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Newsletter Angelipress.org 14 ottobre 2010

Intervento di S.E. Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della CEI, in occasione della presentazione del Rapporto curato da Caritas italiana e Fondazione Zancan

Il dramma della povert offusca in misura crescente lorizzonte della nostra comunit nazionale.

La diffusione del fenomeno e le ricadute sempre pi pesanti sulla vita e sulle prospettive della nostra gente sono sotto gli occhi di tutti, e a tutti chiedono rinnovato impegno nellazione di contrasto e nelle forme di solidariet.

Come ha ribadito con forza il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI, nella prolusione ai lavori dellultima sessione del Consiglio Permanente, il 27 settembre scorso: Il Paese non pu attardarsi. Povero di risorse prime, pi di altri deve far conto sullefficienza del sistema e su una sempre pi marcata valorizzazione delle risorse umane.

Neppure lEuropa pu attardarsi: come stato ricordato in un recentissimo incontro promosso nella cornice dellAnno europeo della lotta alla povert e allesclusione sociale dalla Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunit Europea (COMECE), con Eurodiaconia, Caritas Europa e la Commissione Chiesa e Societ della Conferenza delle Chiese Europee (KEK), dieci anni fa lUnione Europea si era impegnata con determinazione nella lotta per sradicare la povert entro il 2010. Dati recenti parlano invece di ottantaquattro milioni di persone il 17% della popolazione dellUnione a rischio di povert, cio indigenti o sulle soglie della povert, come ha ricordato lo stesso presidente del Parlamento Europeo, Jerzy Buzek, il 30 settembre scorso. Oggi, forse pi realisticamente, lobiettivo riscattare dalla povert entro il 2020 almeno venti milioni di persone; con la consapevolezza, messa ben in evidenza dal Rapporto che stiamo presentando, che la linea statistica della povert comunque relativa, essendo calcolata in base alla spesa media mensile individuale per consumi. Ci significa che essa condizionata dagli effetti della crisi economica: i numeri restano abbastanza stabili, ma il livello della disponibilit effettiva delle risorse si abbassa.

Due fenomeni strutturali sono particolarmente preoccupanti: laumento delle diseguaglianze e la sensazione di un impoverimento generalizzato, non solo dal punto di vista del reddito, ma anche delle aspettative e delle risorse culturali. Per questo il Rapporto si interroga giustamente sulla tenuta, in prospettiva, del tessuto sociale, in particolare nei campi delicatissimi e cruciali della famiglia e delle giovani generazioni.

Il rapporto ci dice che anche in Italia la situazione resta sostanzialmente in stallo. dunque pi che mai necessario, proprio per evitare leffetto di una caduta libera, investire a tutto campo, a partire dal sostegno a quel soggetto essenziale del tessuto sociale che la famiglia.

Questo investimento esige anzitutto una peculiare attenzione educativa, perch, come ci ha insegnato Papa Benedetto XVI nellenciclica Caritas in veritate, nessun processo economico indipendente e disancorato dallorizzonte dei valori. Nessuna risorsa materiale davvero produttiva, se non favorisce la crescita integrale della persona. Per questa ragione, i Vescovi italiani hanno deciso di affrontare, nel decennio appena cominciato, la sfida educativa, investendo nelleducazione alla vita buona del Vangelo, come recita il titolo degli Orientamenti pastorali, che vedranno la luce a breve. Questo tema segner anche la 46a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, apertasi ieri (13 ottobre 2010) a Reggio Calabria e che punter allelaborazione di unagenda di speranza per il futuro del Paese.

Non dunque semplicemente una questione di assistenza: piuttosto una questione di giustizia, di dignit e di libert. Chi ha a cuore il futuro del Paese non si limita a reclamare politiche pubbliche efficaci ed efficienti, ma persegue anche percorsi di giustizia, di dignit, di libert e soprattutto di responsabilit, perch questa la parola chiave per guardare con realismo e fiducia a un futuro condiviso.

Per tali ragioni, il punto di vista adottato dal Rapporto particolarmente significativo: ci pone davanti a persone, alle loro storie individuali e familiari, e non ad aridi numeri. Possiamo cos renderci conto che sempre pi a vivere in questa condizione sono persone e famiglie che non sembrano povere, anche perch nascondono la loro imprevista precariet, proteggono la loro condizione di vita dai giudizi e dai pregiudizi .

Nello stesso tempo, si tratta di un punto di vista privilegiato, perch sappiamo quante risorse mettiamo oggi in campo, quanto sia grande limpegno delle persone e delle comunit ecclesiali, a tutti i livelli parrocchiale, diocesano e anche nazionale , per andare incontro in maniera efficace e mirata alle situazioni di disagio che caratterizzano il territorio e per cercare di attenuare i contraccolpi di un sistema che non riesce pi a tutelare in maniera dignitosa le fasce deboli.

Sappiamo per che tutto questo non basta, perch siamo realisticamente consapevoli anche dei nostri limiti, che si assommano alle ben note carenze strutturali. Ciononostante, siamo certi di poter contare su un patrimonio, da mettere costantemente a frutto, radicato su solide fondamenta. proprio lesperienza di una vita buona, fondata sullamicizia con Cristo, il fondamento sempre nuovo della fecondit dellimpegno dei cristiani.

Questo tanto pi vero proprio in un momento come quello presente: quando si in stallo, bisogna muoversi assumendo decisioni di indirizzo. Il fatto di conoscere i poveri e di servirli non da ora, ci legittima a prendere la parola sui nodi delle politiche pubbliche, nellorizzonte delledificazione del bene comune, in spirito di apertura, di collaborazione e di dialogo con quanti hanno a cuore il futuro del Paese. La sfida del federalismo solidale, che traduce con espressione nuova la scommessa classica insita nellapplicazione del principio di sussidiariet, pu portare, come si legge nelle considerazioni iniziali del Rapporto, a nuovi e pi efficaci assetti in un sistema assistenziale caratterizzato da troppi squilibri. Fra di essi, risultano particolarmente gravi lelusione e levasione fiscale: la sottrazione di risorse dovute alla comunit pesa sugli onesti, sottraendo loro legittime risorse, e diminuisce la disponibilit di aiuti agli indigenti.

Dallosservatorio privilegiato rappresentato dal Rapporto della Caritas e della Fondazione Zancan, giunto ora alla decima edizione, possiamo cogliere anche levoluzione delle diseguaglianze territoriali, il mutare dei flussi migratori, limportanza cruciale delle infrastrutture e del sistema scolastico. Sono elementi che ci permettono di impegnarci con maggiore cognizione di causa nella costruzione del bene comune, che, come sappiamo, non consiste nella semplice somma di beni particolari, ma linsieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono, sia alle collettivit sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione pi pienamente e pi celermente .

Esso presuppone la dignit, luguaglianza e lunit delle persone e comporta una generale assunzione di responsabilit. Per quanto ci riguarda pi direttamente, pungola la nostra creativit pastorale.

In questo sta, a mio modo di vedere, la singolare importanza di questo Rapporto e il suo apprezzabile contributo allazione della Chiesa in Italia.

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