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sabato, 18 Maggio, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Storia, memoria e giustizia. Inaugurazione al Palazzo delle Arti della tappa napoletana della Mostra “Nonostante il lungo tempo trascorso… Le stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione 1943 – 1945”.

La Mostra, che resterà aperta dal 7 febbraio fino al 19 marzo 2023, è organizzata dallo Stato Maggiore dalla Difesa, dalla Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello, dal Comune di Napoli con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

Fotografie, documenti e videofilmati per illustrare e far conoscere una delle vicende più complesse e dolorose della nostra storia nazionale.

È stata inaugurata oggi a Palazzo delle Arti di Napoli la tappa palermitana della mostra “Nonostante il lungo tempo trascorso…Le stragi nazifasciste nella guerra di liberazione 1943-1945”. Resterà aperta fino al 19 marzo 2023.

L’esposizione, curata dal Procuratore generale militare Marco De Paolis, si è avvalsa del contributo di un Comitato Scientifico presieduto e coordinato dallo stesso De Paolis, con la partecipazione della storica napoletana Isabella Insolvibile e la consulenza scientifica di Paolo Pezzino, rispettivamente membro del consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri, e Presidente dell’Istituto.

La mostra illustra – attraverso fotografie, immagini video, narrazioni orali, documenti e schede storiche – le tappe del lungo e doloroso percorso, di costruzione della Repubblica Italiana, compiuto da decine di migliaia di civili e militari italiani, che attraverso il proprio sacrificio hanno consentito di gettare le basi per la costituzione del nostro attuale Stato repubblicano e democratico. Grande attenzione è posta sui processi penali militari, che la giustizia militare ha celebrato dal dopoguerra a oggi.

La narrazione espositiva concorre fortemente a far sì che la storia di quegli anni diventi memoria indelebile. La mostra, riprendendo e rovesciando il significato delle parole con cui nel 1960 venne operato l’insabbiamento di centinaia di fascicoli giudiziari riguardanti gli eccidi di militari e civili italiani dopo l’8 settembre 1943 (“nonostante il lungo tempo trascorso") ha, inoltre, l'obiettivo di evitare che il passare del tempo e la sua distanza dall'accadimento di quelle atrocità ne possa offuscare la memoria.

Dal rinvenimento nel 1994 del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, il Procuratore Marco De Paolis diede inizio nel 2002 alla grande stagione processuale, conclusasi nel 2013, dei processi ai criminali di guerra tedeschi. Ciò ha permesso – sebbene a oltre 50 anni di distanza – di fare giustizia, anche se tardivamente, su alcune delle principali stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia dopo l’armistizio.

Una pagina tanto importante quanto poco conosciuta nelle sue dimensioni e nelle sue implicazioni è, infatti, quella dei crimini nazifascisti commessi in Italia e all’estero sulla popolazione civile e sui militari italiani nell’imminenza e dopo l’armistizio del ’43. I numeri parlano chiaro: 70 mila vittime militari in Europa in circa 100 episodi. Oltre un migliaio di vittime militari italiane in Italia. 650 mila vittime delle deportazioni di internati militari italiani. 24.409 vittime civili in Italia in 5872 episodi, di cui 14935 al Nord, 6862 al Centro, 2623 al Sud.

Grande attenzione è posta sul profilo giudiziario, anch’esso complesso e ricco di episodi poco noti o del tutto ignoti: i processi penali militari delle Corti Alleate e dei Tribunali Militari Italiani. Sono 50 i processi celebrati dagli alleati in Italia, 15 celebrati nel Dopoguerra dai tribunali militari italiani durante una prima fase, 695 i fascicoli giudiziari occultati, 24 i processi celebrati dopo la scoperta dell’armadio in Italia dai tribunali militari italiani.

Il progetto presenta questa triste e delicata pagina di crimini dalla prospettiva di chi li ha tenacemente perseguiti sul versante giudiziario.La mostra, pertanto, intende costruire un filo tra storia, giustizia e memoria.

La mostra è suddivisa in sei sezioni: la prima sezione è dedicata ai crimini di guerra sui militari. Attraverso pannelli grafici e postazioni interattive, sono trattati i crimini di guerra commessi in Italia e all’estero sui militari italiani dopo l’8 settembre, sui civili italiani all’estero e sui civili stranieri vittime di crimini di guerra commessi da militari italiani, come la strage del villaggio di Domenikon in Grecia.

La seconda sezione è dedicata ai crimini di guerra commessi in Italia sulla popolazione civile. È costituita da pannelli grafici sui principali eventi e da postazioni video interattive con schede e storia per immagini delle principali stragi in Italia partendo da sud verso nord. Questa sezione ha visto il fondamentale contributo dell’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia, curato dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri in collaborazione con l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia).

La terza sezione è dedicata ai deportati, attraverso due pannelli grafici, uno relativo a deportazione e internamento nei lager del Terzo Reich, l’altro a deportazione e lavoro coatto. Vi sono, inoltre, postazioni con mappe interattive dei principali luoghi di internamento e deportazione, immagini, date ed eventi.

La narrazione espositiva si chiude con una sezione dedicata ai processi celebrati nei tribunali militari italiani contro i crimini di guerra tedeschi dal dopoguerra ad oggi (1949-2013). Tentativi compiuti – seppure parziali e in gran parte tardivi – per affermare i princìpi di diritto sui crimini di guerra. Quattro pannelli grafici affrontano la storia dei processi degli Alleati, come quelli a Kesselring e Simon, e poi quelli italiani della prima fase, dal dopoguerra al 1994, come i processi a Reder e Kappler, poi la ripresa dei processi dal 1994 al 2002, come quello contro Priebke, ed infine i processi per le grandi stragi dal 2002 al 2013, come quelle di Sant’Anna di Stazzema, Vinca, Monte Sole, Civitella Val di Chiana e Fucecchio che vedono protagonista la Procura militare presso il Tribunale militare di La Spezia, diretta da De Paolis.

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