Su Avvenire di qualche giorno fa Matteo Marcelli scrive di come la fine del lockdown abbia innescato un aumento vertiginoso di richieste di aiuto ai centri antiviolenza.
A dispetto di una certa propaganda razzista, che vorrebbe i migranti come prototipi perfetti del maschio aguzzino, a maltrattare le donne sono soprattutto “uomini” italiani. Spesso conviventi o comunque conoscenti delle vittime. Una tendenza confermata anche dai dati raccolti da Di.re, l’associazione che riunisce la rete dei centri antiviolenza del Paese.
La responsabilità dell’80% dei casi di maltrattamento è infatti riconducibile a nostri concittadini, come spiega ad Avvenire la presidente, Antonella Veltri, e di frequente avviene all’interno di relazioni di intimità consolidate. La fine del lockdown ha peggiorato ulteriormente la situazione. La criticità maggiore è stata quella di soddisfare le domande di accoglienza nelle case rifugio.