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mercoledì, 15 Maggio, 2024

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Edilizia penitenziaria: l’urgenza di rendere dignitosa la pena

Papa Francesco si è rivolto ai referenti diocesani del cammino sinodale italiano. E ha richiamato l’attenzione “sulle esperienze di emarginazione“ tra cui, le carceri, luoghi che ormai da tempo risultano con evidenti problemi ma del quale non si parla mai abbastanza.

Patrizio Gonnella, presidente di Antigone commenta la visita del Guardasigilli Carlo Nordio nel carcere di Torino: “Il ministro Carlo Nordio ha parlato ancora una volta di edilizia penitenziaria e, ancora una volta, va ribadito che non servono più carceri, ma servono carceri piene di attività e attenzione per le persone detenute. Oggi in tutte le strutture si registrano assenze di personale.[…] In questo modo chi è in servizio fa fatica. E le persone detenute non possono ricevere le attenzioni che richiederebbero e nei tempi certi che meriterebbero“ aggiunge, “aprire nuove carceri, riproducendo queste dinamiche non servirebbe a rendere più dignitosa la pena, non passando questa solamente da un aumento degli spazi che, peraltro, si potrebbero liberare attraverso un maggiore ricorso a misure alternative alla detenzione. Ci sono circa 8mila persone detenute con un residuo pena che potrebbe garantire loro di scontare la pena fuori dal carcere”.

Nei giorni scorsi due donne sono morte “per la solitudine e l’abbandono“, condizioni che “quando sei straniero peggiorano, tanto più quando vivi in posti brutti e malsani, come sono certe carceri italiane“.

Gonnella interviene anche riguardo a tale episodio dicendo che: “[…] Nel caso della detenuta morta di inedia, nonostante l’impegno degli operatori, non si è trovata altra forma di sostegno che non recluderla in un reparto psichiatrico. Lei voleva solo avere l’opportunità di stare vicina a suo figlio di 4 anni affetto da autismo. […] Tre donne morte nel carcere di Torino nel giro di poco più di un mese è allarmante. Non si risolve però il tutto andando a colpire gli operatori di base come fossero capri espiatori. Bisogna rivoluzionare un sistema, quello carcerario, afflitto da una visione pre-moderna. Occorre aumentare i rapporti con l’esterno. Rendere quotidiane le telefonate. Assicurare anche d’estate vita nelle sezioni. La pena è la reclusione in carcere non la reclusione in cella, dove a volte le persone sono costrette a stare, in ambienti disadorni e malmessi anche 20 ore su 24″.

La stagione estiva e il recente aumento di temperature a causa della crisi climatica non ha fatto che peggiorare la situazione, gli istituti di pena italiani, sovraffollati ( 10mila persone in più dei posti disponibili con un tasso di sovraffollamento del 121%.) hanno contato 16 suicidi, a cui si aggiungono quelli di cui parla Gonnella. I sindacati si appellano a Nordio per chiedere un cambio di passo nella gestione delle carceri.

Uno dei casi più recenti è stato, appunto, quello di Susan John, nigeriana di 43 anni, doveva scontare una condanna (fine pena 2030) inflitta da una corte di Catania per reati di tratta e immigrazione clandestina.
La donna ha smesso di mangiare e bere per 18 giorni ripetendo che voleva vedere il figlioletto di quattro anni rimasto col padre.
Verso le 3 della notte del 13 agosto 2023, Susan muore. Inutile l’intervento della polizia penitenziaria e del personale medico.

Alla garante dei diritti dei detenuti a Torino, Monica Chiara Gallo, il caso non è mai stato segnalato: “avremmo attivato le nostre procedure per tentare qualcosa”. Il caso indigna la politica. I radicali, per bocca del presidente Igor Boni, parlano di “punta dell’iceberg di un sistema putrefatto“, mentre Riccardo Magi, segretario di Più Europa, parla di “vicenda allucinante” e annuncia un’interrogazione al ministro Nordio.

“E’ necessario – afferma il segretario generale, Donato Capece – prevedere un nuovo modello custodiale. Le carceri sono in ebollizione da mesi“. Per Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, “a fronte di un’emergenza che appare insanabile non possiamo che ribadire l’estrema urgenza di provvedere a un commissariamento del sistema penitenziario italiano”.


Fonte: https://www.interris.it/la-voce-degli-ultimi/carcere-pena/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=giornaliera

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