«Il silenzio della Chiesa sulla situazione di ingiustizia creata e mantenuta nella città dallo sviluppo capitalistico è una scelta politica: è la scelta di avallare, con il silenzio e la passività, l’operato del capitale, l’oppressione dei poveri, degli emarginati, degli operai, del popolo».
COSÌ GIOVANNI FRANZONI, abate della basilica di San Paolo fuori le Mura, il 9 giugno 1973 firma «La terra è di Dio», profetica lettera pastorale, scritta pensando al Giubileo del 1975, che conteneva un severo atto d’accusa contro la speculazione fondiaria ed edilizia portata avanti con il silenzio e la complicità dell’istituzione ecclesiastica (soprattutto a Roma) e contro gli stretti legami fra la Chiesa e il potere economico, all’ombra della Democrazia cristiana.
Un mese dopo è di fatto costretto dal Vaticano, che non tollerava la sua pastorale avanzata, a dimettersi da abate di San Paolo. E il 2 settembre, con la prima messa celebrata «fuori dal tempio», in un salone di via Ostiense, nasce la Comunità cristiana di base di San Paolo, una delle più significative e longeve esperienze del cosiddetto «dissenso cattolico», che altro non era che la ricerca, da parte di migliaia di credenti in tutta Italia, di sperimentare percorsi nuovi per vivere in profondità e coerenza il messaggio rivoluzionario del Vangelo.
I CINQUANTA ANNI trascorsi dalla pubblicazione della «Terra è di Dio», ma anche dalla nascita della Comunità di base di San Paolo sono stati ricordati ieri in un convegno organizzato all’università Roma Tre (via Ostiense 159, aula 8 di Giurisprudenza, ore 9.30-18.30) cui hanno partecipato, fra gli altri, la sociologa Chiara Carmelina Canta, lo storico Giancarlo Monina, l’urbanista Carlo Cellamare, la pastora valdese Maria Bonafede, il giurista Luigi Ferrajoli, il «cappellano» della ONG Mediterranea Saving Human don Mattia Ferrari e Mina Welby.
Fonte: https://ilmanifesto.it/dom-franzoni-contro-la-chiesa-asservita-al-potere