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mercoledì, 15 Maggio, 2024

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Lo sfogo dello studente con Mattarella e Bernini: “L’Università non è una gara di record”

Ogni studente ha una sua dignità che va rispettata, con strutture e servizi “adeguati”. L’università non è solo trasmissione di competenze ma “luogo di formazione personale”. Purtroppo “spesso le uniche notizie relative agli universitari riguardano studenti che battono qualunque record: l’università non è una gara“. A parlare è Filippo Calandra Bonaura, presidente della Conferenza degli Studenti e delle Studentesse dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, con un intervento molto critico durante l’inaugurazione dell’847° Anno Accademico di Unimore, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, al Teatro Valli di Reggio. “Mi preme ricordarlo ancora oggi alla luce dei più recenti fatti di cronaca”, aggiunge lo studente riferendosi ala tragica morte di Riccardo Faggin e le bugie sugli esami mai sostenuti e la finta laurea.

Parole che suonano un duro atto di accusa alla politica, ai vertici delle Istituzioni, alla gerarchia del mondo accademico e al sistema dell’informazione, proprio nelle settimane ‘calde’ delle critiche al ministero della Scuola e del Merito guidato da Giuseppe Valditara anche per alcune dichiarazioni del ministro (poi corrette) sull'”umiliazione come fattore di crescita”. 

Parlando davanti alla platea il leader degli studenti, eletto nella lista di sinistra Udu, dice: L’Università non è solo un luogo fisico ma è soprattutto un luogo di formazione personale. […] La salute mentale degli studenti è stata ignorata e sottovalutata troppo a lungo ma è oggi più fondamentale che mai valorizzarla, specie in seguito al periodo pandemico. Ogni studente deve essere messo in grado di affrontare il proprio percorso al meglio e il più serenamente possibile in un sistema che funzioni anche rispettando le differenze individuali attraverso l’adozione di modalità di didattica sempre più personalizzate in base alle diverse esigenze”.

Nel suo breve saluto al termine della cerimonia, il presidente Mattarella ha aperto una parentesi citando proprio un passaggio del discorso di Filippo: “Parlando con grande puntualità, che condivido, ha sottolineato Mattarella, ha definito “l’Università come luogo di formazione personale e non soltanto di trasmissione di competenze”Non è la prima volta che il presidente Mattarella si trova a confronto con gli studenti nel suo giro tra le Università italiane. Nel Novembre dello scorso anno, a Siena, la rappresentante degli studenti, Rosalia Selvaggi, parlò di “Università diventate palestre di sfruttamento” e “idilliaca narrativa meritocratica attorno agli Atenei”. Anche in quell’occasione il capo dello Stato dimostrò sensibilità nei confronti degli universitari

Filippo Calandra, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico di Unimore, ha aggiunto: “L’azione politica deve necessariamente partire dai giovani e dagli studenti che sono al tempo stesso il presente e il futuro del nostro Paese, altrimenti destinato a rimanere ancora per anni fanalino di coda per quanto riguarda l’istruzione quanto a giovani espatriati […] In altre parole, il diritto allo studio deve essere garantito per tutti e tutte, come sancito dalla Costituzione della Repubblica, fino ai gradi più alti per i capaci e i meritevoli anche se privi di mezzi. In Emilia Romagna […] la figura dello studente idoneo non beneficiario di borsa di studio è inesistente. Purtroppo, non si può dire lo stesso nel del resto d’Italia”. Atto d’accusa anche per le condizioni dei fuorisede a cui non vengono garantiti alloggi e servizi adeguati: “Il Governo investa nell’edilizia universitaria”, esorta denunciando “gli affitti esorbitantidelle case nelle città universitarie.

Infine, una considerazione prettamente politica sulla gestione del fenomeno migratorio in Italia. Parlando della “necessità di implementare i progetti di interscambio culturale con l’estero” ha osservato: “Sono fonte di arricchimento insostituibile […] l’Europa è una e come tale dovrebbe essere vissuta da chiunque come libertà di movimento e di accoglienza, mai come respingimento. Il discorso si conclude con una esortazione “a tutti gli studenti e studentesse, agli amici e compagni: continuiamo a far sentire la nostra voce, a manifestare il nostro dissenso senza paura, raccontiamo quali sono i nostri problemi e le nostre esigenze, ma soprattutto non cadiamo mai nella retorica che il mondo è sempre stato così e così debba rimanere”.


Fonte AGENZIA DIRE: www.dire.it

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