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sabato, 7 Settembre, 2024

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Bosa: muraglioni di cemento lungo il fiume Temo. L’impatto stravolgerà il borgo

Il Comitato “NON TI TEMO” si è costituito per contestare, con il sostegno della Associazione professionale nazionale “GENERAZIONE MARE”, l’imminente realizzazione di un’opera pubblica di cementificazione dal rilevante impatto ambientale, spacciata per opera di difesa idraulica, nell’area marino-costiera di Bosa, che sorge sull’unico fiume navigabile della Sardegna, il Temo.

La cittadina di Bosa, tra i borghi antichi più belli d’Italia, si affaccia ed è quindi caratterizzata da un fiume di rara bellezza, in un unico contesto paesaggistico e faunistico costituito dalla Valle del Temo, oggetto di tutela paesaggistica (D.M. 12.06.1972). La presenza nelle immediate vicinanze di Siti protetti nell’ambito della Rete Natura 2000, nonché dell’intero corso del Temo come zona umida, imporrebbero un’attenta considerazione e valutazione dell’impatto complessivo che le singole opere avrebbero sugli ambienti più fragili da salvaguardare e sulle rilevanti alterazioni del contesto storico, paesaggistico e culturale che ne conseguirebbero.

In questa cornice, in cui l’ultima vera esondazione naturale del fiume Temo risale al 1976, nel 2019 il Commissario straordinario per il dissesto idrogeologico – Presidente della Regione Sardegna ha avviato l’intervento “Opere di difesa idraulica della città di Bosa”, nell’ambito del Piano Stralcio del “Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale”, poi ricompreso nel PNRR e quindi definitivamente approvato, nel 2022/2023.

Il progetto complessivo riguarda interventi sulle due rive, di destra e sinistra del fiume Temo, per un importo totale di circa 23.000.000 euro, solo in parte dotato della relativa copertura finanziaria.

Stante il parere di un esperto geologo, l’opera prevista non solo non risolverebbe il problema, ma arrecherebbe il doppio danno di impatto ambientale ed estetico-paesaggistico  (costruzione  di un sistema continuo di muri – per alcuni tratti alti fino a 3,80 metri – e argini che irrigidirebbero il corso d’acqua, distruggendone la naturalità delle sponde tuttora intatte, trasformandolo di fatto da fiume in “canale“), aumentando il rischio di maggiore esondazione per opere che non verrebbero realizzate contemporaneamente e previsione di una capacità gestionale e manutentiva difficilmente raggiungibile, sia da un punto di vista di sostenibilità economica, sia di competenze professionali, ad oggi non prospettabili (nel progetto si legge che siano i funzionari del comune, attingendo dalle casse comunali, a dover gestire e manutenere le paratie mobili e l’intero complesso ingegneristico che si poggia – per l’appunto – su una costante macchinosa manutenzione e gestione delle opere, senza le quali il meccanismo progettato non funzionerebbe).

L’impatto e le conseguenze dell’opera saranno quindi sicuramente irreversibili.

Un progetto che appare del tutto anacronistico e inutile poiché, a fronte di nessun beneficio, comporterebbe, nelle fasi di cantiere e una volta realizzato, impatti gravi e ad oggi non valutati sul turismo, sulle attività agricole e sulla pesca, sulla vocazione portuale del fiume e quindi sull’economia della città, oltreché sull’ambiente e sul paesaggio unico della bassa valle del Temo.

La soluzione progettuale adottata, di difesa passiva, prevede l’artificializzazione di importanti parti delle sponde del Temo, con perdita dell’ecosistema umido; mentre le due opzioni di difesa attiva prospettate in un precedente documento della Regione, successivamente non considerato, manterrebbero sostanzialmente inalterati tali habitat, garantendo il perdurare della naturalità del fiume.

Per non parlare del previsto cantiere, con dei lavori che durerebbero per anni, impattante anche rispetto alle attività turistiche (senza reali benefici), che riguarderebbe solo la sponda destra rinviando sine die quelli sulla sponda sinistra, per mancanza di fondi, così creando rischi aggiuntivi.

Il Comitato “NON TI TEMO”, insieme all’Associazione professionale “Generazione Mare”, chiede ai rappresentanti istituzionali di:

Sospendere immediatamente qualsiasi atto esecutivo relativo alla realizzazione delle opere previste;

– ⁠Effettuare la Valutazione di Impatto Ambientale-VIA dell’opera nel suo complesso, incluse le opzioni alternative di difesa attiva, e una adeguata consultazione pubblica,

(che è stata ingiustificatamente omessa, implicando quanto meno un sostanziale difetto di istruttoria, impedendo la valutazione delle già prospettate opzioni alternative ed una adeguata partecipazione della popolazione interessata);

– ⁠Prevedere con urgenza il dragaggio del fiume Temo, azione che non si compie da più di 20 anni  con il risultato che, ove effettuato, ridurrebbe in modo rilevante di per sé il rischio di esondazioni, ripristinando il profilo naturale dell’alveo (quindi navigabilità e rivitalizzazione dell’ecosistema).

E’ chiesto pertanto alla Regione un urgente confronto per individuare soluzioni progettuali che non impattino sul territorio e diano certezze sui risultati.

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