Solo pochi giorni fa, si è conclusa una delle Paralimpiadi più belle di sempre. Se, la scorsa Paralimpiade di Tokyo 2020/202 era già stata epocale con le sue 69 medaglie vinte così tante erano state vinte, solo a Roma 1960), ecco Parigi 2024, la Paralimpiade “Rivoluzione dell’Inclusione”, è stata FAVOLOSA, mitica, meravigliosa, straordinaria, eccezionale, con le sue 71 medaglie vinte. Se pur l’ultima sera di gare, sia stata una serata “dolce amara” con l’Oro di Martina Caironi, il Bronzo di Monica Contrafatto, ma anche la caduta di Ambra Sabatini, che ha fatto piangere l’Italia e compromesso la gara della Contrafatto, ma a cui le è stato assegnato un meritatissimo Bronzo dalla Giuria. Ecco perché, serata dolce amara.
Il pomeriggio era stato trionfante, con l’Oro del Nuoto con la Staffetta 4×100. Nella quale Simone Barlaam, Stefano Raimondi, Giulia Terzi, Xenia Palazzo, sono stati dei veri Giganti.
Ma un’altra Grande Atleta, che merita di essere citata e raccontata, è sicuramente, la Gigante dello Sport Paralimpico: Assunta Legnante. Dall’Atletica sono arrivate ben 8 medaglie, e lei ha dato un forte contributo, vincendone Due. L’Argento nel Lancio del Disco, e l’Oro nel Getto del Peso:
Che emozione ti hanno suscitato entrambe le medaglie vinte?
«L’emozioni sono state fortissime, in entrambe le medaglie. Logicamente nel Lancio del disco, non essendo la mia gara, c’è più incostanza nei risultati, però ho accettato bene il secondo posto. Certo, avrei preferito superare i 39 mt e vincere l’Oro, ma in gara non si gareggia da soli. Le avversarie ci sono. Avrei potuto vincere, ma sarei anche, potuta arrivare Terza o Quarta.
Nel Getto del peso invece, sono contentissima perché, mi sono ripresa la medaglia d’Oro, che avevo perso a Tokyo, sia a causa di un infortunio, sia per la pedana bagnata. Era quello che volevo vincere l’Oro e sono contenta».
Hai aggiunto l’Oro di Parigi, alle decine che avevi già vinto, tra Europei, Mondiale e Paralimpiadi, ma quella sfumata a Tokyo, ti brucia ancora?
«Mi brucia ancora, perché avrei potuto essere Medaglia d’Oro, per quattro Paralimpiadi consecutive. Purtroppo sappiamo bene, che vincere è facile, ma confermarsi è difficile. Ma se si vince, è sempre meglio».
Per te Assunta Legnante, che differenza c’è tra Lancio del Disco e Getto del Peso?
«La differenza e la difficoltà, non è spiegabile a parole. Ma il gesto motorio, che io ho sempre fatto da vedente, mi viene più normale da non vedente. Poi c’è, una maggiore difficoltà per una persona non vedente, che nel lancio del disco mentre ruoti, c’è un momento in cui, i piedi non sono a terra. E se non hai un punto di riferimento, perché non lo puoi vedere, tu ti perdi. E quell’attimo è fondamentale nel lancio, perché se ti perdi, non riesci a far uscire il disco dalla gabbia».
A marzo scorso, quando ti intervistai, mi dissi che la medaglia più bella, è quella che deve ancora arrivare. A Parigi ne sono arrivate ben 2, ti senti un po’ anche tu, la Regina dell’Atletica?
«La Regina dell’Atletica è Martina Caironi, che ha vinto le mie stesse medaglie in una Paralimpiade. Forse, l’unica differenza tra me ed altri Atleti Paralimpici, è che io non ho mai perso un mondiale. Oltre alle 6 medaglie vinte alle Paralimpiadi, ho vinto anche, sei mondiali consecutivi. Questa è una cosa, che mi inorgoglisce molto».
Sempre in quell’intervista, mi raccontasti che nel 2008, avevi partecipato alle Olimpiadi di Pechino, invece dal 2012 con Londra, partecipi sempre e solo, alle Paralimpiadi. Perché, cos’è successo?
«Io sino al 2008/2009, ci vedevo nonostante fossi ipovedente, avevo una vista normale. Ho un problema dalla nascita, un Glaucoma congenito. Ho sempre fatto una vita normale, non che adesso sia diversa, la mia è sempre una Vita Normale. Ma quello era il mondo che conoscevo, nella quale mi ero ambientata. Ho incominciato a fare Sport. Poi però, nel 2011/2012, quando ho perso totalmente la vista, ho dovuto rivedere le carte in tavola. E, mi è stata proposta la possibilità, di continuare, a fare lo sport che praticavo nel mondo paralimpico. Ed io ho colto la palla al balzo».
Levaci una curiosità, perché a Parigi, indossavi sempre, la mascherina con gli occhi di Mona Lisa? Perché gli Atleti usano sempre la mascherina?
«Le due mascherine che ho usato, sia questa di Mona Lisa, sia quella con gli occhi azzurri e le bandiere, sono state realizzate attraverso un Progetto dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna. I ragazzi, come Esame hanno dovuto creare tutte queste mascherine, poi con un “Contest” su Instagram, sono state scelte le due, che avrei usato a Parigi. Quella della Mona Lisa, perché di solito, io tengo a scegliere una mascherina, che leghi l’Italia al Paese ospitante. A Tokyo era l’Uomo Tigre (Manga Giapponese) e qui a Parigi ci stava benissimo la Gioconda.
Gli Atleti Ciechi utilizzano sempre la mascherina, perché premettiamo che il Lancio del Disco alle Paralimpiadi è solo per i ciechi totali, mentre nel Getto del peso possono partecipare anche gli ipovedenti che non hanno bisogno né della mascherina, né dell’accompagnatore. Ma gli Atleti Ciechi sono obbligati a portare sia le bende oculari, sia la mascherina. È il regolamento, che ce lo chiede»
A chi vorresti dedicare le medaglie, che hai vinto?
«La dedico a tutti quelli, che mi stanno dietro tutto l’anno, e che permettono di allenarmi: il mio allenatore, la mia Società “Anthropos Civitanova Marche”, la palestra che mi ospita per gli allenamenti, la mia Fisioterapista, il mio Mental-Coach e tutto lo Staff sicuramente, che fa sempre in modo, che io arrivi ad una Manifestazione così importante»
Daniele Cardia
Foto: Assunta Legnante / Cip