano una perdita di intere parti del volto, che quindi in alcuni casi si deve ricostruire, non solo riposizionare”.

Al 27° Congresso EACMFS è giunto anche il contributo del Prof. Eduardo Rodriguez, direttore del dipartimento di Chirurgia Plastica del Nyu Langone a New York, che nel 2023 ha realizzato il primo trapianto al mondo di un occhio intero – e di parte del viso – eseguito su un uomo americano di 46 anni sopravvissuto a un gravissimo infortunio sul lavoro dovuto a una scossa dall’alto voltaggio elettrico. Seppur non recuperando la vista, la qualità del bulbo oculare e la retina sono tornate molto buone. D’altronde, l’intento non era tornare a vedere, ma favorire la ricerca in vista di successivi progressi. “Da questo caso si potrebbero aprire nuove frontiere per il recupero della vista in pazienti con traumi, malformazioni, neoplasie che hanno provocato la perdita di un occhio – afferma il Prof. Manlio Galié – Tuttavia, il percorso è ancora da costruire e deve essere sempre improntato alla tutela del paziente. La tecnologia sta eliminando progressivamente ogni limite, ma bisogna fare considerazioni dal punto di vista etico, morale, psicosociale e di sostenibilità, tenendo al centro non la tecnologia ma il paziente stesso”.

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