Nelle ferite delle città: politica, ecologia, economia in dialogo
Introduce Silvio Minnetti - Presidente Mppu Italia.
Giuseppe Argiolas Professore di Economia e Management e Rettore Istituto universitario Sophia di Loppiano
Elena Granata Professore Associato al Politecnico di Milano di Urbanistica e Analisi della città e del territorio e docente Istituto universitario Sophia
Biodivercity: progetti e ispirazioni per le città che abiteremo 15 gennaio 2021 ore 18.30/20.00 Interverranno: Raffaele Natalucci – centro nazionale Mppu Daria Jacopozzi – consigliera comunale Parma
Diretta: https://www.youtube.com/channel/UC5ccfic_eWsl9I4mFYMcB-A/
Vi proponiamo il libro illustrato di Daniele Nicastro "La giornata contro le mafie", Edizione EL.
“La conferma di Mariella Enoc a presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per i prossimi 3 anni è una gran bella notizia. In Mariella ho sempre trovato piena disponibilità ad ascoltare le necessità di bambine, bambini e adolescenti e a dare loro immediate ed efficaci risposte”.
È quanto dichiara in una nota la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa.
“Mariella Enoc ha sempre dimostrato grande disponibilità al tema della solidarietà e dell’assistenza, senza distinzione di razza o censo, proprio come ci insegnano la nostra Carta Costituzionale e la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” – aggiunge Zampa, che conclude: “Buon lavoro, dunque, cara Mariella, in questi tempi molto complessi e con sfide ancora più difficili da affrontare insieme”.
Promosso dalla Fondazione NILDE IOTTI insieme alla Consigliera di Parità della Regione Umbria, nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della nascita di Nilde Iotti (1920-2020), VENERDI’ 15 Gennaio 2021 alle ore 17.30 si celebra un dibattito pubblico in diretta web sul tema: “IL MASCHILISMO È ANCORA OVUNQUE! Come donne e uomini possono camminare insieme per sconfiggere ogni forma di discriminazione, di violenza e di stereotipo di genere”
Sigue la diretta su: https://meet.starleaf.com/4409427249/browser
Il Presidente Barbuto: aggressioni e intolleranza in aumento ovunque confermano mancanza di cultura del rispetto e dell’inclusione per i più fragili che mina libertà e sicurezza di tutti. Urgente una maggiore tutela per i non vedenti e più controlli. Garantire anche il diritto alla mobilità che tra barriere architettoniche, auto in sosta selvaggia e monopattini elettrici abbandonati ovunque, resta una chimera.
L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, l’associazione nazionale che rappresenta le istanze di circa 2 milioni di cittadini italiani ciechi e ipovedenti, chiede più tutela per i diritti delle persone con disabilità visiva e scende in campo dopo l’ennesimo episodio di intolleranza e violenza nei confronti di due non vedenti, l’ultimo pochi giorni fa in Via dei Platani nel quartiere romano di Centocelle.
L’episodio da cui parte la dura condanna dell’UICI ha riguardato una coppia di residenti del quartiere romano, Alessandro Napoli e Sonia Gioia, offesi, minacciati e percossi da un automobilista malgrado avessero attraversato sulle strisce pedonali e fosse perfettamente riconoscibile il loro stato di disabilità. Nell’indifferenza generale la coppia è stata aggredita anche fisicamente e a poco servirà la denuncia verso ignoti esposta ai Carabinieri di zona.
“Come Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro massimo sconcerto per l’ennesimo episodio di intolleranza nei confronti di persone con disabilità visiva – commenta il Presidente dell’UICI Mario Barbuto – Episodi di questo tipo, che da nord a sud registriamo in aumento, devono far riflettere e spingere tutti, istituzioni locali e nazionali in primis, a fare quadrato per riaffermare una cultura della convivenza civile e del rispetto dell’altro, che si trovi o meno in una situazione di fragilità come in questo caso. E’ in gioco il diritto alla libertà e alla sicurezza di ciascuno di noi e ciascuno di noi deve sentirsi offeso da prevaricazioni e indifferenza. Anche se per un cieco o un ipovedente situazioni di questo tipo sono ancora più inaccettabili perché per loro già uscire di casa e muoversi anche su brevi tragitti è una sfida enorme. Basti pensare alle difficoltà che un non vedente può incontrare nel salire su un mezzo pubblico, nel destreggiarsi tra auto parcheggiate in modo irregolare e, ultimamente, tra monopattini elettrici abbandonati senza logica su strade e marciapiedi, per non parlare delle tante barriere architettoniche che infestano le nostre città. Chiediamo maggiori tutele e garanzie di quelli che dalla mobilità alla sicurezza personale restano diritti elementari”
La Biblioteca Braidense inaugura Tempi Terribili – libri belli, una nuova mostra che celebra i libri d'artista e l'importanza dell'infanzia testimoniata dai libri sovietici per bambini della collezione Adler appena acquisita.
