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sabato, 27 Luglio, 2024

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Consiglio Permanente: l’Introduzione del Cardinale Presidente CEI Matteo Maria Zuppi

Di seguito pubblichiamo il riassunto dell’introduzione del Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, ai lavori della sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente presieduto a Roma dal 23 gennaio e che si concluderà oggi. 

Iniziando con una scena biblica tratta dal libro degli Atti degli Apostoli, il Cardinale da via alla sessione invernale, racconta dell’inizio della predicazione di Paolo a Corinto (At 18,1-11), una comunità attraversata da divisioni e personalismi dove l’apostolo sarà accolto (At 18,2- 3) incontrando anche una forte opposizione (At 18,6). Gli sopraggiunse una rivelazione divina: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso» (At 18,9-10).

A seguire, il religioso spiega: “Anche per noi c’è un popolo numeroso nelle nostre città, molto più di quanto misuriamo con categorie spesso vecchie” continuando, “Sapere che già c’è un popolo di Dio nascosto, non è consolatorio o illusorio, ma missione larga e dialogo rinnovato. «Continua a parlare e non tacere» per fare emergere questo popolo, attraverso la relazione con ognuno: questo permette alla comunità di essere un corpo, di capire l’unità che valorizza l’individuo, per non ripiegarsi ma trasmettere fede, simpatia, speranza. Solo l’unità permette alla comunità di essere creativa.”.

Guardare insieme la realtà e oltre

“È un dono per me e per noi riunirci insieme” scrive Zuppi constatando inoltre che quei momenti sono importanti per far sì che “porsi ai piedi di Gesù” non diventi “una prigione dalla quale non sappiamo affrancarci” ma una “libertà interiore per mettere al centro quello che serve per davvero e che non ci viene tolto.”

“Alzare gli occhi ci è necessario per capire oggi il nostro popolo” continua, “Insieme compiamo l’esercizio di guardare oltre e di guardare intorno, chiedendoci cosa il popolo porta nel cuore, quali le sue preoccupazioni e la sua ricerca, sempre coinvolti dalla compassione di Gesù per le pecore stanche e sfinite perché senza pastore. Altrimenti tutto si esaurisce nelle discussioni interne e non nel ripensare l’interno in chiave missionaria, di farlo sulle nostre misure e non cambiare queste su quanto è richiesto.”

Un orizzonte pieno di interrogativi

Riferendosi al conflitto in Ucraina il Cardinale ribadisce “la necessità della pace e l’urgenza di raggiungerla innanzitutto per amore del popolo ucraino!” per poi proseguire “Il mondo deve porre fine a questa guerra e affrontare seriamente gli altri conflitti aperti, che sono meno sotto gli occhi di tutti, ma pure così dolorosi. Con sgomento assistiamo all’uccisione dei sogni delle giovani generazioni e sentiamo il dovere di esprimere la solidarietà verso questa gente che chiede libertà e giustizia.”

Minoranza creativa e Chiesa di popolo

Ricordando il Papa recentemente scomparso, Zuppi nomina le “minoranze creative”, un termine derivante dalle teorie di Arnold Joseph Toynbee (1889-1975) che concepisce la storia di una civiltà in termini di sfide e risposte. Lo studioso affermava che le civiltà si formano in risposta a una serie di sfide difficili, nelle quali le "minoranze creative" escogitano soluzioni che riorientano l'intera società.

Il Cardinale sostiene che “anche se minoranza, la Chiesa non può cercare riparo nella chiusura, come se l’unica via sia estraniarsi dal mondo e la distanza garantisca la salvezza dell’identità” specificando, “la minoranza […] esprime una volontà autentica di vivere il Vangelo, capace di energie di bene[…]. Del resto la nostra è una società di minoranze, di frammenti, se non di tante isole, le solitudini dell’ ‘io’. E guai quando questo avviene anche nelle nostre comunità! La Chiesa deve ritessere il senso comunitario in una società dell’io e dell’estraneità, richiamando a un destino comune”. 

La Chiesa e il popolo italiano 

“Quest’anno si compiono i settantacinque anni della Costituzione repubblicana” riprende Monsignor Zuppi, “nata dal ripudio del fascismo e della guerra, ma anche dalla volontà di guardare insieme il futuro” aggiungendo, “non è difficile vedere in essa il sentire comune profondo proprio della Dottrina Sociale della Chiesa”.

Il Cardinale ricorda di come anche i sacerdoti sanno vivere e morire per il loro ministero, fa alcuni esempi come don Giovanni Minzoni e don Lorenzo Milani, ricordando principalmente il suo lavoro con i giovani continuando “La scuola è il laboratorio del futuro di un Paese, in cui si prepara il domani e dove vanno investite le energie migliori e le risorse necessarie”. I pastori, dice, hanno un compito riguardante “la formazione della coscienza ad una ecologia integrale, che guarda all’ambiente ma soprattutto alle persone che in questo ambiente vivono" raccogliendo anche la sfida di un cambio anche culturale in atto nel nostro Paese.
Inoltre è importante ricordare il ruolo degli Insegnanti di religione cattolica e interrogarci su una società non accogliente verso i giovani, che per poter sopravvivere lasciano il Paese. 

Una nuova stagione

“Grandi e impegnative sfide per il bene dell’Italia aspettano il nuovo Governo, cui rinnovo i migliori auguri, assicurando che la Chiesa, in spirito di cooperazione, continuerà il suo impegno per l’intera comunità italiana, per i più deboli, per la coesione della società, per l’educazione e il bene comune” con queste parole il Cardinale parla dei diversi problemi che affliggono la nazione come la crisi economica, gli effetti della Guerra in Ucraina e di quelli della Pandemia, della situazione di povertà diffusa in Italia, dei corridoi umanitari per i migranti e della crisi demografica.

Le resistenze al Vangelo

Riprendendo la storia di Paolo il Cardinale afferma che “anche il nostro presente è disseminato di comportamenti e di eventi che contrastano chiaramente con il Vangelo” come la pedofilia, plaudisce poi il lavoro svolto dal Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori della CEI parlando del report da loro pubblicato lo scorso anno.
“Si tratta di passi, che come Chiesa in Italia dobbiamo e vogliamo continuare a compiere con fermezza per stare dalla parte dei più fragili e per far crescere una cultura caratterizzata dal rispetto, dalla cura e dalla tutela della dignità di ogni persona”.

Il Cardinale parla poi di cosa ha fatto la differenza per Paolo nella sua esperienza a Corinto, quale sia l’eredità che lascia alla storia dopo di lui. 

Verso l’Assemblea Generale

Prossimi alla successiva Assemblea Generale (22-25 maggio 2023) Zuppi chiede, alla luce di questa introduzione, cosa possiamo fare perché questo appuntamento diventi una reale occasione di conversione ecclesiale? 
“Il mio pensiero va ad un ripensamento anche della struttura della CEI, più capace di esprimere la centralità della Parola di Dio e di servire meglio le Chiese che sono in Italia e rinforzare e servire la collegialità tra noi” aggiunge il Cardinale  “Ma questo lo dovremo fare insieme perché la Conferenza Episcopale […] è il segno della collegialità, della comunione, del camminare insieme. Espressione di quel ‘prendersi cura’ di un popolo numeroso che ci è affidato”.

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