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sabato, 27 Luglio, 2024

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Le scelte che Netanyahu non può più rinviare

Benjamin Netanyahu è tornato domenica pomeriggio in Israele, dopo una intensa missione di sei giorni negli Stati Uniti, poche ore prima dell’inizio del Kippur, il giorno che gli ebrei osservanti dedicano al digiuno, all’espiazione, alla riflessione. Ha di fronte scelte importanti, che decideranno il suo destino, e quello di Israele.

Torna in Israele più forte di come era partito. Molti analisti prevedevano scontri e tensioni, ma al contrario il suo incontro con Joe Biden, il suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu, il suo primo incontro di persona con Recep Tayyip Erdogan, che ha portato alla individuazione di importanti aree di collaborazione tra i due paesi, dopo le ripetute rotture degli anni passati, quello con Volodymyr Zelensky, la visita alla Silicon Valley e l’incontro con Elon Musk si sono rivelati dei successi, come la rara intervista che Mohammad Bin Salman, il principe ereditario saudita, ha concesso a Fox News, confermando i quotidiani progressi verso la normalizzazione tra i due paesi.

L’attenzione dell’opinione pubblica è concentrata su questo, e il movimento contro la annunciata riforma giudiziaria pare in qualche modo passare in secondo piano, anche se sabato scorso, alla manifestazione settimanale contro di essa, a Tel Aviv hanno preso parte oltre 100.000 persone.

Tuttavia, i nodi da scioglier sono davvero ardui.

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