Una mostra in cui l'infanzia, i bambini, gli artisti e i libri sono protagonisti per creare un futuro migliore.
Allora, negli anni turbolenti che seguirono la rivoluzione russa e la conseguente guerra civile - come oggi, dobbiamo guardare agli artisti e ai bambini per guidarci attraverso le incertezze che affrontiamo ogni giorno.
L’invito ad agire in fretta e la richiesta di un piano per l’apertura immediata di edifici e stabili di pronto utilizzo, del Comune o dello Stato, nonché di alberghi e strutture attualmente chiuse per il Covid-19
Sono otto le persone senza fissa dimora morte in strada a Roma dall'inizio di novembre. L'ultimo clochard è morto ieri a Ostia, mentre qualche giorno prima a morire è stato Mario, un uomo di 58 anni, deceduto proprio davanti l'ingresso di un albergo chiuso per il covid. Una situazione, denuncia la comunità di Sant'Egidio, inaccettabile per la capitale d'Italia. Per questo la comunità chiede alle istituzioni di eliminare le lungaggini burocratiche e fornire una soluzione concreta al problema, magari aprendo ai senza fissa dimora le strutture ricettive ora chiuse causa covid, dando in cambio un indennizzo ai proprietari. "L’inverno, quest’anno, arriva nel cuore di una pandemia non risolta che ha aggravato la condizione di chi vive per strada accentuandone l'isolamento – scrive la comunità di Sant'Egidio nel suo appello – Di fronte al freddo – che certamente, in questa stagione, non può considerarsi un’eccezione – occorre agire in fretta scavalcando l’ordinaria, colpevole, burocrazia che dispensa gli aiuti con il contagocce".
Sono 3mila i clochard che passano la notte in strada
Sono 800, secondo i dati forniti dalla comunità di Sant'Egidio, i posti letto offerti durante l'anno dal comune di Roma per le persone senza fissa dimora. Per l'inverno, ne sono stati aggiunti solo alcune decine in più, mentre "la Comunità, la Caritas e le altre associazioni accolgono complessivamente 1.700 persone, cioè il doppio". Le persone ancora in strada, sono circa 3mila. "Sant’Egidio chiede alle istituzioni – con un piano coordinato dalla prefettura – la disponibilità immediata di edifici e stabili di pronto utilizzo, del Comune o dello Stato, nonché di alberghi e altre strutture attualmente chiuse per il Covid-19 – anche con la messa disposizione di appositi contributi per i proprietari – e, più in generale, una sinergia con la società civile che in questi mesi ha mostrato generosità negli aiuti a chi è più fragile".
Articolo: di Natascia Grbic per fanpage.it
L’invito ad agire in fretta e la richiesta di un piano per l’apertura immediata di edifici e stabili di pronto utilizzo, del Comune o dello Stato, nonché di alberghi e strutture attualmente chiuse per il Covid-19
Sono otto le persone senza fissa dimora morte in strada a Roma dall'inizio di novembre. L'ultimo clochard è morto ieri a Ostia, mentre qualche giorno prima a morire è stato Mario, un uomo di 58 anni, deceduto proprio davanti l'ingresso di un albergo chiuso per il covid. Una situazione, denuncia la comunità di Sant'Egidio, inaccettabile per la capitale d'Italia. Per questo la comunità chiede alle istituzioni di eliminare le lungaggini burocratiche e fornire una soluzione concreta al problema, magari aprendo ai senza fissa dimora le strutture ricettive ora chiuse causa covid, dando in cambio un indennizzo ai proprietari. "L’inverno, quest’anno, arriva nel cuore di una pandemia non risolta che ha aggravato la condizione di chi vive per strada accentuandone l'isolamento – scrive la comunità di Sant'Egidio nel suo appello – Di fronte al freddo – che certamente, in questa stagione, non può considerarsi un’eccezione – occorre agire in fretta scavalcando l’ordinaria, colpevole, burocrazia che dispensa gli aiuti con il contagocce".
