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mercoledì, 8 Maggio, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

“TV di tutti, per tutti” di Rachele Bombace

La televisione ci fa sentire a casa. C’è il divano rosso di Serena Dandini, la tavola imbandita di Antonella Clerici. C’è il letto dei coniugi Vianello, le cento vetrine della soap opera e il posto al sole della terrazza con gli amici. Ci sono tanti luoghi della nostra quotidianità, ma siamo sicuri che il racconto televisivo sia uno specchio fedele delle nostre vite? Ce lo chiediamo da una prospettiva particolare: le disabilità. Noi siamo persone con disabilità o possiamo diventarlo, o possiamo vivere con persone che hanno una disabilità, ma queste esperienze entrano nel mondo televisivo? La domanda non è peregrina perché se la tv esclude, discrimina. Di questo argomento parliamo con Roberto Natale, direttore di Rai per la Sostenibilità, la direzione della tv pubblica attenta ai temi dei diritti e delle differenze, e ne parliamo anche con giornalisti Rai da anni impegnati nel tema. Natale ci invita ad allargare lo sguardo, perché la Rai nel 2024 punterà di più sulle diversità, anche etniche, e sulla parità di genere. “Il nostro obiettivo è che ci sia una rappresentazione e una rappresentanza delle persone con disabilità la più possibile vicina a quella della società italiana. Siamo riusciti, come servizio pubblico, a incidere sul modo di pensare, di sentire e sul livello emotivo della popolazione, e oggi il cambiamento è ancora più profondo: noi vogliamo rappresentare in Tv la normalità della disabilità. Per realizzare questo obiettivo- spiega il direttore di Rai per la Sostenibilità- ci siamo ispirati al modello della Bbc”, che parte da un dato puramente quantitativo affinché la presenza televisiva corrisponda quanto più possibile alla percentuale di presenza nella realtà: “Nella società britannica le donne
rappresentano il 50%, le diversità etniche il 20% e le persone con disabilità il 12%.
Anche qui da noi è importante muoversi verso il rispetto delle percentuali effettive. Quando impari a contarti, sei più attento ai criteri di inclusione”. […]

‘O anche no’, direbbe Paola Severini Melograni. Questo è il titolo della sua trasmissione in onda su Rai 3 tutte le domeniche. Severini è la signora della tv, attivista per i diritti umani, scrittrice, conduttrice radiofonica e televisiva da oltre quarant’anni. Una memoria storica del settore e dal 2020 porta in casa Rai “un format unico in Europa, che ha permesso un grande cambiamento nella percezione degli italiani. Posso confermare- precisa- che la permeabilità non corrisponde solo ai numeri di Auditel. C’è un forte passaparola, riceviamo tantissime lettere di famiglie, associazioni e di singoli cittadini anche senza disabilità. Non raccontiamo solo storie, noi offriamo un servizio. ‘Chi lo ha visto’ offre un servizio perché
ritrova le persone smarrite, noi ritroviamo le coscienze smarrite. La televisione ha un potere immenso e per la disabilità la Rai ha già fatto tanto e ha insegnato tanto. Personalmente devo moltissimo a persone come Sergio Zavoli e al mondo cattolico: don Oreste Benzi, don Pierino Gelmini, Chiara Lubich, Ernesto Olivero, Andrea Riccardi, tutti impegnati nei temi della disabilità e dei diritti”. La disabilità è un tema che “non tutti sanno affrontare -afferma Severini- ma se viene affrontata nel modo giusto porta ascolti. Quando abbiamo avuto una buona collocazione, abbiamo fatto anche dieci milioni di ascolto”.

‘O anche no’ è una trasmissione pionieristica, tradotta in Lingua dei segni e con uno staff molto appassionato. “I nostri influencer sono Guido Marangoni”, ingegnere informatico e padre di una bambina con Trisomia 21; “Roberto Vitali, il più grande esperto italiano di turismo sostenibile, ed Edoardo Raspelli, giornalista, scrittore e gastronomo, che racconta i ristoranti italiani come non lo ha mai fatto nessuno”.

Dal 2020, anno in cui è nata, ‘O anche no’ racconta “modelli di buone pratiche e dà suggerimenti. Ci siamo battuti per il riconoscimento del ruolo sociale, economico e istituzionale del caregiver, che noi chiamiamo ‘cura cari’. Abbiamo dedicato ogni Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità a un argomento preciso: il primo anno, durante la pandemia, abbiamo puntato sul lavoro; nel 2021 abbiamo seguito le Paralimpiadi di Tokyo, raccontando soprattutto la storia di queste competizioni sportive; la terza Giornata internazionale è stata dedicata al diritto alla bellezza, per rendere accessibili tutti i luoghi culturali; infine, l’1 dicembre 2023 abbiamo preparato uno speciale su ‘La guerra fabbrica di disabilità’, affrontando i conflitti in Ucraina e in Israele. In quattro anni e mezzo abbiamo realizzato oltre duecento puntate e otto speciali, di cui quattro girati intorno al mondo e due spin off. Gli speciali hanno spaziato dal Senegal al Kurdistan, fino al Kosovo”.

[…]

Per leggere l’articolo completo: https://lnkd.in/gBYX6wqR


Fonte: https://lnkd.in/gBYX6wqR
Superabile INAIL, febbraio 2024

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