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sabato, 27 Luglio, 2024

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Ucraina, quelle ferite da curare. Su Oggi l’intervista di Fiamma Tinelli a Paola Severini

La guerra che fa male, Paola Severini Melograni l’ha vista molte volte. È stata in Libano, nel Kurdistan iracheno, è appena tornata dall’Ucraina. Nella sua vita ha incontrato donne cieche per una granata, bambini amputati da una mina colorata come una farfalla. Inizia così la lunga intervista che Fiamma Tinelli ha fatto su Oggi a Paola Severini Melograni, in occasione del lancio dello speciale del primo dicembre in prima serata su Rai 3 per parlare di conflitti come Fabbrica di Disabilità.

Qui un breve estratto, l’intervista completa è su Oggi in edicola:

A 17 anni già si occupava di handicap. Si può dire, handicap?
«Certo che si può dire. Il politicamente corretto mi fa ridere, non è che se sei sordo e ti chiamano non udente cambia qualcosa. Quello che fa la differenza è come ti trattano. È l’inclusione».

La prima volta che ha toccato la guerra?
«In Libano, negli anni 80. Partii con il mio ex marito, dovevamo organizzare un ponte di aiuti. Beirut era un cumulo di macerie e dolore, c’era gente a cui il fuoco delle bombe aveva cancellato la faccia. Lì ho capito quanto si poteva fare».

Per la puntata speciale di O anche no ha intervistato Andriy Shevchenko.
«Mi ha detto: “Questa è la partita più importante della mia vita, è la differenza tra esistere o non esistere”. Sheva conosce bene il dolore di un popolo che si batte per sopravvivere».

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