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martedì, 21 Maggio, 2024

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La nuova Lettera di Marcianò sull’enciclica Pacem in terris

Riportiamo qui di seguito un articolo di Antonio Capano su Avvenire di oggi:

Il «raggio della pace», questo il titolo della nuova Lettera pastorale dell’ordinario militare per l’Italia, l’arcivescovo Santo Marcianò. È indirizzata ai militari e ai cappellani militari e vuole essere un ricordo di Giovanni XXIII a sessant’anni dall’enciclica Pacem in terris.

Il testo, dopo una breve e chiara introduzione, è articolato in 5 capitoli denominati: un anelito profondo; un ordine nelle creature e nel creato; il servizio dell’autorità; nella Verità, secondo giustizia, con libertà, per amore; la pastorale della pace.

Da ultimo le conclusioni e una preghiera composta dal vescovo castrense dedicata al Papa buono, che fu sergente di sanità e cappellano militare.

A fondamento dello scritto le parole dell’enciclica, l’ultima che fu scritta da papa Roncalli che morirà poche settimane dopo la sua pubblicazione nel 1963, scandagliata in ogni suo aspetto, e quelle del famoso Discorso alla luna, che Giovanni XXIII pronunciò la sera dell’apertura del Concilio Vaticano II per salutare i fedeli che affollavano ancora piazza San Pietro al termine di una giornata intensa e storica per la Chiesa universale. Queste ultime costituiscono, difatti, l’incipit di ogni capitolo nel quale Marcianò declina i tanti argomenti analizzati rapportandoli all’attualità: la dignità del lavoro, la custodia del creato, la tutela della vita, la politica… Si offrono spunti e indicazioni con diversi messaggi intercalati, suggerimenti e inviti diretti per il mondo militare che rappresenta una diocesi “senza confini”. Tutto deve tendere ad una pastorale della pace, lo precisa il presule, mediante un percorso che lui chiama “terapeutico” e che, pensando proprio allo speciale ambito di evangelizzazione, riassume in alcuni punti: unificazione, formazione, misericordia, pazienza, fiducia.

Marcianò mette poi in risalto come Giovanni XXIII imparò a pronunziare e vivere la parola “pace” anche grazie proprio alla sua esperienza tra i militari. Ed ancora il fatto che essendo chiesa militare non si poteva non ricordare l’enciclica del patrono dell’Esercito, «in questo significativo anniversario».

«Sentiamo pertanto rivolta a noi – ribadisce – questa Lettera sulla pace. Sentiamo che chi l’ha scritta vi ha infuso preparazione ed esperienza, studio e capacità comunicativa…vi ha infuso la vita e vuole parlare alla nostra vita».

Dalla Lettera è tratto anche un breve testo rivolto a tutti, per i tipi dell’editrice Ancora, disponibile in libreria.

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