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lunedì, 20 Maggio, 2024

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Legge sulla non autosufficienza, alcune riflessioni

Di recente il governo ha azzerato il fondo da 350 milioni legato all’attuazione della legge delega sulla disabilità e spostato nel decreto legislativo del 18 ottobre 2023 n. 145 cd. decreto anticipi per coprire i 15 miliardi del Superbonus.

Inoltre, nella Manovra di bilancio non sembrerebbero previsti stanziamenti per la legge sulla non autosufficienza, varata in maggio dal Parlamento dopo l’introduzione di qualche modifica rispetto a quella presentata dal precedente governo, di cui il fabbisogno era stato stimato a 7 miliardi ma per il cui avvio nel 2024 basterebbero 1,3 miliardi da incrementare poi negli anni successivi. Cifra che però il governo non ha previsto.

La ministra per la disabilità ha affermato che i fondi per disabili saranno rimandati al 2025 ma non ci sono notizie riguardo a quelli per le persone non autosufficenti.

Maria Teresa Bellucci, viceministra del Lavoro, si è mostrata disponibile a trovare una parte delle risorse per far partire la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti.

Il Patto per un nuovo welfare, promotore del progetto-base inserito nella legge delega approvata a marzo, vuole, con le sue 57 associazioni aderenti, evitare che si perda un altro anno anziché avviare finalmente quella rivoluzione dell’assistenza agli anziani non autosufficienti che il nostro Paese avrebbe dovuto implementare già anni fa.

«Stiamo cercando di razionalizzare le spese, trovare le coperture e individuare tutte le risorse disponibili. Ho invitato il Patto a un incontro al ministero e ci confronteremo, oltre che sui decreti delegati, su quali interventi indirizzare almeno delle sperimentazioni e come far partire l’integrazione dei servizi socio-sanitari», ha spiegato la viceministra ad Avvenire.

Alcune associazioni hanno proposto azioni di protesta: famiglie e anziani si sentirebbero trascurati, ci sarebbero infatti molti altri interventi necessari come quelli contenuti nella legge delega e altri stralciati come il supporto ai 7 milioni di caregiver familiari privi di sostegno.

Linda Laura Sabbadini ha scritto qualche giorno fa in un articolo su Repubblica: «Dopo i colpi che abbiamo subito con la pandemia che hanno ferito gravemente i più vulnerabili, trascuriamo proprio loro, invece di puntare alla loro valorizzazione piena e autodeterminazione. Prima ci mettiamo a posto la coscienza, o facciamo un po’ di propaganda, varando leggi, poi non andiamo avanti con i decreti e non le finanziamo, come già successo per la legge sull’assistenza del 2000, che per anni è rimasta inattuata perché i livelli essenziali delle prestazioni non sono stati definiti. E pensare che se solo ci impegniassimo a rendere la qualità della vita delle persone anziane migliore, […] potremmo anche risparmiare, rispetto all’estensione delle strutture residenziali che, tra l’altro, hanno evidenziato non pochi problemi di qualità dei servizi durante la pandemia. Allora ci appassionavamo a parlare di welfare di prossimità, elemento chiave per lo sviluppo di indipendenza e inclusione delle persone vulnerabili, di centralità del valore della cura e della necessità di dotarci di una strategia adeguata. E invece la strategia è quella dei proclami e dei rimandi. E il succo è che i fondi non vengono stanziati. Ma i disabili e le persone non autosufficienti non possono e non devono aspettare. I loro bisogni sono multidimensionali, di cura ma anche di relazioni, contro l’isolamento e la solitudine. I loro bisogni presuppongono il coinvolgimento di personale specializzato […] Non si deve più considerare normale il ricorso alle strutture residenziali come risposta ordinaria alla non autosufficienza. Gli anziani devono poter vivere dignitosamente con cure adeguate, relazioni sociali, nella loro casa o no, a seconda di quello che preferiscono. E devono poter scegliere tra diversi tipi di servizi. […] I diritti delle persone disabili e non autosufficienti non possono rimanere solo sulla carta, sulle leggi inapplicate, sulla Costituzione. Devono essere esigibili. L’accesso ai servizi deve essere semplice, senza burocrazie e ostacoli inutili. Il governo dovrebbe garantire a tutti, specialmente alle persone che non hanno forza contrattuale e sono svantaggiate, la tutela dei loro diritti e la dignità di cittadini».

Carlo Verdelli, giornalista e direttore della rivista Oggi, ha preso posizione riguardo a questo tema su X di criticando la decisione presa dal governo.

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