Di seguito il messaggio del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo:
La marcia Perugia-Assisi che si è svolta questo 21 maggio 2023 convoca l’umanità intera all’impegno comune per far cessare le guerre, e le stragi e le devastazioni di cui esse consistono.
E per far cessare le guerre occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.
La marcia Perugia-Assisi, ideata da Aldo Capitini, l’apostolo della nonviolenza nel nostro paese, è un appello cogente e ineludibile.
La marcia Perugia-Assisi chiede pace, disarmo, smilitarizzazione.
La marcia Perugia-Assisi chiede di esercitare un’universale fraternità e soriorità, e quindi di soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
La marcia Perugia-Assisi afferma che salvare le vite e’ il primo dovere.
Che sia grande e persuasa la partecipazione.
Che sia ampio e sincero l’ascolto.
Che essa possa convincere i governi a cessare di fare la guerra, a proibire le armi, ad abolire gli eserciti, a cessare di uccidere e far uccidere gli esseri umani.
Ed in questa occasione e’ necessario ripetere ancora una volta che nell’epoca aperta dalla bomba di Hiroshima la guerra, ogni guerra, minaccia di distruzione l’intera umanità.
E’ quindi primo interesse e primo diritto dell’umanità intera abolire la guerra prima che la guerra abolisca l’intera umana famiglia.
La guerra che da oltre un anno infuria in Ucraina, scatenata dal folle e criminale autocrate russo, non solo ogni giorno uccide altri esseri umani, non solo ogni giorno devasta ed avvelena sempre più suoli, sempre più acque e sempre più aria – un disastro ecologico che dagli eventi atmosferici è portato ben oltre i confini delle aree che subiscono i bombardamenti e i combattimenti -, ma con tutta evidenza da un momento all’altro può diventare guerra mondiale e guerra nucleare, con conseguenze abissali ed apocalittiche.
Occorre fermare immediatamente questa guerra come tutte le altre in corso.
E per fermare la guerra occorre cessare di alimentarla con la fornitura di strumenti assassini.
Se si cessasse di fornire armi alla guerra, la guerra cesserebbe.
Se si cessasse di formare ed armare eserciti, la guerra cesserebbe.
Il governo italiano golpista e razzista, violando la Costituzione della Repubblica italiana, continua a fornire armi che alimentano la guerra e le stragi e le devastazioni di cui la guerra consiste.
E’ diritto e dovere del popolo italiano impedire che questo crimine continui.
E’ diritto e dovere del popolo italiano impedire che il governo golpista continui a fornire armi assassine alla guerra.
E’ diritto e dovere di ogni essere umano e di tutti i popoli del mondo imporre ai governi l’immediato “cessate il fuoco”, l’immediata apertura di trattativa di pace, l’immediata cessazione della guerra, delle stragi, delle devastazioni.
La marcia Perugia-Assisi chiede questo impegno, questa insurrezione nonviolenta dell’umanità per la salvezza comune dell’umanità intera e dell’intero mondo vivente.
Ha scritto recentemente Edgar Morin, eroe della Resistenza e uno dei più grandi pensatori contemporanei: “(…) temo la radicalizzazione della Guerra d’Ucraina, le cui conseguenze planetarie, già considerevoli, possono diventare enormi, se non degenerare in una nuova guerra mondiale. (…) Dobbiamo ora riconoscere, nello stesso tempo, ciò che è semplice (l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’opposizione fra democrazia occidentale e dispotismo russo) e ciò che è complesso (il contesto storico e geopolitico). La guerra fra l’invasore e l’invaso, fra Russia e Ucraina, non si può isolare dai suoi antecedenti e dai suoi contesti storici e geopolitici, nè, a fortiori, dalle relazioni fra Stati Uniti e Russia. (…) Ci sono tre guerre in una: la continuazione della guerra interna fra potere ucraino e provincia separatista, la guerra russo-ucraina e una guerra politico-economica internazionalizzata antirussa dell’Occidente animata dagli Stati Uniti” (Edgar Morin, Di guerra in guerra, Milano 2023, pp. 54, 66-67, 93).
Quali che siano le riflessioni che su questa guerra possiamo svolgere, una cosa e’ certa ed inconfutabile: che ogni giorno la guerra uccide altri esseri umani che la pace salverebbe.
Possiamo salvare queste vite: imponendo ai governi che alla guerra in vario modo partecipano di cessare di far morire tanti innocenti; il modo e’ semplice: adoperiamoci affinchè cessi la fornitura di armi a tutte le parti in conflitto. Cominciamo noi a contrastare concretamente la guerra.
Le manifestazioni nonviolente per la pace fatte finora sono tutte benedette, ma purtroppo sono restate fin qui ininfluenti sulle scelte governative stragiste.
Le iniziative nonviolente di aiuto umanitario alle vittime realizzate finora sono tutte benedette ed e’ bene proseguano, ma purtroppo sono restate fin qui ininfluenti sulle scelte governative stragiste.
La campagna nonviolenta di sostegno agli oppositori alla guerra (obiettori, disertori, costruttori e costruttrici di pace) in Bielorussia, Russia ed Ucraina e’ benedetta e deve continuare ed intensificarsi, ma purtroppo e’ anch’essa sostanzialmente ininfluente nel breve periodo sulle scelte governative stragiste.
Le iniziative referendarie contro la guerra, con tutti i loro limiti, le loro confusioni e il loro margine di improntitudine e subalternita’, sono anch’esse benedette, ma anch’esse nel breve periodo sono del tutto ininfluenti sulle scelte governative stragiste.
Cosa occorre dunque fare?
Occorre passare all’azione diretta nonviolenta per bloccare le fabbriche di armi.
Occorre passare all’azione diretta nonviolenta per bloccare i depositi di armi.
Occorre passare all’azione diretta nonviolenta per bloccare i trasporti di armi.
Occorre passare all’azione diretta nonviolenta per bloccare i centri decisionali e le strutture organizzative e logistiche delle forniture di armi.
Occorre passare all’azione diretta nonviolenta per bloccare l’incostituzionale, illegale, criminale e assassina azione guerriera del governo golpista e stragista.
Occorre passare all’azione diretta nonviolenta in difesa dell’articolo 11 della Costituzione repubblicana, in difesa della legalità che salva le vite.
Occorre passare all’azione diretta nonviolenta in difesa del diritto alla vita di ogni essere umano, dell’intera umana famiglia, dell’intero mondo vivente.
Molti anni fa chi scrive queste righe promosse e organizzò l’azione diretta nonviolenta delle “mongolfiere della pace” con cui tentammo di bloccare i decolli dei bombardieri che dalla base militare di Aviano recavano strage in Jugoslavia.
Oggi si pone la stessa esigenza: promuovere e organizzare azioni dirette nonviolente per fermare la fornitura di armi che alimenta la guerra in Ucraina, che sta assassinando tanti esseri umani, che sta provocando una catastrofe ecologica immane e che ci sta portando verso la guerra mondiale e nucleare che può mettere fine all’umanità.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite è il primo dovere.
Solo la nonviolenza può salvare l’umanità dalla catastrofe.
Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo