La risposta di Paola Severini Melograni:
C’è un mondo che fa mille storie sulle desinenze e sulla schwa! Lo stesso mondo, quello dei cosiddetti “buonisti”, che nonostante sia frequentemente protagonista dei media mainstream, in realtà usa un linguaggio discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità. Mi unisco alla nota stampa della presidente di CoorDown Antonella Falugiani e aggiungo un’ulteriore riflessione: quando i comunicatori, soprattutto quelli famosi, non hanno fatto propri comportamenti e conoscenze questo è il risultato! Non possiamo solo puntare il dito su trasmissioni volgari dove ospiti incolti utilizzano parole fuori luogo, quando una nota editorialista usa termini come “mongoloide”, “decerebrati assoluti”, “deficit cognitivo”, richiama a classi differenziali e ci offre l’immagine dell’insegnante di sostegno che dice al suo alunno disabile “pulisciti la bocca”. Sono frasi vergognose che eravamo abituati a condannare quando venivano dette dentro una certa tv spazzatura. Cito dalla nota di Falugiani perché è giusto il ruolo di denuncia e controllo che le associazioni di vera rappresentanza esercitano. Non possiamo più permetterci di tornare indietro poiché in questi quattro anni il lavoro dei media è stato importante anche grazie alla televisione pubblica che con la trasmissione “O Anche No” ha segnato la differenza sia con le televisioni private che con il passato. Parliamo dell’editoriale di oggi di Concita De Gregorio, che ci ha fatto tornare indietro di anni. Non lo permetteremo.
Paola Severini Melograni
Concita De Gregorio e il linguaggio discriminatorio. Un cattivo esempio. Il commento di Antonella Falugiani, Presidente CoorDown, all’articolo Il Valore di un Selfie
Da ” Buone notizie secondo Anna“:
Cara Concita De Gregorio, sono Anna è anch’io ho in classe un’insegnante di sostegno che a volte mi dice “vieni tesoro, sillabiamo insieme”, perché sai non è proprio facile per me parlare bene e farmi capire, ma ce la metto tutta. A volte mi dice anche di pulirmi la bocca, perché sai non è proprio facile imparare a tenersi puliti, ma ce la metto tutta. Anch’io ho un deficit cognitivo e, come sai, questo rende tutto difficile. Ma del resto, come dici, anche nel mio caso non è colpa mia…ho pure anch’io qualche migliaio di followers, ma quella è colpa di mio papà che ha voluto raccontare la nostra storia per ricordare, prima di tutto a sé stesso, che le parole sono importanti. Anzi, sai benissimo che sta scrivendo lui e non io, ma usa la mia “voce” perché è talmente amareggiato e ferito che potrebbe cadere nel tuo stesso errore dicendo parole che fanno male, molto male.
Da “La Repubblica”
“Il valore di un Selfie” di Concita De Gregorio
Allora dunque ci sono questi cretini integrali, decerebrati assoluti che in un tempo non così remoto sarebbero stati alle differenziali, seguiti da un insegnante di sostegno che diceva loro vieni tesoro, sillabiamo insieme, pulisciti però prima la bocca. Ecco ci sono questi deficienti, nel senso che letteralmente hanno un deficit cognitivo – non è mica colpa loro, ce l’hanno – e che però pur essendo idioti hanno probabilmente centinaia o migliaia di followers, non ho controllato ma non importa, è assolutamente possibile che siano idoli della comunità.
Sono influencer, leggo nelle cronache. Insomma ci sono questi influencer, gente che influenza e orienta i comportamenti di altra gente, che per farsi un selfie nel Varesotto, a Viggiù, hanno distrutto una statua ottocentesca. Ma non importano l’epoca né il valore commerciale: poteva essere un Michelangelo, uno Jago. Hanno distrutto un’opera d’arte perché dovevano farsi una foto da postare sui social. C’è il video, prova suprema. Ridono. Probabilmente non succederà niente: i genitori premurosi ripagheranno il danno, o i nonni.
Editorialisti, vi prego. Direttori di giornali e di reti tv, vi supplico. Commissionate alle migliori menti del nostro tempo, filosofi scienziati celebrità pensanti, piccoli monologhi da frazionare su TikTok che spieghino che esistiamo anche se non ci fotografiamo. Come si fa a riavvolgere il nastro di questo delirio: questo sì che è un tema epocale, altro che Pnrr. Genitori: puniteli. Toglietegli le chiavi di casa, negategli la ricarica della prepagata e se guadagnano più di voi e per questo vi intimidiscono, suscitano il vostro rispetto: riprendetevi, toglietegli il sorriso. Io non lo so come si fa, ma si deve.