Sono 3mila i clochard che passano la notte in strada
Sono 800, secondo i dati forniti dalla comunità di Sant'Egidio, i posti letto offerti durante l'anno dal comune di Roma per le persone senza fissa dimora. Per l'inverno, ne sono stati aggiunti solo alcune decine in più, mentre "la Comunità, la Caritas e le altre associazioni accolgono complessivamente 1.700 persone, cioè il doppio". Le persone ancora in strada, sono circa 3mila. "Sant’Egidio chiede alle istituzioni – con un piano coordinato dalla prefettura – la disponibilità immediata di edifici e stabili di pronto utilizzo, del Comune o dello Stato, nonché di alberghi e altre strutture attualmente chiuse per il Covid-19 – anche con la messa disposizione di appositi contributi per i proprietari – e, più in generale, una sinergia con la società civile che in questi mesi ha mostrato generosità negli aiuti a chi è più fragile".
Edith Bruck torna al genere autobiografico affidando alle pagine di questo intenso e sofferto memoir i ricordi di una vita intera. Dalla truce esperienza dei lager fino a giungere ai giorni nostri, con una serie di preziosissime riflessioni sui pericoli dell’attuale ondata xenofoba, ma anche con una serie di quadri commoventi, in cui le esperienze della vecchiaia assumono i toni sfumati di un dolce ricordo d’infanzia.
Per non dimenticare e per non far dimenticare, Edith Bruck, a sessant’anni dal suo primo libro, sorvola sulle ali della memoria eterna i propri passi, scalza e felice con poco come durante l’infanzia, con zoccoli di legno per le quattro stagioni, sul suolo della Polonia di Auschwitz e nella Germania seminata di campi di concentramento.
Miracolosamente sopravvissuta con il sostegno della sorella più grande Judit, ricomincia l’odissea. Il tentativo di vivere, ma dove, come, con chi? Dietro di sé vite bruciate, comprese quelle dei genitori, davanti a sé macerie reali ed emotive. Il mondo le appare estraneo, l’accoglienza e l’ascolto pari a zero, e decide di fuggire verso un altrove. Che fare con la propria salvezza?
Bruck racconta la sensazione di estraneità rispetto ai suoi stessi familiari che non hanno fatto esperienza del lager, il tentativo di insediarsi in Israele e lì di inventarsi una vita tutta nuova, le fughe, le tournée in giro per l’Europa al seguito di un corpo di ballo composto di esuli, l’approdo in Italia e la direzione di un centro estetico frequentato dalla “Roma bene” degli anni Cinquanta, infine l’incontro fondamentale con il compagno di una vita, il poeta e regista Nelo Risi, un sodalizio artistico e sentimentale che durerà oltre sessant’anni.
Fino a giungere all’oggi, a una serie di riflessioni preziosissime sui pericoli dell’attuale ondata xenofoba, e a una spiazzante lettera finale a Dio, in cui Bruck mostra senza reticenze i suoi dubbi, le sue speranze e il suo desiderio ancora intatto di tramandare alle generazioni future un capitolo di storia del Novecento da raccontare ancora e ancora.
I bambini hanno diritto alla salute mentale di chi li mette al mondo, li alleva e li educa. I cittadini hanno diritto alla salute mentale di chi li governa.
«Non sarebbe ragionevole richiedere a insegnanti, politici, economisti, amministratori, tutori dell’ordine, legislatori, sacerdoti di sottoporsi a un costante e qualificato percorso di conoscenza di sé, così da individuare e curare i propri problemi prima di impegnarsi a risolvere quelli degli altri?» - Maria Rita Parsi
«Il potere distruttivo esprime, nel microcosmo familiare come nel macrocosmo sociale, il malessere, il disagio psicologico, quando non l’evidente disturbo mentale, dettati dall’angoscia di morte, dalla paura, dalla rabbia, dalla frustrazione, dall’impotenza di chi lo ricerca, di chi lo esercita o tenta di esercitarlo. E, ancora, di chi lo accetta e lo sostiene facendolo, per delega, esercitare ad altri. […] Il Manifesto contro il potere distruttivo è stato pensato e scritto contro tutti i dittatori e contro tutti i potenti e gli sfruttatori criminali che ancora opprimono, con le loro imprese e le loro perversioni, milioni di esseri umani e tante nazioni del mondo. E, ancora, è stato pensato e scritto, con l’aiuto di molti, per denunciare non soltanto quei dittatori ma tutti gli psicopatici, i narcisisti maligni, gli accumulatori seriali di denaro, armi, beni e territori; i ‘Signori della guerra’ che alimentano odi, orrori e conflitti.» - Maria Rita Parsi
Completano il libro il Decalogo del potere positivo, il Decalogo della pace, il Decalogo dei diritti delle bambine. Con un’antologia di testi di E. Fromm, M. Schatzman, L. De Marchi, S. Morace e D. Renzi, F. Cetta, F. Di Giulio, S. Giannella, I. Rizzi, D. Bendura. Postfazione di Salvatore Giannella.
