Diciamolo francamente, la storia degli Stati Uniti potrebbe sembrare la storia di un Paese terrorista: dalla deposizione di scomodi governi stranieri al sostegno alle dittature più repressive del mondo, dalla palese indifferenza verso il diritto internazionale alle guerre arbitrarie dalle catastrofiche conseguenze umanitarie…
Ma perché allora gli Stati Uniti vengono considerati baluardo di libertà e civiltà?
Come è possibile questa dissociazione?
È a domande del genere che si propone di rispondere questo ultimo libro di Noam Chomsky scritto in collaborazione con Nathan J. Robinson.
Ripercorrendo la politica estera americana, gli autori da un lato raccontano in modo vivido e inequivocabile una storia di violenze e arbitri; dall’altro mettono in luce come questo cinico esercizio del potere sia sempre stato oscurato da una mitologia di autoesaltazione che vuole gli Stati Uniti come una nazione mossa da idealismo e innocenza.
In questo momento l’umanità ha dinanzi a sé gravi crisi che minacciano il futuro della specie: la catastrofe climatica e una possibile guerra nucleare.
Il comportamento che ci si attende dagli Stati Uniti è all’altezza delle responsabilità morali dello Stato più potente nella fase più pericolosa della storia: ne va del futuro dell’umanità.
In questa sua opera definitiva, Noam Chomsky lo sottolinea con tutta la sua capacità d’analisi.
NOAM CHOMSKY (Filadelfia, 1928) è il maggior linguista vivente e uno dei punti di riferimento della sinistra radicale internazionale. Fra gli ultimi volumi pubblicati da Ponte alle Grazie ricordiamo Perché l’Ucraina (con C.J. Polychroniou, 2022), Le conseguenze del capitalismo (con M. Waterstone, 2022), Poteri illegittimi (con C.J. Polychroniou, 2023), Insieme per salvare il pianeta (2023) e la nuova edizione di Ultima fermata Gaza (con I. Pappé, 2023).
Nathan J. Robinson è cofondatore e direttore di «Current Affairs», bimestrale politicamente indipendente, punto di riferimento della sinistra indipendente statunitense. E autore di numerosi libri di argomento politico. Suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, sul «New York Times», il «Washington Post» e «New Republic».