«Così ho accompagnato mio figlio Down alla scoperta della fede» Dai tentativi in parrocchia alla collaborazione con l'Ufficio catechistico nazionale Cei Catechista, madre di un bambino down e soprattutto donna: Patrizia Orofino si riassume in tre parole. La sua storia è semplicissima, solo una scintilla, ma di quelle che innescano i cambiamenti. Tutto iniziò cinque anni fa, quando Patrizia cercò invano di inserire il suo Edoardo nei gruppi di catechesi: il piccolo era oggettivamente «diverso» e non tutti, anche armati di buona volontà, sanno entrare nell'anima taciturna di un bambino down. Così Edoardo restava “sulla soglia”: «Il parroco mi spiegò con dolore che i catechisti non si sentivano in grado di affrontare il problema, che la catechesi era già difficile anche con i bambini normali, figurarsi con i disabili… Nella nostra comunità, oltre a Edoardo, c'era una decina di handicappati, tutti con lo stesso problema».