Dall’11 al 15 gennaio la mattina alle 10 e mercoledì 13 anche in prima serata
È dedicata al regista veneto Damiano Michieletto la programmazione operistica della settimana dall’11 al 15 gennaio che Rai Cultura propone sul suo canale Rai5 tutte le mattine alle 10 e il mercoledì anche in prima serata.
Si inizia lunedì 11 gennaio con L’elisir d'amore di Gaetano Donizetti, andato in scena al Macerata Opera Festival nell’estate del 2018. Protagonisti Mariangela Sicilia, John Osborn, Iurii Samoilov, Alex Esposito e Francesca Benitez. Sul podio Francesco Lanzillotta. Regia tv a cura di Francesca Nesler.
Segue, martedì 12 gennaio, il Sigismondo di Gioachino Rossini, andato in scena al Rossini Opera Festival di Pesaro nel 2010 con la direzione musicale di Michele Mariotti. Protagonisti sul palco Daniela Barcellona, Andrea Concetti, Olga Peretyatko, Antonino Siragusa, Manuela Bisceglie ed Enea Scala. Regia tv a cura di Tiziano Mancini.
Mercoledì 13 gennaio l’appuntamento è doppio: la mattina alle 10 va in onda Il viaggio a Reims di Rossini, andato in scena al Teatro dell’Opera di Roma nel 2017 con Stefano Montanari sul podio. Nel cast Mariangela Sicilia, Anna Goryachova, Maria Grazia Schiavo, Francesca Dotto, Juan Francisco Gatell, Adrian Sâmpetrean, Nicola Ulivieri. Regia tv di Carlo Gallucci. In prima serata alle 21.15 invece, sempre dell’Opera di Roma e sempre del 2017, è proposta La damnation de Faust di Hector Berlioz, che si è aggiudicata il Premio “Abbiati” della Critica Musicale Italiana. Sul podio è protagonista Daniele Gatti. Nel cast Pavel Černoch, Alex Esposito, Veronica Simeoni e Goran Jurić. Regia tv di Claudia De Toma.
Giovedì 14 gennaio è la volta della Vedova allegra di Franz Lehár, ancora dell’Opera di Roma, andata in scena al Teatro Costanzi nel 2019. Nel cast Nadja Mchantaf, Paulo Szot, Anthony Michaels- Moore, Adriana Ferfecka, Peter Sonn, Marcello Nardis. Regia tv di Claudia De Toma.
Chiude il ciclo, venerdì 15 gennaio, Madama Butterfly di Giacomo Puccini, prodotta dal Teatro Regio di Torino nel 2014. Interpreti principali: Amarilli Nizza, Massimiliano Pisapia, Alberto Mastromarino, Giovanna Lanza. Sul podio Pinchas Steinberg. Regia televisiva a cura di Francesca Nesler.
La successiva settimana operistica, dal 18 al 22 gennaio, sarà dedicata a Emma Dante.
Al via l’11 gennaio la IV stagione della docu-serie realizzata da Stand by me, che racconta la vita dell’ospedale durante l’emergenza Covid
Nuove puntate di “Dottori in corsia”, la docu-serie girata all’interno dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, andranno in onda su Rai3 a partire da lunedì 11 gennaio alle ore 23.30.
La quarta stagione della serie di Simona Ercolani, prodotta da Stand by me in collaborazione con Rai Fiction, con la partecipazione straordinaria di Federica Sciarelli, propone in 9 puntate il racconto della vita dell’Ospedale pediatrico nell'anno straordinario caratterizzato dalla pandemia da SARS-CoV2. Alcune delle storie avranno come protagonisti proprio i bambini e i ragazzi ricoverati nel Centro Covid di Palidoro. Le telecamere entreranno anche nei reparti di cardiologia, chirurgia neonatale, epatologia, reumatologia, neurologia, nefrologia e terapia intensiva, seguendo le storie dei pazienti e delle loro famiglie.
