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mercoledì, 22 Maggio, 2024

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Giornata mondiale contro l’Aids, Morrone: “Educare alla salute per sensibilizzare alla prevenzione”

Il primo dicembre di ogni anno ricorre la Giornata Mondiale contro l'AIDS.
AIDS è l'acronimo di «Acquired Immune Deficency Syndrome», che significa «Sindrome da immunodeficienza acquisita». Si tratta della conseguenza tardiva di un'infezione da «Human Immunodeficency Virus» (HIV, in italiano «Virus dell'immunodeficienza umana»). I primi casi di HIV si sono manifestati negli Stati Uniti d'America, durante gli anni ottanta. 

La trasmissione del virus HIV avviene attraverso rapporti sessuali non protetti, lo scambio di aghi e siringhe per l'assunzione di droghe o tramite punture accidentali con aghi infetti in ambiente ospedaliero, il passaggio è anche possibile da madre infetta al bambino durante la gravidanza e in seguito durante l'allattamento. 

Secondo i dati del Programma delle Nazioni unite Unaids nel 2021, nel mondo, 38.4 milioni di persone vivevano con il virus HIV, 5.9 milioni non sapevano di aver contratto l'infezione e 650 000 sono decedute a causa di malattie correlate all'AIDS un grande miglioramento rispetto al picco del 2004 (2 milioni circa), riducendosi quindi del 68%. 

Secondo i dati riportati, dal Notiziario dell’Istituto superiore di Sanità del novembre 2022, in Italia nel 2021 sono state segnalate 1.770 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 3,0 nuove diagnosi ogni 100.000 residenti, al di sotto della media stimata nei Paesi dell’Unione Europea (4,3 casi per 100.000 residenti). 
La proporzione di persone con nuova diagnosi di AIDS che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere HIV positiva nel semestre precedente la diagnosi di AIDS è aumentata nel 2021 (83,0%) rispetto al 2020 (80,8%). Il numero di decessi in persone con AIDS rimane stabile ed è pari a poco più di 500 casi per anno. 

In occasione della Giornata Mondiale contro l'AIDS, Interris.com ha intervistato il direttore scientifico dell’Irccs “Santa Maria e San Gallicano” di Roma professor Aldo Morrone

Durante il colloquio, Aldo Morrone ha evidenziato come, nonostante ci siano stati grandi progressi rispetto gli anni precedenti, l'HIV è un problema da non sottovalutare:

“E’ noto che la diminuzione delle diagnosi in questi ultimi due anni […] sia dovuta principalmente alla pandemia da Covid-19, al lockdown e alla forte limitazione nell’accesso ai servizi sanitari nazionali messa in atto in quasi tutti i paesi. […] Sebbene siano stati compiuti progressi significativi negli ultimi decenni in diversi Paesi europei […] molti obiettivi globali che ci si era posti per il 2020 non sono stati raggiunti: disuguaglianze, divisioni socio-culturali, mancanza di attenzione ai diritti umani sono tra le cause che hanno consentito e consentono ancora all’Hiv di essere una crisi sanitaria globale”. 

A seguire, si è chiesto al dottore il numero totale delle persone sieropositive in Italia che sono “circa 125-135mila. L'incidenza più elevata di nuove diagnosi nella fascia di età 30-39 anni, seguita da quella 25-29". A livello territoriale "la diminuzione delle diagnosi è risultata […] maggiore nel Nord Italia e minore al Centro”  Morrone continua, “è difficile stabilire se a questa diminuzione corrisponda una reale diminuzione dell’incidenza delle infezioni o se ci si debba attendere un ritardo nella diagnosi, dovuta all’emergenza pandemica”. 

Si è andato poi ad indagare cosa prevede il  Piano nazionale di interventi contro Hiv e Aids del nostro Paese 
“Il Pnaids, previsto dalla legge 135/90, è un documento programmatico finalizzato a contrastare la diffusione dell’infezione da Hiv e Aids, e prevede l’attuazione di interventi di carattere pluriennale riguardanti soprattutto la prevenzione, la corretta informazione, la ricerca, l’assistenza e la cura, la sorveglianza epidemiologica e il sostegno dell’attività del volontariato.” il direttore spiega come un ruolo centrale è la formazione di figure altamente professionali sulla tematica e come il Pnaids preveda anche la lotta alla stigmatizzazione del virus con campagne di sensibilizzazione e di informazione.

