34 C
Roma
domenica, 8 Settembre, 2024

fondato e diretto da Paola Severini Melograni

Due mogli. 2 agosto 1980, un libro di Maria Pia Ammirati

Di seguito parliamo del libro di Maria Pia Ammirati, che sceglie di raccontare la strage di Bologna a partire da due famiglie che vivono a Roma. Questo è il nostro modo di ricordare la strage con il lavoro di una bravissima scrittrice.

Alla storia inventata – infatti – Ammirati accosta la storia vera, quella, narrata in prima persona da Marina, che aveva vent’anni all’epoca della bomba alla stazione ed era stata appena assunta in contabilità. Marina Gamberini, che ha perso nell’attentato le amiche, per anni ha taciuto e alla fine ha parlato con Ammirati, condividendo con lei la sua terribile esperienza. Le due mogli del titolo sono Matilde e Marta, due quarantenni alle prese con le loro famiglie, e con la fatica di essere donne in un mondo ancora dominato dal patriarcato.

Maria Pia Ammirati, nata in provincia di Napoli, vive da tempo a Roma e lavora in Rai. Dopo gli esordi con due saggi di critica letteraria, ha pubblicato i romanzi I cani portano via le donne sole (Empiria, 2001, entrato nella dozzina del premio Strega),  Un caldo pomeriggio d’estate (Edizioni Cadmo, 2005), Se tu fossi qui (Cairo, 2011, premio Selezione Campiello, premio Selezione Rapallo e premio Procida), Le voci intorno (Cairo, 2012), La danza del mondo (Mondadori, 2013) e Due mogli. 2 agosto 1980 (Mondadori, 2017).

La trama

Questa storia si svolge nell’arco di un’unica giornata: il 2 agosto del 1980. Il giorno della strage di Bologna. Sono le otto di mattina, la periferia romana sonnecchia nell’afa. I Di Giacomo stanno facendo gli ultimi preparativi prima di partire per le vacanze. Matilde fa un veloce saluto a Marta, la vicina di casa, e come sempre si ritrova a invidiare la sua famiglia allegra e numerosa e il corpo procace esibito senza vergogna. Non può immaginare di essere a sua volta invidiata da Marta, che spesso si sorprende a sognare una vita ordinata e tranquilla come quella dell’amica. Soprattutto oggi, che ha scoperto di essere di nuovo incinta e all’idea di ricominciare un’altra volta da capo si sente male, con tutti i pensieri che le danno le sue figlie. Specialmente Gianna, che studia lettere a Bologna e con lei ha sempre avuto un rapporto difficile. Alle dieci passate, mentre Matilde e i suoi sono incolonnati nel traffico, Gianna, da un’aula universitaria di Bologna, sente le sirene attraversare la città. Il professore sospende la lezione, “è successo qualcosa alla stazione”, pare sia scoppiata una caldaia o una bombola di gas. Alla ragazza basta un istante per capire che è sfuggita all’incidente per puro caso. I Di Giacomo apprendono la notizia in macchina, alla radio. E, per uno scherzo del destino, in quel momento anche la loro vita subirà uno strappo definitivo. Dalla stazione si alza una colonna di fumo, gli autobus si improvvisano ambulanze, e tra la folla cominciano a circolare le prime voci: “non può essere una caldaia, è un disastro”, “una bomba, un attentato”. Sotto le macerie sono in tanti, alcuni vengono estratti vivi. Tra loro c’è Marina, vent’anni, fresca di assunzione alla contabilità. Ma, a differenza delle sue colleghe Euridia, Rita, Mirella, Franca, Nilla e Katia, lei d’ora in avanti dovrà imparare a sopportare il ruolo, “del tutto fortuito, della sopravvissuta e della testimone”. La sua, in mezzo alle tante storie possibili di questo romanzo, è una storia vera. Maria Pia Ammirati, con la sua lingua empatica e vitale, ha scattato un’istantanea feroce dell’Italia di quel giorno. Ma “Due mogli” è anche una toccante riflessione sul ruolo che il caso e il destino giocano nelle nostre vite, una partitura a più voci in cui le deflagrazioni della grande Storia si sovrappongono al rumore sottile delle piccole storie di persone comuni.

ARTICOLI CORRELATI

CATEGORIE

ULTIMI ARTICOLI