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mercoledì, 8 Maggio, 2024

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“Razzismo: gli oratori fanno gol” di Felice Alborghetti

Prosegue la Junior Tim Cup e il suo impegno contro ogni discriminazione. Nei centri di allenamento i campioni di Serie A abbracciano i ragazzi dell’oratorio

Le lacrime di Vinicius, la sentenza su Acerbi. Nei giorni in cui il razzismo nel calcio torna a far rumore, è stata presentata l’11a edizione della Junior Tim Cup Keep Racism Out – il torneo giovanile di calcio a 7 organizzato da Csi, Lega Serie A e Tim, rivolto alle squadre under 14 di tutti gli oratori d’Italia – bandiera dell’antirazzismo e di ogni forma di discriminazione nello sport. Alla presentazione del 20 marzo a Milano, oltre ai giovani degli oratori, c’erano i rappresentanti dei 4 Club lombardi in Serie A: Laura Fusetti (Milan), Fabio Gallante (Inter), Vincenzo Iacopino (Monza) e Gianpaolo Bellini (Atlanta). Entra così nel vivo il torneo che qualificherà 8 squadre in vista della finale, il 15 maggio a Roma, come sempre in programma all’Olimpico, prima della finale di Coppia Italia.

Oltre ai gol ed alle parate, fuori dal campo di gioco, sui temi cardini della manifestazione, un ruolo di primo piano lo giocano i campioni della Serie A, che settimanalmente incontrano e dialogano coi giovani partecipanti al torneo, mostrando le capacità del calcio di agire a contrasto delle espressioni d’odio e intolleranza. il 18 marzo ad esempio, i ragazzi dell’Oratorio di S. Giorgio Desio assieme a quelli del settore giovanile dell’Inter si sono recati al Memoriale della Shoah, luogo di memoria e conoscenza, al Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, per riflettere sulle conseguenze dell’indifferenza e dell’intolleranza e sulla tragedia delle deportazioni. Nello stesso lunedì, nella capitale, presso la Sala della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono state Roma e Lazio assieme a Unar a predicare fratellanza, cooperazione e integrazione. Innanzi ad alcuni giovani delle società capitoline ed alle squadre Csi del S. Nicola di Bari e del S. Maria delle Grazie, sono intervenuti dirigenti e psicologi dei due club, oltre a due calciatori.

Pagano, centrocampista della Roma, ha spiegato come “il calcio è divertimento, lo sport deve unire e non dividere. Ogni giorno dobbiamo scoprire cose nuove, essere curiosi e confrontarci con il prossimo”. Da parte sua il portiere della Lazio, Provedel, ha respinto ogni forma di razzismo nello sport, segnando un altro gol, come quello in Champions: “Alla base dello sport devono esserci rispetto, l’educazione e la capacità di vivere all’interno di un collettivo. E se andate bene a scuola ancora meglio”.


Fonte: Avvenire

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