Si parla dei dati riportati dal Notiziario secondo il quale c'è un aumento di diagnosi tardive nel paese e della possibilità che sia dovuta ad una minore percezione del rischio. Morrone risponde dicendo che i giovani, certamente potrebbero essere poco attenti alla messa in atto delle misure di prevenzione e che, oltre a questo, “l’emergenza pandemica, che ha determinato una ridotta disponibilità dei servizi sanitari, la diminuita presentazione delle persone agli stessi con conseguente ritardo di diagnosi o il ritardo di notifica”. 

Si prosegue parlando poi della PresP ( profilassi pre-esposizione) e in cosa consiste: 

“La profilassi pre-esposizione, abbreviata in PreP, consiste nell’assunzione di farmaci anti-Hiv da parte di soggetti Hiv-negativi che hanno il rischio di contrarre l’infezione e riduce il rischio di diventare sieropositivi” non dimenticando però “ l’uso delle protezioni: protegge dall’Hib ma non dalle altre malattie sessualmente trasmissibili (MST)” e su come la reperibilità dei farmaci non è scontata, “l’accesso alla PreP è possibile nei Paesi ad alto reddito e solo in cinque paesi nell’Africa sub-sahariana […]”. 

Si continua chiedendo quali sono le cure disponibili per lottare contro l'HIV e l'AIDS, Morrone spiega come ci siano le terapie antiretrovirali che consentono ad una persona malata di condurre una vita normale grazie alla continua assunzione dei farmaci ma che “ ad oggi non esiste una cura definitiva che elimina del tutto il virus dall’organismo né un vaccino efficace: i farmaci vanno assunti sostanzialmente per tutta la vita”.

Morrone ci aggiorna inoltre sugli studi ancora in corso sull'HIV e sui loro progressi, commenta i numeri forniteci dal Programma dell’Onu Unaids sottolineando che “Esistono oggi forti disuguaglianze d’accesso alle cure e ai trattamenti tra i paesi del Nord e del Sud del mondo, e le ragioni possono essere molteplici (geografiche, politiche, economiche, culturali e religiose)". Gli obiettivi e le strategie su scala mondiale (95-95-95), dice, sono:

"[…] La prevenzione di queste patologie, oggi assolutamente curabili, deve diventare una priorità finanziaria e politica delle diverse Nazioni, elaborando progetti su larga scala e implementando i servizi e strumenti di prevenzione, a cominciare dalla stessa profilassi pre-esposizione, che dovrebbe essere orale e a lunga durata. Affrontare le disuguaglianze nella prevenzione, nei test e nel trattamento dell’Hiv è sicuramente un obiettivo e una strategia di grande efficacia. […] Bisogna promuovere una politica di gender equality e di rimessa al centro dei diritti umani”.

Parlando di sensibilizzazione alla prevenzione, Marrone sostiene che si fa mediante una educazione alla salute nelle scuole, nei governi e nelle famiglie.

Alla domanda di come possiamo fare un bilancio dei risultati ottenuti e di quelli da raggiungere, conclude: “Bisogna avere fiducia nella ricerca che cura e supportarla. I ricercatori e le ricercatrici sono alla ricerca di una cura volta al miglioramento della qualità di vita di tutti, in tutti i paesi del mondo, per debellare questa patologia. C’è ancora tanto da fare, ma siamo sulla strada giusta”.


https://www.interris.it/copertina/giornata-mondiale-contro-aids-morrone-educare-salute-sensibilizzare-prevenzione/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=giornaliera

https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3279_allegato.pdf

https://www.unaids.org/en/resources/fact-sheet

https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/krankheiten/krankheiten-im-ueberblick/aids.html#:~:text=Il%20termine%20Aids%20%C3%A8%20l,dell'immunodeficienza%20umana%C2%BB).

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