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giovedì, 9 Maggio, 2024

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Festa della donna con disabilità, un articolo di Laura Coccia

Oggi ricordiamo il sacrificio delle donne che hanno lottato per i diritti di tutte, per la parità, per le prossime generazioni di bambine e ragazze, affinché si trovino un pezzo di strada percorsa, un pezzo di muro abbattuto. Ma tra le tante vorrei ringraziare e ricordare le donne che hanno lottato e lottano per i diritti delle persone con disabilità. Penso su tutte a Mirella Antonione Casale, la madre della legge 517/77, che ha lottato e vinto affinché sua figlia e tutti gli studenti venissero inclusi nelle classi di tutti gli studenti, abolendo le cosiddette “classi speciali”. Poi c’è Paola Fantato che prima di tutte ha dimostrato che i disabili potevano gareggiare e vincere nelle gare dei cosiddetti “normodotati”, nonostante tutto, come direbbe ancora qualcuno. Penso poi a Valentina Perniciaro, mamma di Sirio, che racconta il mondo attraverso gli occhi di suo figlio con un’ironia tagliente sulla disabilità e i pregiudizi che la circondano, senza però nascondere i momenti difficili, la difficoltà, la stanchezza, la rabbia per risposte e gli aiuti che non arrivano. Ma tutte hanno dimostrato e dimostrano come sia possibile un approccio normale alla disabilità.

Poi ci siamo noi, donne con disabilità, che ci siamo ritrovate a vivere immerse nei pregiudizi che ci vogliono incapaci di essere studentesse, lavoratrici, femminili, mogli e madri, rinchiudendoci in uno stereotipo di eterne bambine angeliche, innocenti e indifese creature asessuate. Invece no, anche noi ci siamo e lottiamo per i nostri diritti, rivendichiamo il diritto ad una vita piena al pieno accesso al mondo del lavoro, nel pieno rispetto del nostro modo di essere. Certo, abbiamo bisogno di strumenti: poter effettuare le visite ginecologiche e di screening in luoghi senza barriere e con lettini elettrici che si alzano e si abbassano con il telecomando, per esempio, o all’istituzione di un codice di esenzione specifico in caso di gravidanza che non sia quello della gravidanza a rischio, se non serve, ma faccia scattare automaticamente una serie di servizi e supporti a domicilio per la gestione della gravidanza ad esempio se si necessita di fisioterapia e del post partum come l’assistenza ostetrica.

Costruire una società in cui anche le donne con disabilità possano entrare a far parte a pieno diritto della pluralità della società, senza che nessuno si fermi all’apparenza è la sfida che ci attende per il futuro, care sorelle. E allora toccherà a noi rimboccarci le maniche per stimolare il dibattito e proporre risposte e strumenti alla nuova Ministra delle Politiche per la disabilità. Ancora una volta la sfida è sulle nostre spalle, ancora una volta dobbiamo essere il motore del cambiamento. E noi siamo pronte, come sempre, a fare la nostra parte.

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