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giovedì, 9 Maggio, 2024

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Una riflessione su Ferragosto da parte di don Vincenzo Arnone

All’origine della fede, e di ogni fede, ci sta una donna: il volto materno di Dio, la dimensione umana di Dio e , nella fede cristiana, la dimensione umana di Gesù, da Betlemme a Gerusalemme-.una donna che genera, che accoglie, che guida, che piange, soffre e muore. Nel pieno del fulgore estivo, tra il caldo, la distensione, la distrazione vacanziera, il sacro e il profano, appare il ferragosto che sta lì come spartiacque di un periodo dell’anno del tutto particolare. Forse la memoria di questa Donna, il 15 agosto, “ vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle” arriva , agli occhi di credenti e non credenti, un po…sbiadita, stanca ,opaca…messa un po lì nel calderone delle feste estive da fare in riva al mare o comunque in luoghi di villeggiatura. Eppure arriva !

Nei decenni passati arrivava quando i contadini stavano curvi sulla terra o a trebbiare e non avevano televisori che davano le previsioni del tempo o la gradazione del caldo estivo; erano lì e basta, lavoravano e basta. Oggi arriva ancora in modi diversi, in tempi per certi versi migliori e peggiori, forse all’insaputa di tanti, ma arriva! la Donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi.

Ci si domanda , forse, che senso ha una festività come quella dell’Assunta in un mondo che dimentica subito anche le cose di ieri, immaginiamo un Evento accaduto due mila anni fa, riguardante una donna; la donna su cui si posava l’ombra della schiavitù, della totale sottomissione. Ha un senso se vediamo tale festività come la glorificazione di una donna di Nazaret che era appena un piccolo borgo; della glorificazione di una donna che appare e scompare nelle pagine del vangelo, pur essendo madre di Gesù; di una donna…casalinga, popolana, confusa tra la folla e non tanto tra regine e regnanti. Si potrebbe dire col poeta: “ Beato quel colle/ che vide commosso/ di Maria lo sguardo/ nell’ora che assunta/ fu in cielo gloriosa/ a Efeso o Sion / a Cana o Cafarnao/ a noi non è dato/ conoscere tanto…”.

L’Assunta è una festa della donna, del fulgore della donna, del murolo della donna, della esemplarità della donna, oltre i limiti del tempo, oltre le rivendicazioni occasionali.

E’ una festa che richiama il valore della vita umana, lo esalta e lo solleva dalle pastoie e dalle gramigne che lo vorrebbero perennemente a basso livello, nel minimalismo morale. La festa della Donna vestita di sole, che cade in una certa indifferenza, è lì a dirci “ nel cielo abbiamo una  Madre. Il cielo è aperto, il cielo ha un cuore”. E Come tutte le grandi realtà va scoperta, valorizzata con la fatica dell’uomo scalatore che sale su per la cima del monte; pazientemente, giorno dopo giorno.

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