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lunedì, 20 Maggio, 2024

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Arriva al cinema “999 L’altra anima del calcio” un film di Federico Rizzo

“999 L’altra anima del calcio” di Federico Rizzo, regista e sceneggiatore italiano, è un film che è stato liberamente tratto dal bel libro di Paolo Amor Tabloni che intervista una ventina di calciatori che non ce l’hanno fatta a diventare quell’uno su mille di morandiana memoria, ma che comunque, grazie all’esperienza nello sport, divengono esseri umani e non meri arrivisti senza valori. Il film, fortemente voluto dall’ex difensore Marco de Marchi e da Oblivion production di Bologna, ha consentito a Federico Rizzo, padre della docufiction italiana, di sperimentare tra realtà e finzione, tra cinema sociale e romanzo di formazione e, ancora una volta, Rizzo ci da meravigliose lezioni di cinema e poesia, di moralità e freschezza, contro quei prodotti tristi, solipsistici e con le solite figure retoriche trite e ritrite di certo cinema d’autore alla Antonioni dei poveri. Da vedere per contenuti e potenza stilistica. Un grande atto d’amore per Bologna, per lo sport come comunità formante e per i giovani. Viva il cinema nuovo.

Trama

Lorenzo ha diciassette anni, è un attaccante, vive con la sua famiglia e gioca nelle giovanili del Piacenza. Ha l’impeto di chi vuole arrivare e sa di essere forte, ma non sa fare squadra e la sua ribellione sfocia presto in frustrazione tanto da mettere in discussione il suo sogno di diventare un grande calciatore.

Miss Sarajevo

Ricordiamo che Federico Rizzo ha girato anche il documentario “Miss Sarajevo” nato da un’idea di Nicoletta Mantovani Pavarotti e Paola Severini Melograni e prodotto da Super Angeli 2, mostra come il Pavarotti Musiki Center, un centro inaugurato il 21 dicembre 1997 a Mostar, aperto ai bambini di tutte le etnie, religioni e a ogni forma di handicap, voluto fortemente da Luciano Pavarotti e da altri artisti di fama internazionale dopo che Inela Nogic, miss Sarajevo 1993, lanciò un appello al mondo “Non lasciate che ci uccidano!”, dopo anni stia ancora assolvendo ad una funzione di integrazione sociale con progetti in ambito musicale, della danza, della scenografia e del disegno di fumetti.

Nella seconda parte, invece, documenta come nella città di Pristina la presenza dell’Esercito Italiano e dei Carabinieri, ormai da più di vent’anni sul territorio, garantisca la pace, non solo nella regione del Kosovo ma in tutti i Balcani, e di quanto il loro lavoro stia contribuendo alla tutela del patrimonio umano, culturale e architettonico di una terra a lungo martoriata. Un racconto affettuoso e sincero che coinvolge anche il mondo dei cooperatori italiani con progetti umanitari esemplari.

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