«L’emergenza Covid sta impegnando tutti noi in modi che non avevamo immaginato e sono davvero orgogliosa della risposta che l’Ospedale è stata in grado di approntare in tempi rapidi e facendo rete con le istituzioni sanitarie locali e nazionali - afferma Mariella Enoc, Presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù -. Mi auguro che le famiglie che seguiranno le storie della quarta serie di “Dottori in corsia- Ospedale Pediatrico Bambino Gesù” possano cogliere il messaggio molto importante di adottare tutte le misure di precauzione necessarie per prevenire il contagio da coronavirus nella vita quotidiana ma allo stesso di non trascurare mai i controlli sanitari per timore del virus, continuando ad aver fiducia nelle cure offerte in sicurezza in ospedale. La nuova produzione con Stand by me e Rai si conferma come espressione di autentico servizio pubblico».
Il Bambino Gesù affiancherà alla messa in onda delle puntate un’attività di comunicazione online con l’obiettivo di fornire alle famiglie una corretta informazione. Sul portale www.ospedalebambinogesu.it verranno infatti pubblicati articoli e approfondimenti sulle patologie affrontate in ogni puntata. I contenuti verranno anche condivisi attraverso i canali social dell’Ospedale. Hashtag ufficiale: #Dottoriincorsia
Produrre idrogeno ed ossigeno attraverso la decomposizione termica dell’acqua realizzata con l’energia solare. Questo l’oggetto del nuovo brevetto nato nei laboratori dei Centri Ricerche ENEA di Frascati e Casaccia con il coinvolgimento di ricercatori dei dipartimenti di “Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare” e di “Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili”.
“Nella decomposizione termica la molecola dell’acqua è scissa ad alta temperatura direttamente in idrogeno ed ossigeno che devono poi essere opportunamente separati. Con l’utilizzo di processi tradizionali ciò avviene a temperature tanto alte da rendere non praticabile questo processo”, spiega il ricercatore ENEA Silvano Tosti.
Per ovviare al problema delle alte temperature il brevetto propone un innovativo reattore a membrana costituito da una camera di reazione dove sono presenti contemporaneamente due tipi di membrane: una in tantalio per separare l’idrogeno ed una in materiale ceramico per separare l’ossigeno.
“In questo modo riusciamo a produrre con 500 °C in meno la stessa quantità di idrogeno e ossigeno di un reattore tradizionale”, aggiunge Tosti.
L’altra innovativa proposta consiste nell’unire questo reattore a membrana ad impianti solari a concentrazione, in grado di fornire calore ad alta temperatura, rendendo così possibile la produzione di idrogeno direttamente dall’energia solare.
“La produzione diretta di idrogeno dal Sole rispetto ad altri sistemi, come ad esempio l’accoppiamento di solare fotovoltaico con elettrolizzatori alcalini, è di grande interesse per la realizzazione di una catena energetica green ed è caratterizzata dal raggiungimento di elevate efficienze energetiche e da costi di investimento contenuti sia in applicazioni stazionarie, come utenze elettriche civili ed industriali, sia in quelle mobili come i veicoli elettrici”, conclude Tosti.
Un altro settore interessato da notevoli ricadute è quello della produzione di gas puri, in questo caso idrogeno ed ossigeno, che possono trovare impiego nella chimica fine, nella farmaceutica, e nell’industria elettronica. L’ulteriore sviluppo di questo tipo di reattore potrà beneficiare dei progressi tecnologici dei sistemi solari ad alta temperatura e dei materiali per alti flussi termici.
Dal 21 al 30 gennaio l'importante appuntamento con il cinema dell'Europa centro orientale. Due nuove sezioni 'Wild Roses: Registe in Europa' e 'Fuori dagli Sche(r)mi'
Il Festival cinematografico di Trieste (Trieste Film Festival) è in tutti i sensi un’istituzione e racconta, anche con la sua sola esistenza, un pezzo di storia europea: nato alla vigilia della caduta del Muro di Berlino, è il primo e più importante appuntamento italiano con il cinema dell'Europa centro orientale e da trent'anni rappresenta un osservatorio privilegiato su cinematografie e autrici/autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”.
