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domenica, 28 Aprile, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Giovanni Bollea: un Gigante della sanità e della pedagogia. L’articolo del nostro direttore Paola Severini Melograni

Ho avuto l’onore di collaborare con il professor Giovanni Bollea e di diventare poi un amica della sua  famiglia,di sua figlia e dei suoi nipoti.Un’amicizia che dura ancora oggi.
Avevo 22 anni quando con una pesantissima telecamera (all’epoca non esistevano telefonini o camere a spalla leggere come quelle di oggi) realizzai un video sulla storia di via dei Sabelli, l’istituto da lui fondato da  che dal 1967 cambiò l’approccio dello studio dei disturbi neurologici e psichiatrici dei bambini e degli adolescenti. Oggi  il  centro omonimo fa parte del Dipartimento di  pediatria e neuropsichiatria infantile della Sapienza e del policlinico Umberto I e rappresenta un patrimonio pubblico di esperienza e competenza.

Attualmente segue più di 2000 ragazzi, ma ben  1200 sono in attesa.Una logica valutazione dei danni  del post covid ci fa pensare che potrebbero essere molti e molti di più.
Giovanni Bollea , che ci ha lasciato esattamente 10 anni fa il 6 febbraio, è stato il vero padre della neuropsichiatria infantile italiana ma non è stato soltanto uno scienziato  era un uomo di cultura, di grandi  relazioni,dotato di un’intelligenza straordinaria,un vero protagonista della politica sociale. Le sue regole d’oro (che sono semplicemente  7) per educare i bambini sono ancora adesso validissime e ve le elenchiamo: 

1-. Bisogna dar loro di meno. Se i bambini hanno troppo non desiderano niente e si annoiano;

2-. Non conta la quantità, ma la qualità del tempo che si trascorre con loro. Tornando a casa dal lavoro, nei primi venti minuti i genitori devono coccolarli e parlare con loro, non pensare ai compiti o ai voti;

3-. I giocattoli più educativi sono quelli che nascono dalla fantasia e dalla manualità dei genitori. Sono sufficienti due pezzetti di legno. Ma i genitori non hanno più fantasia;

4-. E’ utile che I bambini dai tre ai cinque anni comincino a fare dei lavoretti a casa con i genitori, come stirare con un piccolo ferro o riattaccare un bottone;

5-. Riguardo lo sport, è il bambino che deve desiderare di farlo. Sono migliori gli sport di gruppo, insegnandogli che agonismo non è essere dei campioni, ma riuscire ad eccellere con fatica. Due o tre ore di palestra a settimana vanno benissimo, la competizione è poca ma i benefici sono tanti;

6-. Bisogna stimolare la cultura artistica e abituarli al bello. Il teatro, la musica e l’arte fanno nascere nei bambini la voglia di migliorare. I soldi spesi per queste attività sono quelli spesi meglio;

7-. Ultimo consiglio: per questa mia teoria forse verrò preso in giro. L’ho battezzata: la donna a tre quarti del tempo. La maggior parte delle donne lavoratrici a fine giornata sono già con la mente ai figli, alla spesa e alle faccende domestiche e rendono di meno. Se si facessero uscire mezz’ora prima, i figli, tornando a casa, le troverebbero meno nervose e maggiormente ben disposte. I bambini, più che di corsi, necessitano di questo.
 
La vittoria del buon senso,dell’amore e dell’esperienza sugli psicofarmaci e sulla dipendenza da Tik-Tok, potremmo dire oggi.
Ma noi lo ricordiamo con la sua frase più famosa: “le madri non sbagliano mai”, una frase che ha dato il titolo ad uno dei suoi libri più importanti e che potrebbe essere declinato anche con “i padri non sbagliano mai”.
Bollea è sempre con noi con le sue indicazioni, il suo modello e con i suoi eredi.Grazie a lui la Scuola  Italiana di neuropsichiatria infantile si è diffusa in tutto il mondo. 

 
Mercoledì 3 dicembre verrà ricordato da Rai Storia con un approfondimento nella puntata in prima tv del ciclo dedicato agli italiani più illustri. Noi di Angelipress invece ve lo racconteremo attraverso le parole di sua figlia Rosa durante una delle prossime puntate della Sfida della Solidarietà.
 
Paola Severini Melograni
direttore di Angelipress.com

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