Quest’anno il Festival, diretto da Nicoletta Romeo e Fabrizio Grosoli si svolgerà online su MYmovies dal 21 al 30 gennaio prossimi ed è ben lieto di annunciare la nascita di due nuove sezioni che integrano l'impianto tradizionale dei concorsi dedicati ai lungometraggi, ai documentari e ai corti: la prima, “Wild Roses: Registe in Europa” è dedicata ai talenti ‘al femminile’, la seconda "Fuori dagli sche(r)mi" che mette un focus su nuovi orizzonti cinematografici.
«Wild Roses: Registe in Europa – spiegano i direttori artistici – è uno spazio che intendiamo dedicare alle donne registe dell'Europa centro orientale (tra l'altro sempre, e da sempre, molto presenti al Festival), individuando ogni anno un Paese diverso cui dedicare il nostro focus. I dati dell’audiovisivo sottolineano a livello globale le difficoltà dei progetti firmati da donne ad accedere ai finanziamenti, a prescindere dal valore artistico, e dunque ci è sembrato doveroso fare la nostra parte per valorizzare le registe europee attraverso una sezione ad hoc. Per cominciare, non potevamo che scegliere la Polonia, dove più che in ogni altro luogo, negli scorsi mesi, le donne hanno fatto sentire la propria voce contro nuove leggi che vogliono limitarne le libertà fondamentali».
Saranno cinque le registe “presenti”, seppure in streaming, al Festival (e che parteciperanno a un panel coordinato da Marina Fabbri), attraverso le cui opere riscopriremo nuove forme di rappresentazione femminile e sguardi maturi e disincantati sul proprio Paese: Hanna Polak con "Something Better To Come" (trailer), ritratto di Jula, che vive la propria adolescenza nella più grande discarica d'Europa, la Svalka, alle porte di Mosca; Agnieszka Smoczyńska con "The Lure" (trailer), l'amore tra due sirene e un bassista nella Varsavia degli anni 80, tra horror e musical; Anna Zamecka con "Communion" (trailer), storia di bambini che devono crescere (troppo) in fretta; Anna Jadowska con "Wild Roses" (trailer), la vita di una città nella Slesia meridionale, tra la chiesa e le coltivazioni di rose, uomini che lavorano all'estero e giovani si ritrovano di sera alla fermata dell'autobus; Jagoda Szelc con "Tower. A Bright Day" (trailer), una prima comunione come tante mentre la tv riporta notizie inquietanti.
La sezione “Fuori dagli sche(r)mi” è stata realizzata per aprirsi tanto ad autori affermati quanto a giovani talenti. Tra i primi, due tra i più importanti cineasti rumeni contemporanei: Cristi Puiu (anche protagonista di una masterclass online) con l'anteprima italiana di Malmkrog, già premiato alla scorsa Berlinale, che adattando “I tre dialoghi” di Vladimir Sergeevic Solov'ëv vince la sfida di un'indagine filosofica su cinema e memoria; e Radu Jude, che in Tipografic Majuscul parte da un testo teatrale per raccontare le vicende parallele di Ceaușescu e di Mugur Călinescu, un “Pasquino” adolescente nella Romania comunista che sfidò il regime scrivendo sui muri i propri messaggi di protesta. Gli stessi anni, ma in Polonia, tornano in An Ordinary Country di Tomasz Wolski, sorta di Le vite degli altri più vero del vero, un documentario di found footage fatto “solo” di film e nastri registrati da ufficiali dei servizi di sicurezza comunisti, tra gli anni ’60 e ’80. E ancora, l'ucraino Oleh Sencov con Numbers, fantascienza distopica girata a distanza, da un carcere di massima sicurezza in Siberia dove il regista stava scontando una pena di 20 anni, accusato di attività terroristica. Per finire, due registe: la serba Jelena Maksimović, che in Homelands riflette sulle patrie della famiglia scoprendo il villaggio da cui la nonna fuggì durante la guerra civile greca; e la russa Maria Ignatenko con In Deep Sleep, meditazione sul lutto e la perdita attraverso il sonno profondo in cui sembra sprofondare il mondo quando il protagonista Victor apprende la morte della moglie.
«Con ‘Fuori dagli sche(r)mi’ – aggiungono Nicoletta Romeo e Fabrizio Grosoli – abbiamo voluto creare una vetrina dedicata alle nuove prospettive e alle nuove forme cinematografiche: abbiamo pensato a film che manifestano un grado di “libertà” tanto nella durata quanto nella struttura narrativa, aperti a ibridazioni di generi e linguaggi».
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